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Il responsabile dell’area tecnica del Lecce, Pantaleo Corvino, è intervenuto in conferenza stampa per esprimere il proprio bilancio su quanto fatto in questa sessione di calciomercato.

“A volte errate narrazioni possono portare ad equivoci che vorremmo evitare. Noi vorremmo essere rimproverati se sbagliamo un acquisto, ma non vorremmo mai essere rimproverati per quello che diciamo e per come lo diciamo. È da un anno che abbiamo fatto tanto, ci siamo sforzati di fare tanto. Mettendoci la faccia abbiamo detto quali sono i nostri obiettivi, a livello di prima squadra e settore giovanile. Tutti gli obiettivi si raggiungono con le idee e le idee vanno esposte. L’importante è portare avanti le proprie idee seguendo la propria strada e la propria esperienza. Noi abbiamo detto con molto coraggio e con molta umiltà di avere un obiettivo da raggiungere in tre anni con la prima squadra. Sono passati 12 mesi e siamo arrivati a disputare una semifinale playoff, persa per un episodio mancato a due minuti dalla fine. A quattro giornate dalla fine avevamo cinque e sei punti di vantaggio sulla terza e sulla quarta. A livello giovanile volevamo costruire e dopo un anno abbiamo compiuto un’impresa tornando in Primavera 1.

Abbiamo ringiovanito la prima squadra, abbiamo patrimonializzato con un sano equilibrio finanziario.

Costruire per noi vuol dire mettere il settore giovanile come asset strategico. Eppure veniamo rimproverati per come l’impresa della promozione in Primavera 1 è stata compiuta.

Ho detto in maniera critica che non ho trovato quello che potevo aspettarmi a livello giovanile. Non sono stato facilitato in nulla nel mio lavoro, sia a livello di prima squadra che a livello di settore giovanile. A livello di prima squadra ho trovato Shakhov, Vera, Benzar e Gabriel come patrimonio tecnico dalla Serie A. Qualcosa di importante l’ho trovato in condizioni tali da far venire a qualsiasi altro responsabile il mal di testa. A me non è venuto il mal di testa, perché sono leccese e sono la prima sentinella di questo club. Io i compromessi non li faccio con nessuno. Quando avverto il pericolo non permetto a nessuno di alterare certi equilibri.

Veniamo accusati per mancanza di salentinità nella programmazione. È un’accusa fatta alla persona più sbagliata.

Io vivo di amore e di passione, credo che chi fa calcio lo fa per passione e amore. Quando trovo un ragazzo bravo che può portare alto il nome del Lecce non vado a guardare se è di Vernole, di Lecce, di Campi o se è ucraino. Tutti vorrebbero sposarsi con una del proprio paese, con una pugliese, ma se trovi la donna della tua vita in Ucraina la sposi perché provi la stessa passione. Il mio sentimento è difendere il Lecce.

 

La Serie B quest’anno è un campionato difficilissimo. Solo la coppia d’attacco del Como ha un monte ingaggi da due milioni di euro lordi. Quest’anno ripartiamo con i nostri tifosi, lo scorso anno eravamo soli. Vorremmo averli accanto. Io ho cambiato un tecnico e ho motivato il perché. Ho detto che il Lecce non può essere una squadra non equilibrata. Per me non è possibile che il Lecce sia la squadra che subisce più gol con l’Entella. Se succede questo devo cambiare, e motivo il cambio. Noi le nostre idee le esponiamo sempre.

 

Noi nel mercato avevamo degli obiettivi. Abbiamo detto che dovevano esserci 14 uscite e ce ne sono state 10.

Il Lecce passa per la squadra che non ha fatto il botto a fine mercato, ma il Lecce i botti li ha fatti prima della fine del mercato. Non può passare il messaggio che è mancato il botto. Non può passare il messaggio che non abbiamo smaltito gli esuberi. Ne mancano due, stiamo cercando di trovare una soluzione per la risoluzione del contratto con Benzar e Pisacane. Gli altri rientrano in gruppo, se sono meritevoli di essere calciatori da Lecce lo deciderà il mister. In un mercato difficile abbiamo fatto trenta, non siamo riusciti a fare trentuno.

 

Dodici acquisizioni sono state fatte a tempo debito, senza aspettare l’ultimo minuto. Noi siamo contenti e orgogliosi. Ci vuole tempo per cambiare al meglio gli interpreti.

La maggior parte dei grandi club giocano seguendo un modello, con quattro difensori, tre centrocampisti, una punta e due esterni alti. Noi questo abbiamo cercato di fare. Qualcuno può dire che senza i trequartisti e le punte perdiamo un sacco di gol. L’anno scorso fra tutti i centrocampisti e seconde punte che sono andati via abbiamo avuto 19 gol, sommando le reti di Stepinski, Mancosu, Pettinari e Henderson. Togliendo i rigori rimangono 15 gol.

Quest’anno sono arrivati 20 gol fra Strefezza, Di Mariano, Olivieri, Blin, Gargiulo e Helgason.

 

La crescita di un club si misura se per un solo posto hai Coda e Rodriguez, se per un posto di mediano. L’anno scorso fui apostrofato per aver acquistato Henderson a 500 mila euro, poi l’ho rivenduto a un milione e mezzo e sono stato apostrofato ugualmente. Avere due esterni difensivi come Gendrey e Calabresi è motivo di crescita. Noi abbiamo uno come Gallo, terzino dell’Under 21. Barreca è stata un’opportunità, come anche Dermaku. Le opportunità vanno colte, seppur con un margine di rischio. Se vanno bene faccio bingo.

 

In tutto sono arrivati 12 giocatori, 8 italiani, due islandesi e due francesi. I mercati stranieri vanno aggrediti subito. I due islandesi sono partiti per andare a fare le qualificazioni mondiali con la nazionale, non sono scappati di casa. Quando si va su certi mercati ci sono dei rischi. Quest’anno abbiamo portato 8 giocatori italiani, Dermaku e Strefezza non mi si può dire che non sono italiani. Noi guardiamo dove ci sono le opportunità.

 

Terza punta? Il mancato arrivo è stata una contraddizione rispetto a quanto avevo annunciato. In sintonia con l’allenatore abbiamo deciso di trovare la soluzione in casa, dal momento che abbiamo un titolare che è il capocannoniere del campionato e un’alternativa che ha una potenzialità importante. Con il mister, in virtù dei giocatori che eravamo riusciti a prendere, si è giunti a questa conclusione. Il mercato non ci ha dato opportunità da cogliere.

 

Modulo? Non possiamo cambiarlo perché abbiamo due attaccanti bravi o due mediani bravi. Si può fare calcio anche con il play incontrista e non solo con il play mediano. Il calcio non si può fare solo come dice qualcuno. Io i migliori risultati li ho avuti sempre con il mediano che non era regista davanti alla difesa. A Lecce ho fatto le salvezze con Lima, con la Fiorentina sono andato in Champions League con Felipe Melo. L’unico anno che ho sbagliato la stagione alla Fiorentina è stato quando ho messo D’Agostino davanti alla difesa. Si chiama linea mediana, significa che deve stare a protezione della difesa. La qualità va ricercata in avanti.  

 

Spesa? Per il settore giovanile ho speso quanto spende per mezzo giocatore uno dei top club.

Alla Fiorentina comprai Vlahovic a 1,5 milioni per metterlo nella primavera, sfidando tutte le dinamiche del mercato, dandogli 400 mila euro di ingaggio, occupando il posto da extra comunitario. (Interviene Sticchi: “Fra acquisizioni e stipendi la spesa in totale è stata di 650 mila euro).

 

Baroni? Abbiamo avuto il tempo per programmare e prendere i giocatori funzionali. Tutto potevo immaginare tranne che da esterni saremmo riusciti a trovare giocatori importanti come Di Mariano e Strefezza. Quando hai giocatori ereditati, figli di concetti diversi dal tuo credo, ci vuole tempo per modificare lo stile di gioco. Per vincere a calcio bisogna velocizzare e verticalizzare. Helgason è stato presto perché ha queste caratteristiche, anche Gargiulo. Qualcuno che è rimasto deve capire che questo non è il calcio che si faceva lo scorso anno, è un calcio diverso. L’allenatore è arrivato da poco, non possiamo pretendere che abbia la bacchetta magica. La squadra è forte ma attenzione perché anche le altre squadre sono forti e competitive come noi. Siamo tutti a rischio retrocessione, c’è troppo equilibrio.

 

Lo scorso anno l’età media era di 26,62, i giocatori che abbiamo acquistato hanno un’età media di 24,41 e l’età media della rosa attuale è di 25,17.”

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