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Il centrocampista Manuel Scavone è tornato a parlare in conferenza stampa per la prima volta dopo gli attimi di paura vissuti lo scorso venerdì sera in Lecce-Ascoli. Queste le sue parole: "Volevo ringraziare il popolo giallorosso, in questi giorni mi sono arrivati tantissimi messaggi che mi hanno fatto sentire calore e vicinanza. Il loro calore mi ha riempito il cuore. Ringrazio anche i tifosi avversari per i pensieri nei miei confronti. Volevo ringraziare tutta la famiglia del Lecce, ho potuto constatare che questa è una famiglia nel vero senso della parole, ho sentito la vicinanza di tutta la società e questo mi ha fatto piacere e mi ha dato tanta forza. Un grazie ai miei compagni che sono ragazzi stupendi, a tutto lo staff sanitario del Lecce, tutti i medici allo stadio e il reparto di pronto soccorso e rianimazione dell’ospedale. Io mi ricordo poco ma da quello che mi hanno detto devo essere grato a loro per il soccorso e i trattamenti ricevuti in questi giorni". "Con la mia famiglia non ci sono state grosse parole ma solo grandi abbracci e commozione, mia moglie da casa ha passato brutti momenti. Le immagini le ho riviste ma mi sembra di vedere un’altra persona, mi sembra una cosa distante da me. L’ultimo ricordo che ho è il fischio d’inizio. La prima domanda che ho fatto al dottore Congedo è stata quando posso tornare. Noi viviamo per questo, è il nostro lavoro ma anche la nostra passione. Spero di tornare il prima possibile per raggiungere l’obiettivo che abbiamo. Abbiamo vissuto questa brutta situazione ma adesso dobbiamo concentrarci su Venezia che è una partita difficile. Ciciretti l’ho sentito per messaggio, so di quello che tanti miei colleghi e compagni hanno fatto non solo in campo ma anche per il sostegno delle ore successive. Anche con Beretta abbiamo giocato insieme, è un bravo ragazzo e sono scontri che pssono capitare. Mi ha abbracciato perché gli dispiaceva molto, ma non c’era motivo di chiarimenti perché sono cose che succedono. Sulla decisione di sospendere la partita non posso entrare nella testa dei miei compagni, ma se vedessi un mio compagno con gravi problemi di salute anch’io non me la sentire di giocare. Va dato merito ai giocatori dell’Ascoli che hanno accettato questa decisione che non era scontata".
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