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Pantaleo Corvino, Responsabile dell'Area Tecnica del Lecce, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco di seguito le sue parole: 

Chiesa e Vlahovic possono diventare una coppia da 50 gol? 

“Potenzialmente non hanno limiti. Dusan ha già dimostrato di essere un campione tanto alla Fiorentina quanto alla Juve, quando è stato bene. Fede è il migliore nel suo ruolo: assist e gol, sempre d’autore”. 

Alla Juve Vlahovic ha conosciuto anche le prime critiche: quale le ha dato più fastidio? 

“Ma stiamo scherzando? Dusan non si discute. Per Vlahovic, oltre ai numeri da big, parla il talento. È un centravanti completo: ha fisico, senso del gol, buona tecnica, progressione, abilità nel gioco aereo. E poi è ancora giovane”.

Se la Juve, fresca di penalizzazione, dovesse restare fuori dalla coppe europee quale consiglio darebbe a Vlahovic?

“Di restare a Torino, pure senza Champions. La Juve è sempre la Juve, un punto di arrivo. E dopo una tempesta, arriva sempre la quiete”.

Che effetto le fa vedere il suo Lecce appena 3 punti sotto la Juventus in classifica?

"La Juventus è di passaggio".

In passato è mai stato vicino al Di Maria giovanissimo del Rosario Central?

“Sono sincero, no. Detto questo, un tridente Di Maria-Vlahovic- Chiesa è il top per un tecnico”.

Fagioli, Miretti, Soulé: il suo fiuto per il talento sul quale dei tre le farebbe puntare di più? 

"La destrezza di Fagioli e Soulé può attirare, però la sostanza di Miretti mi sembra più funzionale in una squadra". 

Per la difesa del futuro della Juventus si parla anche di Pavlovic del Salisburgo... 

“Quando si pesca tra i serbi, difficilmente si sbaglia”.

Nella Fiorentina di Italiano, oltre a Milenkovic, sono rimasti tanti giocatori della sua gestione: Terracciano, Biraghi, Sapo- nara, Castrovilli, Sottil, Terzic... 

“Hanno rispettato tutti le aspettative. A parte Terzic, che è ancora tutto da scoprire, ma in senso positivo. Finora alla Fiorentina sta mancando un po’ di cinismo in avanti e un po’ di fortuna”. 

Se pensa alla Roma che sfida oggi?

“Oltre a Mou, che non scopro io, penso a Tiago Pinto. Un manager si giudica per quello che trova quando arriva e per quello che lascia quando saluta. Oltre che per i risultati. Tiago Pinto mi piace per come ha lavorato sul mercato: nonostante il fair play finanziario, che ha ereditato, lo scorso anno la Roma ha vinto la Conference e in questa stagione sta lottando per il secondo posto. Ho apprezzato la gestione del colpo Dybala in entrata e quella di Zaniolo in uscita”.

Corteggiati sono anche i suoi giocatori del Lecce. Baschirotto, Hjulmand, Strefezza...

“In un periodo in cui di marcatori puri ce ne sono sempre meno, Baschirotto è un ottimo esempio. Hjulmand sta dimostrando sul campo di essere da big e gli interessamenti dei grandi club lo confermano. Strefezza? Non si trova spesso un esterno/seconda punta da 21 gol in una stagione e mezzo”.

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