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Obiettivi differenti ma stessa voglia di far bene e di dare continuità ai risultati. Da un lato il Lecce, reduce dall’1-2 in campionato sul campo del Torino che ha portato i primi 3 punti in classifica ai giallorossi. Dall’altro il Napoli, che ha bisogno di inanellare risultati per tenere alto il passo nelle zone nobili della graduatoria. LO STATO DI FORMA I partenopei arrivano all’appuntamento al Via del Mare di domenica alle ore 15 sulle ali dell’entusiasmo. In campionato la squadra allenata da Ancelotti ha sei punti in classifica, frutto della vittoria rocambolesca per 3-4 della prima giornata sul campo della Fiorentina e del 2-0 inferto alla Sampdoria fra le mura amiche nell’ultimo turno di campionato. Nel mezzo, il passo falso di Torino contro la Juventus, con quella sconfitta per 4-3 maturata allo scadere per una sfortunata autorete di Koulibaly, dopo che gli azzurri erano riusciti a recuperare tre reti di svantaggio ai campioni d’Italia in carica. Il primo momento di svolta della stagione del Napoli c’è stato martedì sera, quando gli uomini di Ancelotti hanno battuto per 2-0 il Liverpool campione d’Europa nel primo match della fase a gironi della Champions League. Una vittoria importante per il cammino nella competizione continentale ma soprattutto per il morale della squadra e dell’ambiente. Un successo arrivato al termine di una partita ben giocata, nella quale il Napoli ha messo in bella mostra tutte le sue qualità migliori contro un avversario monstre come i Reds di Jurgen Klopp. Sotto questo punto di vista, gli azzurri arriveranno al Via del Mare in fiducia, consapevoli dei propri mezzi e con la voglia di ripetere quanto di buono fatto in ambito europeo. I PUNTI DI FORZA Punto di forza del Napoli è sicuramente l’impianto di gioco. Al secondo anno della gestione Ancelotti, la squadra ha una fisionomia ben definita, che prescinde dal modulo con il quale gli azzurri vengono schierati sul campo. Sulla carta il modulo di riferimento è il 4-4-2, ma la duttilità e l’interscambiabilità degli interpreti sono fattori che rendono la squadra azzurra imprevedibile e in grado di dare pochi punti di riferimento agli avversari. Nel primo scorcio di stagione, inoltre, la squadra ha dimostrato di avere una buona condizione fisica, anche nell’impegno ravvicinato Serie A-Champions League.

Ulteriore fattore positivo è lo stato di grazia di alcuni elementi chiave della rosa. In difesa, oltre alle vecchie certezze, i partenopei hanno scoperto un Di Lorenzo in grado di poter fare la differenza lungo l’out di destra. In mezzo al campo, in attesa del salto di qualità definitivo di Fabian Ruiz, ha ben impressionato il macedone Elmas, mentre in attacco sembrano essere già essere entrati bene negli schemi della squadra i nuovi arrivati Llorente e Lozano.

 

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Contro il Lecce, il gioco sulle fasce potrebbe fare la differenza. A sinistra opera la catena composta da Ghoulam, Zielinski e Insigne. Quest’ultimo può giocare anche da seconda punta, ma preferisce partire largo sulla fascia e puntare l’uno contro uno, la sua specialità. Dal lato opposto del campo occhio a José Maria Callejon: i suoi tagli alle spalle dei terzini sanno essere letali. I PUNTI DEBOLI Difficile trovare delle falle nella squadra partenopea, che però qualcosa ha dimostrato di poter concedere in quest’inizio di stagione. Basti pensare che nelle prime tre partite di campionato il Napoli ha subito più reti (7) rispetto al Lecce (6). Un dato che per certi versi lascia il tempo che trova considerando che è parametrato su appena tre partite ma che sicuramente non farà piacere ad Ancelotti. Il tecnico in difesa può contare su Koulibaly e Manolas, due difensori di primissima fascia ma che, fisiologicamente, devono ancora affinare al meglio l’intesa. Due sono gli aspetti che possono creare problemi alla squadra azzurra. Il primo è mentale: il Napoli potrebbe correre il rischio di arrivare scarico emotivamente dopo l’intesa sfida infrasettimanale contro il Liverpool, nonostante possa contare su giocatori forti e di esperienza che in passato hanno già vissuto queste situazioni. Il secondo riguarda il turnover: Ancelotti dovrebbe dare spazio a molte “seconde linee” (ammesso che un attaccante come Arkadiusz Milik, possa ritenersi una “seconda linea”). Rimescolare le carte potrebbe far perdere alcuni automatismi alla squadra.
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