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Ha sorpreso un po' tutti il capitano del Lecce nella partita contro l'Ascoli, in cui era assente per squalifica Fabio Lucioni.

A stringere al braccio quella fascia è stato Arturo Calabresi.
Una scelta non casuale anche se difficile da prevedere, spiegata da mister Baroni dopo il successo casalingo:

Arturo rappresenta lo spirito che voglio nel gruppo. Dà tutto sempre, a prescindere dal ruolo, anche negli allenamenti. Mi sembrava un giusto premio. All’inizio aveva avuto qualche problema ma ha saputo sempre comportarsi correttamente in maniera impeccabile. 
È un punto di riferimento per la squadra."

Un modello da seguire il calciatore di proprietà dei giallorossi lo è sempre stato, anche quando le presenze scarseggiavano. Nella prima parte della stagione l'ex Bologna aveva trovato poco spazio negli 11 titolari, sia per la sorpresa Gendrey che per la sua condizione fisica non ottimale dopo diversi mesi lontano dal terreno di gioco.

A gennaio per qualche settimana si era prospettato persino un possibile addio, dato che il Brescia aveva preso informazioni, pronto ad assicurargli un posto da titolare.
Il Lecce fece muro e Calabresi si convinse: la continuità in B poteva trovarla già nel Salento.

Dal rifiuto alla formazione di Inzaghi ha giocato praticamente sempre, collezionando undici presenze dal 16 gennaio ad oggi.

Sia da terzino destro propenso alla spina che da difensore centrale all'occorrenza, il classe 1996 si è rivelato una risorsa importantissima, forse imprescindibile.

È stato definito da più di qualcuno il miglior acquisto del mercato invernale ed effettivamente quel rifiuto alle rondinelle si è rivelato un vero colpaccio.

In meno di due mesi da possibile cessione a leader con la fascia di capitano al braccio: il Lecce si gode Calabresi, trascinatore silenzioso ed esempio da seguire.

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