Ramadani, qualificazione e felpa pro-Kosovo: la rabbia dei serbi
Il centrocampista del Lecce si è presentato alle telecamere con una felpa pro-Kosovo
Grande gioia per Ylber Ramadani. Il centrocampista del Lecce, arrivato in estate dall'Aberdeen per poco più di un milione di euro, giocherà nei prossimi campionati europei. Ad Euro 2024 ci sarà la sua Albania, prima nel girone E con 14 punti, davanti alla Repubblica Ceca seconda con 12 e alla Polonia terza con 11, che non può più centrare le prime due posizione.
Ramadani, che ha giocato ogni partita ufficiale del Lecce in questa stagione, in patria è un trascinatore, un punto fermo dell'Albania.
Alla sua Nazionale bastava il pari per raggiungere la qualificazione e venerdì è arrivato l'1-1 in casa della Moldova, che ha pareggiato i conti al minuto 87. L'esperto centrocampista nato in Germania ha disputato una gara di sostanza, restando in campo per tutto l'incontro.
I numeri della partita di Ylber Ramadani
Ramadani, felpa pro-Kosovo: che bordata ai serbi
Al termine della partita, Ylber Ramadani si è presentato alle telecamere per le interviste post-partita con una felpa dallo sfondo nero su cui è raffigurato un uomo dalla folta barba, ovvero Adem Jashari.
Di chi si tratta? È una delle figure di maggior spicco nella campagna per l’indipendenza del Kosovo, fondatore dell’Esercito per la Liberazione del Kosovo. Quest'ultimo venne ucciso assieme a parte della famiglia il 7 marzo 1998 dalle milizie serbe.
Jashari è visto in maniera opposta a seconda dello schieramento politico. Per kosovari e albanesi è un martire della patria, mentre per i serbi è un terrorista stato giustiziato al termine di un’ordinaria azione di polizia.
Il calciatore del Lecce, parallelamente, ha rivendicato il gesto di indossare quella felpa come atto identitario. Sui social i serbi non hanno reagito positivamente e, sotto ai post con la foto della felpa in questione, hanno ribadito il proprio schieramento politico.