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Lecce-Bologna 2‑2: non è soltanto un pareggio rocambolesco, ma una pagina nuova nella storia del calcio giovanile italiano. Al 94′, sulle ultime briciole della partita, Francesco Camarda infila il gol del pareggio con un colpo di testa perfetto su calcio d’angolo. Quel momento – 17 anni e 202 giorni compiuti – lo proietta direttamente nell’Olimpo dei record: è il giocatore più giovane a segnare dopo il 90° minuto in Serie A da quando Moise Kean lo fece, a 17 anni e 88 giorni, con la Juve contro il Bologna il 27 maggio 2017.

Un dettaglio quasi poetico: lo “scalpo” è lo stesso avversario, il Bologna, che diventa teatro dell’impresa storica prima per il baby Kean, ora per l’altro – talmente giovane – Camarda. Non è un caso che tale circostanza faccia accendere i radar dei recordman: il gesto del ragazzino, in quella frazione finale, assume contorni simbolici di un talento che già vuole prendersi spazio nei tabelloni e nei palcoscenici.

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La partita che vale una carriera

La serata al “Via del Mare” è stato un’altalena di emozioni. Il Lecce parte bene: al 13′ Coulibaly infila il vantaggio approfittando di una respinta corta di Skorupski. Il Bologna replica al 45′ con Orsolini su rigore, poi nella ripresa ribalta con Odgaard al 71′. Sembra finita. Invece, a tempo quasi scaduto, il Lecce confeziona l’ultima occasione: corner, Falcone in area, palla che arriva là dove serve e spunta Camarda, che sfodera il salvataggio giallorosso. Il bottino è un pari – ma per lui è molto di più: primo gol in Serie A, spesso imbocchiamo la porta giusta al momento giusto. 

Non solo: con quella rete, Camarda diventa anche il marcatore più giovane della storia del Lecce in Serie A, sopravanzando il primato che resisteva da anni, appartenuto a Valeri Bojinov (17 anni e 330 giorni all’epoca, contro il Bologna anche in quel caso)

Il dato curioso che esalta lo scenario

Il fatto che il record riguardi gol segnati dal 90° minuto in poi fa la differenza. Non si tratta semplicemente di “un gol giovane”, ma di un momento in cui la stanchezza, il nervosismo, il cronometro sono alle soglie della resa. È proprio in quel frangente che si leggono i veri attaccanti: chi ha fiuto, chi non ha paura di osare, chi ha la testa ancora lucida nonostante tutto.

Ecco perché la statistica assume valore: Kean, quel 27 maggio 2017, lo fece contro il Bologna; ora Camarda, con quel gol al 94′, si inserisce esattamente in quella categoria elitaria. Ci sono record che pesano più di un semplice primato numerico: vanno letti come manifestazioni del carattere, della personalità e della spinta mentale in momenti cruciale.

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Gaspar e Camarda

Il contesto: molto più di un semplice baby

Camarda non è un ragazzino qualsiasi. È di proprietà del Milan, in prestito al Lecce, ma con una storia di primati alle spalle: esordio giovanissimo in A, rendimento eccellente nelle giovanili, già attenzioni internazionali. Quando firma l’angolo decisivo nel recupero, non segna solo per la statua delle statistiche: segna per la squadra, per i compagni, per i tifosi. In quell’istante, tutto il Via del Mare esplode.

Alla fine della partita, tra l’altro, Camarda – nell’euforia – si toglie la maglia per festeggiare: cartellino giallo in tasca, ma memoria indelebile per chi lo ha visto. 

Dove può andare?

Se già oggi il suo nome risuona nei tabellini dei record, il futuro è un campo sterminato. È presto per dire se diventerà un bomber di razza o un volto che resta nella memoria, ma certe luci non si spengono facilmente. Il dato curioso – il gol nel recupero, più giovane da Kean – non è solo una curiosità da box statistiche: è un segnale, un avvertimento.

Lecce-Bologna 2‑2 non resterà una riga nei tabellini. Resterà come l’atto di nascita simbolico di Camarda nel grande calcio italiano, un proclama silenzioso che spesso i giovani talenti lasciano con una giocata, un lampo, un record scritto al 94′.

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