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È la sera di lunedì 26 agosto, l’Inter ha battuto il Lecce 4-0 e l’Italia ha (ri)scoperto Filippo Falco. Chi ha seguito con attenzione il Lecce, o più in generale la serie B, lo scorso anno era piuttosto curioso di vedere all’opera il fantasista di Pulsano nella massima serie. Era tornato in giallorosso la passata stagione, dopo un’annata complicata fra Perugia e Pescara, inizialmente come trequartista, prima di essere trasformato da Fabio Liverani in una meravigliosa seconda punta atipica. Il tecnico romano ha capito subito di avere davanti un elemento dalle qualità superiori alla media, con del talento ancora inespresso. Lo ha plasmato, strigliato più di qualche volta, reinventato in un nuovo ruolo. I risultati sono stati straordinari. Falco è stato un protagonista assoluto della cavalcata giallorossa verso la serie A. Gol, assist, dribbling, giocate da lasciare a bocca aperte i tifosi. In estate l’ex Bologna decide di lasciare la “venti” per vestire la “dieci”. Numero dimezzato ma responsabilità moltiplicate. Il dieci nel calcio non è un semplice numero, è il simbolo dei grandi artisti del gioco, di quei giocatori che dopo il primo dribbling ti alzi dal sediolino dello stadio perché senti che sta per succedere qualcosa di bello. Non è una scelta casuale: Falco vuole essere protagonista in A e vuole farlo con una maglia speciale. Ma affermarsi in un campionato così è cosa non semplice, specie se sei una neopromossa come il Lecce e se alla prima giornata ti tocca l’Inter di Conte a San Siro. Ma che il monday night di Milano potesse essere la serata di Falco si era intuito nel turno di Coppa con la Salernitana. Schierato, un po’ a sorpresa, falso trequartista, il fantasista giallorosso ci ha messo poco cominciare in bellezza la stagione. È stato la carica di esplosivo che ha fatto saltare per aria qualsivoglia schema difensivo avversario, ha segnato con una straripante azione personale e ha divertito il pubblico con le sue giocate. Primo test superato, ma adesso bisogna andare a giocare a San Siro. Come un meteorite che sai che sta per schiantarsi ma non puoi immaginare la portata dell’urto, così è l’approdo di Falco in serie A. Ed il suo impatto è devastante. Per la difesa dell’Inter ovviamente, che al netto di una porta mantenuta inviolata e di una vittoria tonda per 4-0, quando se lo vede arrivare davanti palla al piede inizia a ballare spesso e volentieri il mambo, rigorosamente salentino. A pochi giorni dalla partita, Falco aveva detto che quattro anni prima, al suo esordio allo Juventus Stadium gli tremavano le gambe. Quattro anni dopo le gambe che tremano sono solo quelle degli avversari. Tre momenti descrivono la sua straordinaria prestazione. Il primo nella fase iniziale di gara. Ripartenza del Lecce, Falco prende la palla nella sua metà campo e parte seminando avversari in velocità alle sue spalle, prima di imbucare d’esterno mancino per Lapadula. “Non male questo 10”, avranno pensato gli oltre 60 mila di San Siro. Il secondo è al minuto 47’. Falco prende palla al limite dell’area, si gira su sé stesso eludendo Brozovic e Sensi, poi affonda il colpo, si trova davanti Candreva e Skriniar e li salta entrambi con una finta secca col piede mancino: ta-ta, esterno-interno piede e due avversari lasciati sul posto. Uno slalom da medaglia d’oro come quello di Tomba a Calgary ’88. Lo ferma solo D’Ambrosio con una rovesciata disperata. “Questo 10 è forte forte eh”. Poi passano pochi minuti e mentre Liverani dalla panchina urla “PUNTA!”, Falco ha davanti Skriniar. Non uno qualsiasi, ma Milan Skriniar. Probabilmente insieme a Giorgio Chiellini e Kalidou Koulibaly il miglior marcatore nell’uno contro uno della serie A. No problem: Falco lo punta, sposta il pallone rapido sul mancino e in velocità lo salta secco, ancora una volta. Le luci a San Siro care a Vecchioni sono tutte accese sulla pulce di Pulsano, una sorpresa relativa per i tifosi del Lecce, molto più per chi Falco non lo ha mai visto giocare. La serata milanese ha dato grande visibilità all’attaccante giallorosso, il cui nome ha iniziato a circolare molto velocemente fra gli appassionati di calcio. La sua prestazione non è passata inosservata agli addetti ai lavori ed anche sui social il tam tam mediatico è stato non indifferente. Cercando il nome del fantasista classe ’92 su Twitter si leggono commenti del genere: “Chi è sto fenomeno del Lecce che si è smarcato tutti?”, “Falco > Bernardeschi”, “Penso sia il caso che Falco si fermi a Milano”, “Ma voi per le prossime gare della Nazionale chi vedete meglio al fianco di Pippo Falco?”. Già, la Nazionale. La scorsa settimana, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, il presidente Saverio Sticchi Damiani ha detto di sognare un Falco in maglia azzurra. Dopo la notte di San Siro ci piace immaginare che il C.T. Roberto Mancini abbia messo una stellina al fianco del nome del fantasista giallorosso.
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