Perché Del Rosso è il miglior acquisto dell'estate per i giallorossi

L'assistant coach di Marco Baroni ha scelto di proseguire la sua strada professionale con i colori giallorossi
In queste ore impazza la notizia del ritorno di Fabrizio Del Rosso sulla panchina dei giallorossi, questa volta come allenatore in seconda al fianco di Eusebio Di Francesco. Un fatto che, in altre circostanze, passerebbe inosservato, ma che stavolta assume un’elevata rilevanza
Intanto bisogna fare un applauso all'US Lecce e al suo presidente, perché non era facile separare una coppia vincente come quella formata da Baroni-Del Rosso. L'uno ha costruito le fortune dell'altro in questi ultimi anni, a partire dall'esperienza con la Reggina, per passare poi da Lecce, Verona e infine Lazio.
La mandrakata però è riuscita sul fil di rasoio, quando cioè Marco Baroni firma per il Torino di Urbano Cairo e contemporaneamente perde uno dei pezzi più importanti del suo staff, quello che noi di Pianetalecce abbiamo simpaticamente rinominato come “l'uomo dei fax” perché durante le partite si attendevano i suoi fogli - probabilmente statistiche e performance - per la decisione dei cambi.
Naturalmente la stima e l'affetto che si è creato tra Del Rosso e Sticchi Damiani durante il biennio salentino, ha vinto sull'idea di co-allenare un club con un blasone superiore. Ma non solo, perché oggi il Lecce è ritenuto un club solido, capace di programmare e di garantire l'idea della continuità per chi lavora nel Salento.
Perché Del Rosso a Lecce è importante?
Cinquantasei reti subite lo scorso anno con il Venezia e sessantanove l'anno prima con il Frosinone, sono due campanelli d'allarme che sicuramente hanno influito sul rendimento delle due squadre e che alla fine hanno determinato la retrocessione all'ultima giornata delle due squadre allenate da Di Francesco nelle ultime due stagioni.
Un rendimento che contrasta col bel gioco, l'intensità e la proposta in generale delle squadre allenate dall'allenatore abruzzese. Non dimentichiamo che lo stesso Di Francesco è stato l'artefice a Lecce di una delle sconfitte più cocenti del club in Serie A, quel 3-4 subito in casa contro il Milan alla sua prima esperienza in giallorosso, quando i salentini, avanti di 3 gol nel primo tempo, sono crollati nel secondo sotto i colpi di Boateng e soci.
Del Rosso è invece uno stratega della fase difensiva. Basti pensare che il Lecce neopromosso, che giocava si con Umtiti ma anche con Gendrey, Baschirotto e Gallo alla prima esperienza in A, ha subito solo 46 gol.
Dunque l'idea è stata quella di potenziare il credo tattico di Di Francesco con un tecnico capace di rendere impermeabile il Lecce alle imbucate per vie centrali, migliorare il posizionamento in fase di non possesso attraverso un pressing alto (che il Lecce ha cercato con Gotti e Giampaolo senza risultati) e la chiusura di tutti gli spazi. Migliorare poi situazioni di gioco come gli intercetti e le marcature.
E poi, da non trascurare le sue abilità sui calci da fermo. Da notare un'altra differenza tra il Baschirotto che sigla quattro reti all'esordio in A e quello che nei due anni successivi ne segna solo due. Anche questo è frutto del lavoro e delle intuizioni del secondo, all'epoca di Baroni.
Dunque, tornando alla domanda iniziale: perché essere contenti per l'arrivo di Del Rosso? La risposta potete leggerla ricominciando da capo questo pezzo.