Di Francesco: "Contro il Pisa gara delicata. Dobbiamo imparare a non uscire dalla partita"
Il tecnico dei giallorossi presenta il match di domani tra Lecce e Pisa
Il tecnico dei giallorossi, Eusebio Di Francesco, ha presentato ai giornalisti Lecce-Pisa, in programma domani alle 20:45. Ecco le sue parole.
- Quanto è arrabbiato per la prestazione di Cremona?
- In relazione alle punte centrali: come interviene l'allenatore magari sulla testa del calciatore?
- L’assenza di Nzola cosa comporta?
- L’importanza di giocare in casa e l’assenza dei tifosi del Pisa
- L'importanza della gara in vista delle assenze per la Coppa d’Africa
- La lotta salvezza, tra Sassuolo, Cremonese e la Fiorentina
- Come sta la squadra dopo la partita con la Cremonese?
- Cosa intende per “uscire dalla partita”?
- La conferenza stampa

Quanto è arrabbiato per la prestazione di Cremona?
E’ troppo facile darti una risposta in relazione a quello che dobbiamo fare. Abbiamo fatto, dal mio punto di vista, un buon primo tempo, dove abbiamo fatto anche delle trame interessanti. Siamo un po' mancati nel concretizzare, ed anche un po' il predominio che c'è stato nel primo tempo, specialmente nella prima mezz'ora. Non mi piace mai parlare di episodi, ma il rigore poi ha fatto girare la partita in una direzione differente: ha caricato gli avversari.
Quello che non dobbiamo fare è prenderci un gol, magari per una decisione che a noi non piace tanto, però dobbiamo saper reagire e rimanere dentro la partita. Il fatto di essere usciti in quel modo dalla gara e un po', tra virgolette, inconcludenti successivamente, nonostante anche i cambi, questa è una cosa che non dobbiamo assolutamente ripetere.
In relazione alle punte centrali: come interviene l'allenatore magari sulla testa del calciatore?
Ci sono tanti modi. Far capire ai giocatori che non bisogna tanto ascoltare quello che si dice in giro, perché è normale che possano influenzare; non tutti siamo uguali nell'assorbire a volte le critiche come i complimenti. Per questo cerchiamo un po' di estraniarlo da quelle che sono le situazioni esterne, di concentrarsi tanto sul campo e poi ovviamente capire quali possono essere le soluzioni, specialmente per questa partita.
A volte bisogna dare più forza, a volte bisogna dare, tra virgolette, la capacità di riprendersi un pochino sotto tanti punti di vista; però stiamo lavorando in quella direzione.
L’assenza di Nzola cosa comporta?
Devo dire che con lui e Meister avevano un peso specifico davanti, specialmente sui traversoni, sui cross, negli attacchi in profondità: sono due giocatori di struttura, entrambi molto forti fisicamente, che sanno reggere i duelli coi difensori. Forse se dovesse giocare Moreo oppure giocare con un trequartista come può essere Tramonì o qualche altra soluzione, può cambiare un po' la struttura della squadra ed in questo caso anche nelle caratteristiche.
È normale che cercheranno magari di mettere un po' più la palla a terra e arrivare un pochino su queste palle esterne con più uomini. Credo che sia più o meno questa l’idea che può avere il Pisa. E’ una squadra che ha fisicità, che ha verticalità, che ha giocatori molto bravi di testa che da un momento all'altro possono creare grandi difficoltà agli avversari.
L'hanno fatto con l'Inter, anche se hanno perso la partita. Lo stesso col Parma: hanno avuto due-tre palle gol veramente importanti nel secondo tempo che non sono riusciti a concretizzare, perché quella è una squadra da tenere d'occhio. Viene da un'ottima partita giocata a Sassuolo dove sono stati raggiunti nel finale. È una squadra temibile. E’ una sfida delicata.
L’importanza di giocare in casa e l’assenza dei tifosi del Pisa
Questa cosa non la sapevo, mi dispiace. È diventata un po' una costante in tanti stadi. Lo stadio deve avere le tifoserie da una parte e dall'altra, ovviamente rispettandosi per quelli che sono, dal mio punto di vista, i propri ruoli. Il campanilismo fa parte del gioco. È un peccato, però noi cerchiamo di goderci i nostri tifosi e farci trascinare da loro, che per noi è molto importante, visto che abbiamo raggiunto anche la prima vittoria in casa.
L'importanza della gara in vista delle assenze per la Coppa d’Africa
Non posso dire ai miei giocatori che ne mancano tre e che dobbiamo vincerla. Secondo me sarebbe sbagliato anche per chi dopo giocherà. Io posso solo dire che cerco e sto cercando di preparare al meglio questa squadra, questa partita, con i giocatori che ritengo opportuni per poter far male al Pisa e poter portare a casa i tre punti. Noi dobbiamo giocare.
La nostra forza è stata cercare sempre determinati equilibri in questa squadra e quando li abbiamo avuti abbiamo fatto sempre prestazioni importanti. Non dobbiamo disperdere il fatto di avere questo equilibrio, ovviamente cercando di osare, di avere il coraggio di andare a cercare di portare a casa i tre punti in questa gara. È giusto provarci e poi penseremo a tutto il resto, perché avremo una sorta di sosta rispetto a altre squadre.
La lotta salvezza, tra Sassuolo, Cremonese e la Fiorentina
Aspetterei la fine del girone di andata che ci darà indicazioni maggiori. Devo dire che è molto equilibrato: passare dal 14º al 17º posto non ci vuole niente. E’ una classifica particolare, anomala; sta succedendo anche davanti, non solo dietro. È un campionato che ha grandi equilibri in tutte le zone.
Mantenere l'equilibrio anche in questo, capire che una partita ti può dare tanto come quella successiva può togliere tanto, e dobbiamo essere anche equilibrati nel valutarla: se passiamo dall'esaltazione col Torino alla depressione con la Cremonese facciamo un errore grandissimo. Bisogna valutare, fare delle analisi corrette per quelle che sono state le cose giuste e quelle magari sbagliate o meno buone, e farne tesoro per poter sempre andare avanti in questo campionato a cui mancano ancora 24 partite.
Come sta la squadra dopo la partita con la Cremonese?
Dobbiamo essere bravi sempre a gestire le vittorie e le sconfitte, perché da qui alla fine ci auguriamo che ce ne siano sempre meno, ma ci saranno. Dobbiamo essere bravi a fare una valutazione oggettiva di quelle che sono anche le prestazioni, e lì dobbiamo crescere e lavorare. In questa partita ci saranno sicuramente momenti in cui dovremo attaccare e momenti in cui dovremo difenderci, e questo va fatto insieme.
La cosa più importante è capire che ci sono situazioni importanti da fare dentro la gara: essere, prima di tutto, squadra in ogni momento della partita. Quello che non vogliamo vedere è una squadra che si sfilaccia, come negli ultimi 20–25 minuti di Cremona dove ci siamo allungati e sembrava un po’ attacco contro difesa. Queste cose non devono accadere. Bisogna cercare di mantenere un equilibrio all’interno della gara sotto tutti i punti di vista. Abbiamo lavorato tanto in questa direzione e non dobbiamo disperdere quello che è stato il lavoro fatto fino adesso. Per questo dovremo affrontare così anche il Pisa.
Cosa intende per “uscire dalla partita”?
In generale, uscire significa anche non aiutarsi e non difendere insieme. Pensare di giocare individualmente o di risolvere la partita da soli non esiste nel calcio di oggi. Ci sono pochi giocatori che possono determinare una partita da soli. Con un gioco d’assieme, un gioco di squadra, si possono ottenere risultati importanti. Uscire dalla partita significa non continuare a fare quello che si prepara prima di una gara. Questo è “non uscire”. È aspetto mentale, aspetto fisico, tanti aspetti motivazionali. Bisogna stare dentro la gara sempre.








