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In Serie B c’è un attacco che ha LA FA-MA di essere uno dei più forti e spettacolari del campionatoLA, come LA Mantia, FA, come FAlco, MA, come MAncosu. Il trio delle meraviglie di un Lecce che segna a profusione sfruttando lo straripante momento di forma dei suoi tre giocatori d’attacco. Non è un caso se in tutti i sette gol con i quali la squadra di Fabio Liverani ha spazzato via l’Ascoli lo scorso sabato c’è lo zampino del tridente giallorosso. La Mantia ha messo a referto un gol, un assist ed ha guadagnato un rigore trasformato da poi da Falco, il quale ha messo a segno il tiro dal dischetto e ha fornito l’assist per il sesto gol di Tabanelli. Mancosu, invece, ha siglato una doppietta che gli ha permesso di raggiungere la doppia cifra in campionato, impreziosita dall’assist del raddoppio di Petriccione. Una giostra del gol, un’intesa ormai affinata fra tre giocatori molto diversi fra loro ma che assieme costituiscono un mix esplosivo e letale per le difese avversarie. Mancosu, Falco e La Mantia, presi singolarmente sono già di per sé elementi dalle elevate qualità tecniche individuali, ma amalgamati nel 4-3-1-2 di Liverani riescono a rendere ben oltre il 100%, perché spesso nel calcio il tutto vale molto più della somma delle singole parti. Fra i tre, il rendimento più sorprendente è probabilmente quello di Marco Mancosu. Che l’ex Casertana avesse tutte le carte in regola per poter essere protagonista in Serie B lo si era capito già nelle ultime due stagioni, ma a questo punto si può tranquillamente parlare di lui come del miglior centrocampista del campionato cadetto per rendimento e statistiche realizzative. Dieci gol, quattro assist, ha partecipato al 27% dei gol di squadre con prestazioni quasi sempre monstre. Leader tecnico e carismatico di una squadra della quale ha assunto anche i gradi di capitano. La sua è un’annata sontuosa, che potrebbe diventare perfetta con la promozione in quella Serie A che ha solo assaggiato con il Cagliari ormai dieci anni fa e che ora è determinato a riprendersi con la maglia del Lecce. Che dire, poi, di Filippo Falco. Decantare i suoi numeri eccezionali, a dire il vero, non basta per comprendere a pieno l’importanza del fantasista di Pulsano per la compagine giallorossa. Sono ben sette gli assist per i compagni, mentre i suoi gol in campionato sono cinque. L’ultimo proprio lo scorso sabato contro l’Ascoli, arrivato dopo un digiuno che durava dallo scorso novembre. Ma quello che impressiona del classe ’92 è la costanza di rendimento che mai prima d’ora aveva avuto in carriera. Le sue qualità tecniche non sono mai state in dubbio, ma l’impressione è che Fabio Liverani sia il tecnico giusto che può permettergli di esprimerle a meglio. Il tecnico romano lo ha re-inventato nella inedita posizione di seconda punta atipica: un po’ fantasista, un po’ incursore, un po’ ala offensiva. Falco in questo Lecce fa tutto e non sbaglia quasi nulla, ma soprattutto è l’elemento che più di tutti è in grado di sparigliare le carte sul banco, di cambiare il corso del match con una giocata. L’autentica miccia capace di accendere la fase offensiva giallorossa. Accanto a chi ricama le trame dell’attacco deve poi per forza di cose esserci chi scaraventa il pallone nella rete. E chi meglio di Andrea La Mantia, capocannoniere del Lecce con 12 reti all’attivo in campionato. Arrivato in estate come l’acquisto più oneroso della gestione di Sticchi Damiani & soci, il centravanti ex Virtus Entella ci ha messo un po’ per trovare la forma migliore e per integrarsi negli schemi della squadra, ma una volta messosi in corsa è diventato un treno inarrestabile. Lo ha detto lo stesso Fabio Liverani alcune settimane fa, La Mantia adesso  è un’atleta eccezionale che si batte lungo tutto il campo, fa a sportellate con gli avversari, aiuta la squadra in entrambe le fasi, ma soprattutto fa gol. Ben sei nelle ultime sette partite, quasi uno ogni 90 minuti. Numeri da vero bomber, numeri da centravanti che può portare una squadra in Serie A. E allora sì, con questi tre là davanti, il Lecce può sognare per davvero. La fame di gloria, e LA FA-MA, a questa piazza non mancano di certo.
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