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Durante il programma "Taca La Marca" in onda su Radio Musica Television è intervenuto David Di Michele, ex giocatore di Lecce, Udinese e Reggina tra le tante, il quale si è soffermato sullo stato d'emergenza del calcio e su tanti altri temi, ecco quanto emerso.
La ripresa - "Sono dalla parte di chi mette sempre al primo posto la salute, ci sono delle grandi difficoltà e se non si dovesse continuare ci sarebbero delle enormi perdite, chi di dovere sta cercando di trovare le giuste soluzioni, avendo come priorità il benessere delle persone".
Decurtazioni - "Le differenze sono enormi tra le serie e se si dovesse toccare lo stipendio di chi guadagna il minimo si creerebbero tanti disagi. Bisogna fare attenzione per come s'interviene su questo tema".
Pressioni dall'Europa - "Gli altri campionati hanno scoperto questo virus con ritardo rispetto a noi. L'Italia è un pò più avvantaggiata, i nostri risultati ci dicono che c'è un miglioramento, chi dovrà decidere starà valutando tutti questi dati per trovare la giusta soluzione. Ci auguriamo che si ritorni a giocare".
Lecce - "Il Lecce stava facendo un campionato di altissimo livello rispetto alle prospettive di inizio stagione. I calciatori hanno espresso una grande idea di calcio, giocando alla pari con tutte le squadre. La ripresa con tante partite ravvicinate può mettere in difficoltà non solo il Lecce ma anche tutte le altre compagini di bassa classifica".
Muriel e Cuadrado - "Sono sempre stati calciatori di grandi qualità e di prospettiva, quando giocavano a Lecce erano molto giovani. Muriel avrebbe potuto fare molto di più nella sua carriera, ora a Bergamo con Gasperini sta trovando la sua condizione ideale e potrebbe fare il definitivo salto di qualità. Cuadrado si è sempre mostrato più maturo e alla Juventus ha espresso tutte le sue qualità, è davvero un ottimo calciatore".
Il ritorno di Cavani - "Su Cavani ci sarà una concorrenza spietata, prenderlo a zero farà gola a tutti. Da italiano spero che possa ritornare anche se sarà difficile, se Inter e Napoli ci pensano farebbero un grande affare e migliorerebbero in maniera esponenziale la loro rosa".
La trattativa saltata - "Nel 2004 ero molto vicino alla Roma, feci un colloquio con Pradè, il contratto era già pronto. Mancava l'accordo con l'Udinese e il battibecco tra i Pozzo e Spalletti mi impedì di poter approdare nella capitale".
Doppietta e rigore parato - "Provai un'emozione incredibile che capitano raramente nel calcio. In quell'occasione ebbi la fortuna di parare il rigore decisivo a Vucinic, che arrivò sul dischetto destabilizzato a causa della diatriba con Ledesma per chi dovesse presentarsi dagli undici metri. Sembrava la trama di un film e fu la ciliegina sulla torta di una stagione strepitosa chiusa con 21 gol e la qualificazione in Champions".
Nazionale - "Il rimpianto della Nazionale è grande, c'era tanta concorrenza. Quell'anno ho pagato una prima parte di stagione dove giocavo poco visto che a Udine era arrivato un nuovo tecnico così nel mercato invernale decisi di trasferirmi a Palermo dove feci sette gol ma gli altri candidati in azzurro andavano forte, facilitando le scelte di Lippi. Questa questione mi è costato il Mondiale del 2006. Successivamente fui convocato in nazionale da Donadoni".
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