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“Sapete, prima di iniziare questa intervista vi devo svelare un retroscena: a giugno ho segnato due gol, ma nel calciomercato invernale precedente il Lecce ha fatto un sondaggio per me. Alla fine si sono rivelate solo voci, eppure pensate se fossi venuto nel Salento. Per me sarebbe stato un grandissimo onore, ma non avrei mai raggiunto quella storica promozione con il Carpi. A volte il destino fa proprio strani scherzi”.

A parlare è Mehdi Kabine, ex attaccante del Carpi, autore dei due gol nelle due finali di andata e ritorno dei play off tra il Lecce e gli emiliani. Lo abbiamo intervistato per riavvolgere il nastro dei ricordi e rivivere dei momenti sportivamente dolorosi ma altrettanto importanti per la crescita di questo club. Siamo certi che senza determinate sconfitte alcune vittorie avrebbero meno valore, acquisirebbero meno importanza. 

“Quel finale di stagione è stato incredibile. Noi, Carpi, realtà piccolina, abbiamo eliminato il Lecce, una corazzata con un tifo eccezionale. Ecco, fatemi dire una cosa sul vostro stadio: giocare al Via Del Mare è meraviglioso, si sente tutto il calore del pubblico e per i primi 5 minuti ti tremano davvero le gambe. Poi dipende anche dalla personalità di ognuno di noi: io vedendo uno stadio così pieno mi caricavo di adrenalina ma alcuni miei compagni soffrivano la pressione del pubblico”.

Mehdi ricorda tutto di quel giorno, quel famoso 16 giugno 2013, eppure c’è una cosa che gli è rimasta più impressa delle altre: 

“Siamo usciti tra gli applausi dello stadio. È stato incredibile, è qualcosa che ricorderò per sempre, un’emozione ed un orgoglio mai provati prima. Ci furono degli scontri, per i giocatori di casa non fu una situazione piacevole, ma noi siamo stati accompagnati fuori con il pubblico che ci applaudiva. Hanno riconosciuto tutti il nostro impegno ed i nostri sacrifici. Fantastico!”.

L’ex attaccante del Carpi non ha mai giocato in cadetteria, fermandosi in Serie C. È, però, felice della carriera che ha condotto ed anche del suo presente:

“Sono convinto che alla fine ognuno abbia ciò che si merita. Se non sono arrivato a certi livelli, il motivo c’è. Guardate Baschirotto, lui è un esempio, una bella storia per tanti ragazzi. Allenatevi, credeteci, alla fine ce la farete. Io ho fatto una scelta di vita, ho giocato spesso in D perché ho preferito sentirmi protagonista in quella categoria. Adesso mi diverto in Eccellenza, mi piace perché ci sono tanti ragazzi giovani che ascoltano i miei consigli, come se fossi un loro fratello maggiore. In parallelo ho aperto un’attività di noleggio con conducente con clienti di alto standard. Ho fatto anche il corso da direttore sportivo, mi piacerebbe scoprire talenti. Devo solo trovare il coraggio di smettere, ogni anno mi dico che è l’ultimo ma poi ho ancora voglia”.

Ci ha raccontato le sue emozioni, ci ha rivelato un retroscena di mercato e spiegato il suo presente. Mehdi Kabine rappresenta un ricordo spiacevole, eppure quei due gol sono serviti a tutti quanti noi. Adesso il Lecce gioca in Serie A ed il 16 giugno di 2013 non sembra lontano solo 10 anni, ma un’eternità.  

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