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Nell’estate del 2019, con il Lecce appena promosso in Serie A, Mauro Meluso, allora ds dei giallorossi, ha portato nel Salento un giovane talento colombiano, che avrebbe dovuto rappresentare il futuro del club, soprattutto negli anni a venire.

Quel ragazzo si chiamava Brayan Vera ed aveva impressionato la dirigenza salentina nel Mondiale Under 20 disputato in quell’estate con la sua Colombia. La società di Via Costadura ha investito una importante somma di denaro per prelevarlo dal suo club di appartenenza, puntando sulle sue qualità, con tiro da fuori e corsa a tutta fascia che sembravano le sue caratteristiche migliori.

Il classe ’99, come normale che fosse, ha avuto un ambientamento non facile al calcio italiano, anche perché si è trovato catapultato in una realtà completamente diversa da quella alla quale era abituato, contro squadre e campioni che fino ad allora aveva solo sentito nominare o guardato in tv.

In quel campionato, in ogni caso, ha collezionato 8 presenze, partendo da titolare nella sfida dello Juventus Stadium contro i bianconeri e fornendo anche un assist nel match perso 3 a 1 dai giallorossi contro la Fiorentina al Via Del Mare.

L’anno successivo, anziché restare a Lecce per dimostrare il suo valore, è stato mandato in prestito al Cosenza. Con i calabresi, a dir la verità, ha trovato più spazio nel torneo cadetto, scendendo in campo ben 24 volte tra campionato e coppa. 

In questa stagione è tornato nel Salento ma alla fine ha totalizzato 3 presenze con mister Baroni, che lo ha provato ad inizio stagione ma poi gli ha preferito o Gallo o Barreca.

Nei primi giorni di marzo, quindi, ha deciso di lasciare il Salento per ritornare in prestito in Colombia, dato che a quelle latitudini il calciomercato era ancora aperto. Fino a questo momento ha disputato 7 partite nel ruolo di terzino sinistro, per un totale di 523 minuti. L’aspetto confortante è che in tutte e 7 le gare Vera è partito titolare, segno questo di grande fiducia da parte del suo allenatore. 

Non sappiamo il futuro del colombiano che, di certo, resterà in patria almeno fino al 31 dicembre 2022. Il classe ’99 in Italia non ha ancora dimostrato nulla ma carta d’identità e voglia di incidere anche in Europa sono dalla sua parte. 

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