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Pantaleo Corvino, Responsabile dell’Area Tecnica del Lecce, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, parlando del passato e del presente con il suo Lecce.

CABINA TELEFONICA

“Avevo tanti gettoni in tasca perché ogni cabina telefonica poteva essermi utile per chiamare un collega o un calciatore. Oggi con gli smartphone è cambiato tutto, ma non dovrebbero mutare i criteri di scelta. Per me vale il solito detto: le pelli bisogna toccarle con mano. Occorre valutare i piedi, soppesare la testa è più difficile, quello lo puoi fare quando il calciatore ce l’hai nel tuo spogliatoio”. 

WYSCOUT

“Si,mi aiuta a scandagliare ogni gara. E’ un supporto. Ce ne siamo serviti durante la pandemia quando non potevamo viaggiare. Mi chiamo il ferroviere per i continui viaggi, ma il lockdown mi ha bloccato. In quel periodo molte scelte le ho fatte al computer, però su giocatori conosciuti. Il ragazzo ignoto devi osservarlo sul campo”.

VALUTAZIONI

Ci si innamora di un giocatore come si si innamora di una donna. c’è chi ama le bionde, chi le more. Soggettività. Ciascuno di noi è convinto che la strada scelta è giusto e che porti a Roma ma non è sempre così. Sui giocatori affermati le sensibilità variano a seconda delle esigenze. In un ragazzo sconosciuto ricerco la destrezza tecnica, l’abilità nel trattare il pallone, poli la fisicità e la velocità”.

SODDISFAZIONE

Sono tanti i giocatori che mi hanno dato soddisfazione. Miccoli, Vucinic, Pellè, Chevanton, Lucarelli e poi Bojinov, Toni, Jovetic, Pulgar, Diawara e Vlahovic. E mi scuso per quelli che dimentico. Io però mi ritengo più un contadino, un produttore d’olio. Il godimento ce l’hai quando scovi giocatori a poco prezzo e li rivendi a tanto e poi vedi che sfondano”.

RETE DI COLLABORATORI 

“Sfrutto il capitale di conoscenze e di esperienze accumulato in quasi mezzo secolo di calcio. So a chi telefonare e chi vedere”.

VLAHOVIC

“L’ho scoperto a Belgrado, per una partita del Partizan avevano Milenkovic nel mirino. Poi l’allenatore fece entrare questo ragazzo sotto età e Vlahovic mi rubò l’occhio. Mi mossi subito con la famiglia, perché Dusan aveva già attirato l’attenzione di alcuni grandi club. Strinsi delle mani, parlai con gli uomini giusti. Se fossi rimasto al computer non sarei stato cosi tempestivo”. 

TETTO SULLE SPESE

Dovremmo mettere un limite alle cifre per gli acquisti agli ingaggi. Io penso che il libero mercato non si possa limitare sennò non sarebbe più libero. Chi ha i soldi può spenderli come crede, chi ne ha pochi o non ha deve essere bravo a fare mercato lo stesso. E’ giusto che ci siano delle regole e che si rispetti l’etica, ma non dobbiamo fare i moralisti, sono liberista”.

BRAIDA E GALLIANI

Quando ho cominciato, al Casarano Galliani e Braida stavano costruendo il Milan che avrebbe vinto tutto. Quando bussavo alla loro porta mi facevano sempre entrare. Po ci siamo conosciuti meglio e la fiducia era tale per cui mi affidavano i bolli in bianco per i trasferimenti. Persone squisite. Oggi sono felice di condividere la A con loro

 

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