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Una sconfitta di misura per i giallorossi all'Olimpico di Roma, contro la Lazio,  ancora una volta immeritata ma che consente alle inseguitrici di accorciare pericolosamente. Perché immeritata? Perché al cospetto di una delle squadre più forti del campionato, il Lecce è riuscito a ribattere colpo su colpo, a tirare per 11 volte verso la porta avversaria, in cinque casi in maniera davvero pericolosa ed ha subìto gol per una colpevole disattenzione su una rimessa laterale contesa, poi assegnata ai biancocelesti. Un primo tempo tatticamente perfetto, nel quale i salentini hanno rischiato pochissimo ed hanno provato a fare male con due incursioni mortifere che meritavano miglior fortuna e sicuramente più incisività da parte di Krstovic e Kaba, gli uomini a cui sono capitate. Poi, come di consueto, nel secondo tempo c'è stato il calo, ma non per questo la prestazione degli uomini di D'Aversa è stata meno "dignitosa". Il risultato danneggia il Lecce e premia oltremisura una Lazio che tutto ci è sembrata tranne che una squadra reduce da quattro vittorie consecutive, questa è la quinta.

Si poteva fare di più? Si, certamente. Ancora una volta dobbiamo saper distinguere la "prestazione" dal risultato: la prima sicuramente sopra la sufficienza, il secondo pessimo perché parliamo dell'ennesima sconfitta. Dicevamo che probabilmente si poteva fare di più, perché la sensazione è che si sia fatto il "compitino" anche se bene, nel complesso un po' ingessati ma se si vogliono portare a casa queste partite non basta essere scolastici, anche se non vogliamo dimenticare i tanti assenti (tre in coppa d'Africa, Sansone infortunato e gli "assenti" di una piccola come il Lecce non "pesano" allo stesso modo di quelli di una Lazio). 

Kaba contro Rovella
Kaba contro Rovella

Ricordiamo però che le sconfitte non sono tutte "figlie dell'allenatore". forse bisogna dare le giuste responsabilità anche a chi scende in campo. Il mister non è esente da colpe e chiariremo il perché secondo noi, ma quando riesci ad arrivare per tante volte pericolosamente davanti alla porta avversaria senza riuscire a segnare, il condottiero può fare ben poco. Abbiamo Krstovic che continua la sua fase non prolifica, nonostante abbia disputato una partita sufficiente nella quale si è battuto come un leone, ma non segna. Abbiamo Gonzalez che è tornato ad essere un pesce fuor d'acqua; il ragazzo corre tanto, spesso male, ma non vince un duello e nelle occasioni in cui ha avuto la palla tra i piedi guidando la transizione offensiva ha sempre fatto la scelta sbagliata, vanificando il tutto. Poi c'è l'incognita Oudin che a quanto pare, unitamente a Krstovic, in questo periodo è nelle grazie di D'Aversa. Il "mago" fa poche magie, corre pochissimo e della sua partita restano impresse la bellissima apertura di prima per Krstovic ma anche il liscio di sinistro a colpo sicuro nell'area della Lazio che ci ha lasciati a bocca aperta. Dall'altro lato Almqvist in precarie condizioni e sulla fascia sbagliata nel primo tempo è stato praticamente uno di meno. 

Dicevamo delle responsabilità di D'Aversa: a nostro modo di vedere le sostituzioni sono state tardive, provare la doppia punta a dieci minuti dalla fine all'Olimpico, è un'operazione che ha poco senso, doveva farla prima. Perché? Perché notoriamente tra perdite di tempo, furbate e "giocate" d'esperienza quei minuti non vengono giocati e se lo sappiamo noi siamo certi che lo sappia anche lui. Infatti così è stato, Piccoli non ha toccato un pallone. E che dire di Strefezza? Sicuramente il capitano sta attraversando un periodo nero (che poi bisognerebbe chiedersi quali siano i motivi) ma se mancano Sansone e Banda che senso ha farlo sedere in panchina per fare spazio ad Oudin preso per fare la mezz'ala? E qui veniamo alla gestione del gruppo che non ci convinceva e a maggior ragione non ci convince oggi, proprio nel periodo peggiore: l'obiettivo del Lecce non è quello di mandare in doppia cifra Krstovic, di garantire dieci assist ad Oudin o fare la plusvalenza con Gonzalez. 

Gonzalez cade in uno scontro di gioco
Gonzalez cade in uno scontro di gioco

Se ci si riesce tanto di guadagnato, ma l'obiettivo primario e dichiarato è mantenere la categoria. Non bisogna dimenticarlo mai e per tentare di farlo deve giocare chi sta meglio. Non abbiamo nulla contro la punta ma chiediamo a D'Aversa: se Piccoli fosse di proprietà e Krstovic in prestito, chi giocherebbe tra i due? Bene, il messaggio del calciatore di proprietà che gioca e quello in prestito che non gioca anche se sta meglio non deve passare. È pericoloso. Perché di Piccoli il Lecce avrà bisogno fino a giugno e non deve sentirsi trascurato. 

Mentre scriviamo il Cagliari ha vinto la sfida col Bologna e i punti dalla zona rossa, a causa delle vittorie dei sardi e del Verona contro l'Empoli, diventano sempre meno. La prossima è con la Juventus.

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