Di Michele fuga i dubbi: "A 34 anni con i tifosi del Via del Mare mi sentivo un leone"
David Di Michele, una carriera indissolubilmente legata al Lecce. Per lui 71 presenze e 22 reti in maglia giallorossa nell’arco di due stagioni e mezzo, durante le quali ha conquistato una promozione in serie A e una salvezza nella massima serie. Sette anni fa, nell’ultimo anno di A, era lui l’attaccante della squadra giallorossa e sette anni dopo, l’11 maggio 2019, era presente al Via del Mare per assistere a Lecce-Spezia, la partita decisiva che ha spalancato nuovamente le porte del paradiso ai salentini. Pianetalecce.it ha contattato l’attaccante classe ’76 per parlare delle sue emozioni per il ritorno in A del Lecce, delle prospettive future della squadra giallorossa e degli obiettivi di mercato, uno in particolare, sul taccuino del d.s. Meluso.
David, il Lecce è tornato finalmente in serie A, a sette anni di distanza da quello che è stato il “tuo” Lecce.
“Sette anni fa quel doppio salto all’indietro dalla A alla C fu una mazzata per tutti, ma la promozione di quest’anno è un’emozione molto forte. Dopo tanti anni in cui molti avevano perso ormai le speranze di tornare nel calcio che conta si è riusciti in due stagioni avvincenti, e soprattutto vincenti, a fare il doppio salto. Ritornare in A in questo modo credo sia stato ancora più bello. Chi ama veramente il Lecce non lo fa a seconda delle categorie, però chiaramente giocare la serie A dà ulteriore entusiasmo alla piazza”.
Ora però c’è la sfida della serie A, un campionato difficile nel quale le neopromosse devono prepararsi al meglio se vogliono conquistare la salvezza.
“Le neopromosse ogni anno fanno più fatica, perché ovviamente c’è un gap importante anche dal punto di vista economico con le squadre che militano in A da più tempo. Affinché una neopromossa riesca a conquistare la permanenza nella massima serie ci vogliono entusiasmo, un gruppo unito e tanta corsa. Se ti devi salvare devi saper sopperire con la corsa al divario qualitativo che c’è con le squadre più blasonate. Quando giochi con agonismo e determinazione ce la puoi fare. Poi chiaramente ci vuole un gruppo granitico. Questo è un aspetto che fa la differenza”.
Quello del Lecce è un progetto ambizioso che punta a continuare nel suo percorso di crescita anche nel prossimo anno, nonostante l’asticella delle difficoltà sia ovviamente molto alta.
“Sicuramente la serie A sarà difficile, ma a Lecce ci sono tutte le componenti per fare molto bene. Soprattutto per l’ambiente che si è creato attorno alla squadra, noto che c’è una forte unione di intenti fra squadra, società e tifosi. Ecco, penso che proprio i tifosi siano la benzina per far continuare a correre questo Lecce, ero presente a Lecce-Spezia e notavo come lo stadio strapieno riuscisse a fare la differenza. Il tifo a Lecce riesce a dare una spinta in più alla squadra”.
Parliamo di mercato. C’è un nome che infiamma la piazza leccese, ed è quello di Burak Yilmaz…
“È un giocatore importante, ha sempre fatto tanti gol con i club e in nazionale. Un acquisto del genere darebbe un forte segnale al resto della serie A, perché mostrerebbe a tutti che il Lecce c’è ed è ambizioso. So che la trattativa è difficile ma non è impossibile, credo che il solo fatto che si sia pensato ad un profilo del genere dimostri che la società voglia fare le cose davvero in grande”.
Yilmaz, fra l’altro, arriverebbe a Lecce a 34 anni. Tanti quanti ne aveva Di Michele quando arrivò nel 2010.
“Nove anni fa per me venire a Lecce fu una sfida soprattutto con me stesso, per dimostrare che si sbagliava chi diceva di me che ovunque andassi si generava il caos. Qui a Lecce c’è stata subito un’alchimia particolare, ho fatto il calciatore perché amavo farlo ed amavo vedere la gente divertirsi allo stadio e questo è quello che è successo nel Salento. Quando si hanno le giuste motivazioni anche l’età passa in secondo piano. È vero che quando sono arrivato a Lecce avevo 34 anni, eppure quando scendevo in campo con la spinta dei tifosi mi sentivo un leone, correvo senza sentire la fatica, come se di anni ne avessi ancora venti. Questo lo devo soprattutto all’amore della gente di Lecce, che ha capito l’uomo e il giocatore che ero. Terrò sempre nel mio cuore l’affetto dei tifosi giallorossi perché l’esperienza a Lecce è stata la più bella della mia carriera”.
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