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Era un rischio quello di dover affrontare il Pisa appena due giorni dopo lo scontro diretto contro la Salernitana. Ne eravamo consapevoli e sapevamo che per caratteristiche la formazione allenata da D'Angelo avrebbe potuto mettere in difficoltà quella giallorossa, se a questo si aggiunge la stanchezza psicofisica dovuta alla vittoria nello scontro diretto contro i granata il cerchio si chiude. Siamo sempre stati dell'idea, a volte lo ripetiamo fino alla nausea, che nel calcio gli episodi diventino fondamentali e questa contro il Pisa è stata la classica partita decisa dagli episodi. Nel primo tempo contatto dubbio Maggio-Palombi e l'arbitro ha lasciato proseguire, nel secondo contatto altrettanto dubbio nell'area di rigore del Pisa, stavolta protagonista Henderson. L'arbitro ha fischiato il rigore realizzato da Coda ed ha indirizzato la partita; il Lecce ha preso i tre punti. Questi sono stati gli episodi dubbi, decisi dal direttore di gara, che alla fine hanno dato la vittoria ai giallorossi in una partita destinata, probabilmente, allo zero a zero. Non c'è da scandalizzarsi, né tanto meno vergognarsi a scriverlo (abbiamo parlato di episodi dubbi, non di certezze), così come l'abbiamo scritto nelle numerose occasioni in cui il Lecce è stato danneggiato. Ci viene subito in mente il gol in fuorigioco assegnato al Pescara, con critiche assurde nei confronti dell'allenatore giallorosso, ma anche tanti altri episodi che alla fine hanno inciso sul risultato finale di una partita. Questo è il calcio e chi crede di dover trovare a tutti i costi un “colpevole”, di questo sport ha capito ben poco, nonostante magari lo segua da tantissimi anni. Lecce-Pisa è stata una partita molto tattica, soprattutto nel primo tempo: Corini ha rimesso in campo gli stessi undici di venerdì, con le eccezioni Hjulmand al posto di Tachtsidis e Pisacane per Meccariello (il centrale aveva chiesto il cambio negli ultimi minuti contro la Salernitana per un piccolo fastidio muscolare). Nonostante questo troppi erano gli “assenti” nelle fila giallorosse: Pisacane è andato subito in difficoltà, Bjorkegren soffriva sulle incursioni di Birindelli, Hjulmand non riusciva ad entrare in partita, Henderson e le due punte (Coda e Pettinari) non pervenuti. Troppi e tutti insieme i calciatori che facevano fatica ed il risultato è stato un primo tempo sterile, senza occasioni da gol da parte giallorossa. Nel secondo tempo la musica non è cambiata, anche se il Pisa ha iniziato un po' a calare nella gestione del pressing, a questo punto Corini ha messo dentro Tachtsidis e Rodriguez: inventiva e vivacità. I risultati sono stati subito evidenti, anche se poi il gol, come abbiamo già detto, è arrivato grazie ad un calcio di rigore. Non si può pensare che il Lecce sia costituito da robot che possono dare sempre lo spesso apporto, sono uomini ed anche loro soggetti a cali di forma, di concentrazione, soprattutto quando si scende in campo ogni tre giorni. Il Pisa ha fatto la sua parte, con un sistema di gioco camaleontico che partiva da un 4-3-1-2 per trasformarsi in un 3-5-2 con gli esterni molto bassi per contrastare le discese sulle fasce dei giallorossi; gli altri erano a specchio, soprattutto a centrocampo con Palombi e Marconi, aiutati da Goucher che a turno schermavano Hjulmand impedendogli di proporre gioco. La vittoria conquistata è anche meritata, perchè il Lecce non si è mai dato per vinto, né ha accettato passivamente la parità nel punteggio, provandoci sempre. Questo risultato permette agli uomini di Corini di portare a sei le vittorie consecutive, record assoluto, avvicinare il traguardo e continuare la sua marcia. Non diciamo altro. Sabato ci sarà un altro scontro diretto, stavolta contro la Spal, altra retrocessa proprio come il Lecce; squadra che ha bisogno di punti per cercare il miglior piazzamento possibile nella griglia dei play-off. Il Lecce stavolta avrà due giorni in più per recuperare le energie e per sintonizzarsi mentalmente su un'altra sfida contro un avversario ostico, che all'andata vinse sul filo di lana. Ancora non è stato fatto niente, che ne siano consapevoli tutti. Si deve giocare “fino alla fine!”
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