L'equilibrio è la chiave della salvezza: i numeri della fase difensiva che il Lecce deve migliorare
La classifica della Serie A vede il Lecce al quintultimo posto, con 10 punti raccolti in 12 partite. Uno score non entusiasmante ma nel complesso soddisfacente dopo il primo spicchio di campionato. Di certo i giallorossi sono chiamati a sfruttare gli impegni del prossimo mese (Cagliari, Genoa, Bologna in casa, Fiorentina e Brescia in trasferta), per guadagnare terreno su dirette concorrenti nella lotta salvezza e alzare la media di punti conquistati a partita. L’obiettivo è chiaro: arrivare alla fatidica “quota 40”, tenendosi almeno tre squadre alle spalle in classifica il prossimo maggio. Molto difficile, ma non impossibile, per quello di buono che la squadra di Liverani ha fatto vedere finora sul campo.
Un aspetto però rivestirà un ruolo chiave per il prosieguo del campionato dei giallorossi: l’equilibrio fra attacco e difesa. Questo è probabilmente il tema sul quale il Lecce dovrà lavorare con maggiore concentrazione per migliorare e giocarsi al meglio le proprie carte in chiave salvezza. Alcuni numeri, infatti, rendono l’idea di come la difesa (intesa come fase difensiva nel complesso) sia la nota dolente della prima parte del campionato, a fronte di un attacco che invece ha reso all’altezza delle aspettative fino ad ora.
I numeri offensivi della squadra salentina sono infatti decisamente positivi. Il Lecce ha segnato 15 reti, più tante altre squadre invischiate nelle parti basse della classifica. Più del doppio di SPAL e Sampdoria a quota 7, più dell’Udinese che ne ha segnati 8, più del Milan fermo a 11 e anche più del Genoa, che con 14 reti è fra le squadre più prolifiche della parte destra della classifica. Oltre al numero delle reti segnate, anche il dato relativo ai tiri lascia intendere come il Lecce arrivi alla conclusione piuttosto agevolmente. I giallorossi hanno una media di quasi dieci tiri a partita e si trovano all’undicesimo posto nella classifica delle conclusioni. Una graduatoria, quest’ultima, nella quale il Lecce si lascia alle spalle dirette rivali nella corsa salvezza come Brescia, SPAL, Verona, Udinese, fa meglio del Torino e addirittura del Cagliari in odor di Europa. Emblematica del potenziale offensivo della squadra è stata proprio l’ultima partita contro la Lazio, nella quale i salentini hanno tirato verso la porta avversaria in 18 occasioni. Strakosha, portiere dei biancocelesti, contro i giallorossi ha effettuato ben 8 parate, suo record personale negli ultimi due anni.
L’altra faccia della medaglia però è la fase difensiva. Il Lecce è la seconda peggiore difesa del campionato con 25 reti subite (ha fatto peggio solo il Genoa con 26), una media di poco superiore ai due gol a partita. Ma al di là del numero di reti al passivo, ci sono due statistiche che esaminate in combinato fanno riflettere: quella del possesso palla medio a partita e quella dei chilometri percorsi. Per quel che riguarda il primo dato, il Lecce è la penultima squadra per minuti di media a partita (20’06) trascorsi con il possesso della sfera. Peggio dei giallorossi ha fatto solo il Brescia. Inoltre il Lecce muove mediamente il pallone molto più nella propria metà campo piuttosto che nella metà campo avversaria: per l’esattezza, dei circa 20 minuti di media a partita nei quali la squadra ha il possesso del pallone, 11’45 trascorrono nella metà campo difensiva e poco più di 8’ in quella offensiva. Al tempo stesso però, il Lecce è una delle squadre che corre di più nell’intera serie A, trovandosi al quarto posto della speciale classifica dietro Inter, Parma e Juventus. Come leggere questi dato? La squadra di Liverani sicuramente corre, e corre anche tanto, ma essendo in media la penultima squadra per maggior possesso palla del campionato, passa gran parte della partite a rincorrere. In campo, d’altronde, non basta correre, è necessario anche saper correre e muoversi bene nell’occupare le zone del campo facendo schermo agli avversari. Liverani, in una delle prime conferenze stampa di inizio campionato, sottolineò come servisse tempo affinché i reparti trovassero le giuste distanze e notevoli segnali di miglioramento, sotto questo punto di vista, sono arrivati nelle ultime uscite, dove la squadra è apparsa più compatta fra le linee soprattutto in fase di non possesso. Passi avanti notevoli rispetto alle prime giornate, nelle quali molto spesso i giallorossi apparivano più sfilacciati lungo in campo.
Ma c’è un altro dato che deve accedere un campanello d’allarme: Gabriel è il secondo portiere del campionato ad aver subito più tiri in assoluto (51, contro i 53 di Sirigu). Segnale che il Lecce in attacco tira tanto ma dietro subisce ancor di più. Ed infatti i giallorossi sono la squadra che in media concede più tiri a partita agli avversari (20.8 contro i 18.1 del Verona). Ma non solo, poiché il Lecce è anche la terza squadra del campionato a subire più tiri dall’interno dell’area di rigore (il 58% del totale dei tiri subiti arriva dall’interno del perimetro dell’area) ed è anche la squadra che in assoluto ha subito più reti su azione manovrata degli avversari (ben 19, il Genoa, secondo in questa speciale classifica, è dietro a 14). Sintomo di come la fase difensiva spesso si faccia trovare impreparata, soprattutto nelle imbucate avversarie. Non è un caso se la Juventus, nel match finito 1-1, ha creato le maggiori difficoltà con i filtranti di Dybala per Higuain e se Sassuolo e Lazio sono entrambe riuscite ad andare a rete nelle ultime due partite grazie a dei filtranti a difesa schierata. Sia chiaro, si tratta di criticità che non coinvolgono la difesa, bensì la fase difensiva. E’ lo stesso Liverani, a ripeterlo spesso in conferenza stampa: il primo attacco parte dalla difesa e la prima difesa parte dall’attacco, pertanto è necessario attaccare e soprattutto difendere di squadra. E’ la squadra nel complesso a dover migliorare i movimenti e a stringere le linee per limitare le sortite avversarie, al netto di alcune disattenzioni che talvolta sono arrivate dai singoli. A questo proposito però, va sottolineato comunque come le prestazioni individuali dei difensori nel primo terzo di stagione siano state complessivamente positive. Lucioni e Rossettini si stanno dimostrando all’altezza della categoria e infondono sicurezza al reparto con le loro giocate. Entrambi, inoltre, sono fra i migliori recuperatori di palloni della serie A: 148 palloni recuperati per Lucioni, appena uno in più del suo compagno al centro della difesa. Ma anche sulle fasce, Calderoni e, soprattutto nelle ultime, partite Meccariello stanno dando tanto in termini di abnegazione e impegno. Il bilancio globale del campionato del Lecce, pertanto, mostra come i giallorossi sono una squadra all’altezza che può competere ad armi pari con le altre contendenti per la conquista della salvezza. Ma quanto fatto finora non basta. Sarà necessario compiere ulteriori step di crescita, soprattutto negli aspetti legati alla fase difensiva, rispetto alla quale c’è ancora da migliorare e i numeri, in tal senso, non mentono. Ma il tempo e la voglia di migliorare e stupire di questa squadra, aiuteranno sicuramente in questo percorso.
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