La promozione, le 100 presenze, l'amore per la maglia: Mancosu, ritratto di un capitano
È l’estate del 2016 quando il Lecce di Sticchi Damiani e soci decide di mettersi alle spalle la delusione per la mancata promozione in Serie B e ripartire da zero. C’è da mettere in piedi praticamente ex novo una squadra competitiva che possa puntare alla promozione diretta e per fare il salto di qualità a centrocampo si pensa ad un sardo di 28 anni, che milita nella Casertana ma da giovane ha assaggiato la Serie A con il Cagliari e alle spalle una lunga carriera sui campi della Serie C. L’11 luglio 2016 Marco Mancosu si presenta alla sala stampa del Via del Mare, in punta di piedi, con l’umiltà, la serenità e la consapevolezza dei propri mezzi che di lì a poco tutti i tifosi del Lecce avrebbero iniziato ad apprezzare.
Ci si accorge abbastanza rapidamente che si è davanti ad un centrocampista di categoria superiore, e non lo si dice tanto per dire perché a tutti gli effetti le giocate di Mancosu fanno porre a tutti la stessa domanda: “Ma questo che ci fa in Serie C?”. Alla prima partita ufficiale timbra il cartellino al Via del Mare, segnando nel turno di Coppa Italia contro l’Altovicentino, poi arriva il campionato e sin da subito dà il meglio di sé nel ruolo di mezzala nel 4-3-3. Spirito di sacrificio, tempi d’inserimento e progressioni palla al piede, sono le doti principali che fanno di lui immediatamente uno dei beniamini della tifoseria leccese. Chiude la sua prima stagione in maglia giallorossa con 30 presenze e 6 gol. Certamente un bel bottino, ma che non basta per conquistare l’obiettivo di squadra stagionale. Il Lecce, infatti, si vede sbattere nuovamente in faccia le porte della Serie B, prima in campionato dove nulla può contro lo strapotere del Foggia, poi ai playoff, dove un palo beffardo nella lotteria dei rigori contro l’Alessandria cancella il sogno promozione. Mancosu, in quel drammatico pomeriggio al Moccagatta, è al fianco dei suoi compagni, piegati su sé stessi, in molti con il volto terso dalle lacrime. Il centrocampista sardo ancora non lo sa, ma è quella sera che comincia la cavalcata del Lecce verso la Serie B che arriverà l’anno dopo.
La squadra giallorossa riparte dalle macerie di Alessandria e trova la forza per programmare la stagione storica che porterà alla vittoria finale del campionato. Non senza qualche incidente di percorso, come le dimissioni di Roberto Rizzo e l’arrivo sulla panchina di giallorossa di Fabio Liverani, che vede in Mancosu uno splendido centrocampista con un grande potenziale, ottimo da plasmare per il suo 4-3-1-2 dove può fare sia la mezzala e sia il trequartista. Il centrocampista sardo ripaga la fiducia del tecnico romano e fa impazzire i suoi tifosi con prestazioni maiuscole e reti indimenticabili, come le bordate dalla distanza che nel giro di una settimana abbattono prima il Matera e poi il Cosenza. C’è tanto di Marco Mancosu nella vittoria del campionato, basti pensare che i suoi gol (sette in tutto) hanno portato al Lecce un totale di 13 (tredici!) punti in classifica. Tradotto significa che è stato dal punto di vista statistico il giocatore più decisivo del campionato.
La promozione è stato il coronamento di un percorso di crescita personale e di squadra, ma per Mancosu il meglio doveva ancora venire. Lui che dopo tanta gavetta era riuscito finalmente arrivato in quella “categoria superiore” che in tanti gli avevano detto di meritare negli anni precedenti. Pronti via, segna subito il primo gol del campionato del Lecce sul campo del Benevento: un missile dalla distanza, tanto per cambiare. Poi si ripete una settimana dopo segnando contro la Salernitana, e ancora alla sesta giornata contro il Cittadella. Nel settimo turno di campionato è l’autentico mattatore della vittoria per 0-2 sul campo dell’Hellas Verona, con un assist per La Mantia e un gol fuori area dei suoi da capogiro. Poi segna ancora, contro il Foggia e nuovamente contro Benevento e Salernitana. Mancosu che in Serie C era una grande mezzala, una volta sbarcato in Serie B si è trasformato in un meraviglioso trequartista, il più forte, probabilmente, dell’intera categoria. Lo scorso 26 gennaio ha raggiunto le 100 presenze in maglia giallorossa, un traguardo speciale visto che mai aveva giocato tante partite in una sola squadra. Lui che quest’anno ha assunto anche i gradi di capitano, ma guai a chiamarlo così: “Il capitano è Ciccio (Cosenza), poi c’è Andrea (Arrigoni) e poi ci sono io”, ha detto solo pochi giorni fa durante una conferenza stampa. Una frase che rispecchia molto Marco Mancosu: un ragazzo per bene, un giocatore fortissimo, uno per cui quella del Lecce non è più una semplice maglia, ma una seconda pelle.
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