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Quella di domenica 15 settembre, sarà una sfida dal sapore particolare per Alessandro Conticchio, ex di Lecce e Torino.

L'ex centrocampista, cresciuto nelle giovanili dell'Inter, è stato nel Lecce dal 1997 al 2002, collezionando 149 presenze con la maglia giallorossa, per poi approdare proprio al Torino ha giocato per tre stagioni.

Conticchio e quel soprannome indelebile

Intervistato dal Nuovo Quotidiano di Puglia, Conticchio si immerge nei passato, ricordando quel gol al Bari, l'11 dicembre del 1999, che gli valse lo storico soprannome:

"Fu in quell’occasione che mi fu dato il soprannome di 'Sindaco' dai tifosi leccesi", spiega. “Mi piace portarmelo addosso, mi fa rivivere anni stupendi vissuti nel Salento, l’affetto della gente. Mi fa capire che ho lasciato il segno. Potevo restare ancora, ma mi affascinava anche il Torino”.

Ma i ricordi non finiscono qui. Il “Sindaco” pensa anche a quando salvò il Lecce a discapito proprio del Torino durante la stagione 1999/2000. 

Una stagione in cui entrambe le compagini lottavano per la salvezza, ma ad avere la peggio furono i granata proprio a causa di un gol di Conticchio:

Indimenticabile quell’ultima partita che valeva la salvezza, al Via del Mare. Ci davano tutti già per retrocessi. Era il 7 maggio del 2000, Sesa aveva mandato in vantaggio il Lecce, pareggiò Ferrante, io segnai il gol del 2-1. Lo stadio impazzì, impazzì la città. 

Fu la prima salvezza in serie A del Lecce, con Cavasin allenatore, panchina d’oro. Io restai sino al 2002, Corvino mi voleva tenere ancora. ‘È meglio per tutti se resti a Lecce’, mi disse. 

Io cercavo la grande piazza e andai al Torino, tre anni ma non furono grandi stagioni. Dopo qualche anno ci andò Cairo e fu subito una storia diversa.

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