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Chi non sente la pressione? A questa domanda è facile rispondere se qualche volta, anche per sbaglio, si è calcato un campo di calcio per giocarsi un trofeo qualsiasi. Di sicuro il carattere personale incide, ma sono i giocatori più esperti a non sentire la pressione, a saperla gestire ed a trasformarla in energia positiva, per disputare una prestazione convincente. Adesso nel Salento si respira un’aria difficile, ma non è di certo colpa dei tifosi. Loro ci sono sempre stati, hanno sostenuto in massa questa squadra ed ora si aspettano una reazione da parte di Hjulmand e compagni.

Noi, dal canto nostro, attendiamo che questo gruppo sia preso per mano dai suoi leader, dai calciatori di maggiore esperienza e, perché no, caratura internazionale, anche perché oltre ad Umtiti, conclamato campione del mondo, ci sono altri ragazzi che hanno le spalle partite importanti, in altri campionati maggiori o con le loro rispettive Nazionali.

Morten Hjulmand, ad esempio, nonostante la giovane età, è il capitano di questa squadra e dimostra la sua grinta in ogni gara, uscendo dal campo sempre con la maglia sudata dopo aver dato indicazioni e spronato i suoi compagni per 90 minuti. Anche Alexis Blin, Remi Oudin, Assan Ceesay, Federico Di Francesco e Gabriel Strefezza sono abituati a giocare sotto pressione, per aver già vissuto situazioni simili a quella che stanno affrontando nel Salento.

Poi c’è chi gioca meno ma è altrettanto importante, per fare gruppo e per tenere unito lo spogliatoio. Di certo Baroni deve affidarsi ai senatori di questa squadra e loro devono prendere per mano i ragazzi più giovani, togliendo loro tutta la negatività del momento.

In campo si scende spensierati perché giocare davanti a tante persone che tifano per te è un privilegio del quale non si deve avere paura. Indossare la maglia giallorossa deve rappresentare una gioia e provare a conservare la Serie A un dovere imposto dalla società ma anche da questo territorio. Ora tocca ai ragazzi in campo dimostrare di aver capito e giocare le prossime 4 gare con il coltello tra i denti. Poi, alla fine, che sarà sarà…

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