Schipa a PL Talk: "La mia Primavera ha capito il valore della maglia del Lecce"

Il tecnico della Primavera del Lecce Simone Schipa è stato protagonista dell'ultima puntata di PL Talk, in diretta su Twitch. Ecco le sue parole.

Un bilancio sul campionato fino ad oggi

Il bilancio dopo queste prime giornate è sicuramente positivo. Poteva essere anche migliore, perché abbiamo fatto buone prestazioni anche prima, però ci vuole tempo. Non è facile. Abbiamo iniziato con un gruppo tutto nuovo in un torneo altamente competitivo dove tutte le squadre sono attrezzate e strutturate in maniera importante. Avevamo bisogno di tempo per conoscerci, iniziare. Ci sono stati degli innesti che sono arrivati dopo l'inizio del campionato. C'è stato un periodo di adattamento.

Il senso di appartenenza

Non eravamo brocchi prima, non siamo fenomeni adesso. E' un campionato difficile dove puoi vincere e perdere con chiunque. Noi aiutiamo i ragazzi a crescere. Poi fa piacere di aver trasmesso appartenenza, oltre all'aspetto tattico che può piacere e non piacere. Nessuno può negare a questa squadra l'applicazione, il sudare la maglia, l'aver capito cosa significhi indossare la maglia del Lecce.

In cosa si deve migliorare?

In tutto. Dalla partenza, dal punto di vista dei numeri abbiamo avuto una crescita importante. Abbiamo fatto sei risultati utili consecutivi. Abbiamo migliorato la differenza reti, che era molto penalizzante e subivamo troppi gol, riportandola a -1. Ci siamo tirati fuori dalla zona rossa caldissima.

Quando rivedremo Scott al 100%?

Ha giocato qualche minuto a Verona ed in Coppa Italia con l'Avellino. Viene da un lungo infortunio, è stato 5 mesi fuori. Sta lavorando e piano piano recupererà lo stato migliore.

Pehlivanov pronto per il salto in Prima squadra?

Pehilvanov è un calciatore di buon profilo e sta lavorando. Sta a lui. Noi lavoriamo per lui e lui deve lavorare per lui e per gli altri. Per arrivare non basta avere la struttura ed essere bravi, ma è un pacchetto in cui l'aspetto mentale e caratteriale incidono.

Che giocatore è Paco Esteban?

Dalle caratteristiche spagnole (ride, ndr). E' un attaccante atipico, bravo nell'attacco alla profondità, ma che lega il gioco con la squadra, si apre, viene giù. Ha caratteristiche tecniche e fisiche importanti.

Su Di Pasquale

Ha giocato sotto età con me nell'Under 18. Adesso sta giocando in Primavera. Non c'è da mettere pressione addosso. Ha tutta la fiducia del sottoscritto, del club e di chi lo porta avanti. Deve continuare a lavorare, poi c'è un giudice supremo che è il campo.

La scelta di imparare l'inglese

Sto studiando inglese. Fa parte del calcio che cambia. Poi io sono del parare che se vieni a giocare a Lecce devi imparare l'italiano. Io però inizialmente devo accompagnarti nel percorso e per i primi mesi dobbiamo comunicare. Poi, i ragazzi studiano l'italiano anche loro ed hanno imparato belle forme colorite dialettali (ride, ndr). E' diverso il calcio nel settore giovanile. In Italia guardiamo molto ai risultati, ma il settore giovanile non è solo quello. Il massimo sarebbe andare di pari passo, facendo crescere i ragazzi facendoli diventare uomini e calciatori.

E' difficile gestire un gruppo di 30 persone?

Come si fa? Non c'è un manuale. Io credo che questo sia l'aspetto più difficile di questo lavoro. E' la parte più complicata. Puoi essere anche un tecnico molto bravo nell'aspetto tattico, nella lettura della partita, ma l'aspetto gestionale è quello più importante.

Il rapporto con Pantaleo Corvino

Auguro a tutti di avere la fortuna di avere dei confronti e parlare di calcio con uno come Corvino. La prima amichevole di questa estate, in ritiro in Calabria, con la Prima squadra in fase di costruzione è venuto giù per qualche giorno a vedere come procedevano i lavori. Quello che dice non è mai casuale, devi solo essere bravo e attento a coglierne le sfumature perché è un arricchimento. Non devo essere io a dire quello che ha realizzato nel mondo del calcio.