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GABRIEL 6: giornata poco impegnativa, nonostante i due gol subiti, sui quali non poteva fare granché. ADJAPONG 5: Di Mariano lo costringe agli straordinari in difesa e la sua prestazione ne risente. Gioca troppo schiacciato e anche quando si spinge in avanti non incide. LUCIONI 6: riesce a farsi valere nei duelli individuali, in una partita molto complessa. Un po’ impreciso in fase di impostazione. MECCARIELLO 5: qualche svarione di troppo, Forte è un cliente scomodo e lui va in difficoltà. ZUTA 5: si affaccia qualche volta in avanti, soprattutto nel primo tempo, ma palla al piede pasticcia troppo. PAGANINI 5: poteva fare qualcosa in più sull’1-2 di Forte, nel secondo tempo ha l’occasione per il pari ma incespica in area di rigore. >>> LISTKOWSKI s.v. TACHTSIDIS 6: il Venezia è bravo a schermarlo e lui fa fatica a far girare la squadra come suo solito. Impreciso in qualche sventagliata, ma sempre faro prezioso in mezzo al campo. >>> MAJER s.v. HENDERSON 5: giornata no per lo scozzese, che non riesce a trovare spunti interessanti in mezzo al campo e sbaglia troppo palla al piede. >>> FALCO 6,5: entra e inventa, fornendo l’assist a Coda per il 2-2. MANCOSU 6,5: ha il merito di trovare il gol del vantaggio nel primo tempo, cala un po’ nel corso del match. STEPINSKI 5,5: partita di sacrificio, gioca tanti palloni ma sempre lontano dalla porta. >>> PETTINARI s.v. CODA 7,5: con una giocata sensazionale propizia l’1-0, poi nella ripresa timbra il gol del 2-2. È l’autentico trascinatore del Lecce. CORINI 6: il suo Lecce si trova davanti un Venezia organizzato e ben messo in campo, capace di ribaltare la partita nonostante l’iniziale vantaggio dei padroni di casa. I giallorossi fanno un po’ fatica a prendere le contromisure alla squadra veneta, ma alla lunga riescono a far emergere la qualità portando a casa un punto importante, per come si erano messe le cose. Fondamentali, ancora una volta, i cambi, ed in particolare l'ingresso di Falco. L’importante ora sarà continuare nel percorso di crescita nel tour de force di dicembre.
Ciro e Michele, eroi senza tempo
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