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Ieri, a Masseria Tagliatelle, il giovane attaccante del Lecce Francesco Camarda ed i suoi genitori, Federica e Manuel, sono stati ospiti dell'incontro della Scuola di Genitori “La vita adesso”, promosso dall’associazione Le Vie dei Colori. 

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francesco camarda

Una passione casuale

Durante l’incontro, i genitori del classe 2008 hanno raccontato come la passione di Francesco per il calcio sia sbocciata quasi per caso. All’età di quattro anni, mentre accompagnava il cugino alla scuola calcio con la nonna, Francesco ha chiesto di provare anche lui: quel piccolo gesto ha segnato l’inizio di un grande sogno.

Il trasferimento a Lecce

La famiglia ha poi ricordato la scelta di trasferirsi nel Salento quando è arrivata la chiamata del Lecce dopo la trafila nelle giovanili del Milan: “Francesco ha detto sì subito, senza pensarci due volte”, hanno raccontato, sottolineando come il loro sostegno sia sempre stato totale “Abbiamo cercato casa e fatto subito il trasloco”.

La determinazione di Camarda

Durante l’incontro, il giovanissimo bomber del Lecce ha condiviso l’emozione di aver già giocato in palcoscenici importanti come la Champions League e la sua determinazione nel voler continuare a migliorare: “Voglio arrivare più in alto possibile, so che devo farlo con l’impegno e il lavoro”.

Sullo spogliatoio giallorossa

Camarda ha parlato anche dello spogliatoio giallorosso: “Sono tutti bravi ragazzi. Qualcuno è più aperto, qualcuno più riservato, ma sto bene con tutti”. 

Lo scavetto in Under 21

Gesto di personalità e classe, Camarda ha parlato anche dello scavetto su rigore fatto in maglia azzurra con l’Under 21. Un gesto che Ct Baldini ha detto di odiare, ma comunque efficace in quel contesto. Camarda ha spiegato quell'esecuzione: “Ho fatto quello che mi è venuto in mente in quel momento”.

francesco camarda nazionale

Camarda e la scuola

Il giovane attaccante frequenta un istituto biomedico e la mamma ha sottolineato quanto sia fondamentale lo studio in quanto “La vita può riservare qualsiasi cosa. La scuola e la cultura sono importanti”. Con un sorriso ha raccontato l’unico motivo di piccolo disappunto in casa: “Quando torna dagli allenamenti, magari stanco, va in camera sua a riposare e sente la mia voce: ‘Francescooo…’, lui capisce che è il momento dei compiti e sospira un po’”. 

L’incontro ha offerto alle famiglie presenti un’occasione per riflettere sul valore del sostegno, dell’educazione e del sacrificio, mostrando come dietro il talento e l’impegno di un giovane sportivo professionista ci sia sempre una famiglia capace di fare squadra.

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