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Le dichiarazioni del presidente giallorosso durante la conferenza stampa di fine stagione

Alessandro Zuccalà /
saverio sticchi damiani in sala stampa

Le dichiarazioni del presidente giallorosso durante la conferenza stampa di fine stagione

Alessandro Zuccalà /

Il presidente del Lecce Sticchi Damiani parlerà ai microfoni della sala stampa nella consueta conferenza di fine stagione. Aggiorna la pagina per leggere in diretta le sue dichiarazioni.

  • Cosa si sente di dire ai tifosi sul mercato?

    Dopo Dorgu dire che sono tutti cedibili. Da presidente e da tifoso vorrei dire che i giocatori migliori vorrei tenerli. Poi se per Krstovic arriva una squadra che offre cifre importanti al giocatore, la volontà del club è irrilevante. Fai un muro contro muro ed hai un giocatore scontento in squadra. 

  • Cosa ha scritto Fabbri nel verbale?

    Io a fine partita sono andato a salutarlo in un clima festoso, quindi ero tranquillissimo. Ho salutato il quarto uomo ed il guardalinee, poi sono andato da lui che stava parlando con Mencucci che si stava scusando perché alla fine del primo tempo aveva probabilmente usato espressioni irriguardose, che non avrebbe dovuto avere nei confronti dell'arbitro, l'arbitro è stato maleducato senza motivo nei miei confronti. Non mi aspettavo che dopo tanta maleducazione avesse tanta sfacciataggine nel fare un referto del genere. Cosa diceva? “Ehi Sticchi, questo è uno spogliatoio mio fuori di qui”. In Serie A arbitri e presidenti non parlano in questo modo. In tante presenze non mi era mai capitato un arbitro che si era posto così. Lui l'ha voluta personalizzare ed io lo dico senza problemi. Mai capitato. Tutte le volte in cui ho sbagliato ho chiesto scusa, ma questa volta lui ha dovrebbe chiedere scusa a me. Lo dico perché spero che non ci venga più mandato, perché non sarebbe tranquillo nell'arbitrare il Lecce in futuro. Ci ha cacciato dallo spogliatoio, credo che abbia anche restituito le maglie che avevamo donato come si fa a fine partite. Mai vista una cosa del genere. Per onore di cronaca dico che andandomene gli ho chiesto se ci fosse stata qualcosa che non gli era piaciuto, e lui l’ha presa come un’allusione al risultato.

  • Sulla creazione di un Museo del Lecce

    E' un tema che ci ha sempre animato. Abbiamo materiale che magari in uno spazio idonea del nuovo stadio può trovare collocazione.

  • Sulle troppe multe prese

    Sulle multe siamo belli forti ed è un peccato perché sono risorse che leviamo al club e regaliamo alle istituzioni che sono contestate. Quest'anno, e non è per giustificare, anche la tifoseria ha subito una decisione pesante. A Foggia hanno subito la perdita di tre tifosi foggiani, uno dei quali Samuele che ha trascorso gli ultimi mesi della sua vita qui a Lecce, attirando l'affetto dei tifosi. Abbiamo conosciuto i genitori che sono stati letteralmente adottati dalla nostra tifoseria, dai nostri Ultras. Quando il ragazzo si è spento a Lecce, avrebbero meritato un minuto di attenzione come chi è protagonista in prima linea. Credo che la nostra tifoseria (per Graziano, ndr) e quel ragazzo credo meritassero un minuto di silenzio. Poi, se il loro modo di protestare è giusto o ingiusto riguarda loro. Io sono rimasto in silenzio perché c'era un motivo alla base che mi ha toccato, essendo entrato in contatto con i genitori e condividendo l'ingiustizia di non averlo onorato.

  • Può essere una soluzione fare un ritiro con meno giocatori o sfruttare la sosta delle Nazionali di settembre con un ritiro apposito per fare gruppo?

    Il ritiro estivo è un grande momento perché il club fa un investimento importante. Pensare che si faccia con giocatori che andranno via, per provare una formazione che poi non giocherà mai, non ha senso. L'anno scorso abbiamo fatto un ritiro di altissimo livello ma non lo abbiamo sfruttato adeguatamente, anche perché lo scorso anno quasi nessuno o pochi dei protagonisti della stagione. Quella è una occasione da non perdere e va sfruttato meglio. Come società faremo di tutto per mandare in ritiro giocatori che verranno utilizzati in campionato.

  • Cosa ha dovuto fare per mettere la squadra a suo agio?

    Partiamo dal fatto che un gruppo formato da tante nazionalità porta ad una difficoltà. Forse possiamo migliorare ancora di più costringendoli a parlare italiano, facendo corsi di italiano. E' un tema per le squadre che utilizzano tanti stranieri in rosa. Bisognerebbe forse quasi costringerli. Abbiamo organizzato corsi ma erano facoltativi ed a volte i giocatori sparivano. Quando si comunica nella stessa lingua è più semplice. Nelle partite finali invece abbiamo toccato temi che riguardano gli uomini: abbiamo messo da parte l'ego ed abbiamo parlato da uomini. E' stata quella la molla determinante.

  • Sul calcio femminile a Lecce

    Abbiamo una squadra che milita nel campionato di Serie C e che trattiamo con cura e attenzione. Si tratta di atlete che vestono la nostra maglia. Appartengono alla nostra famiglia, dispongono di strutture moderne e sono nelle condizioni di star bene. Per ora non abbiamo ancora deciso di implementare questo ambito, chissà se in futuro non si possa immaginare un ulteriore sviluppo di quell'area, che è migliorabile.

  • Verrà intitolato qualcosa a Graziano Fiorita?

    A Graziano sicuramente qualcosa la faremo. Stiamo pensando di renderlo ulteriormente immortale dedicandogli un qualcosa di importante. Non abbiamo preso una decisione ma lo faremo senz'altro.

  • Sul tema allenatore

    Sicuramente il primo interlocutore per ripartire sarà Giampaolo. Magari  a Pantaleo chiederò di incontrarsi in una giornata serena e non a rischio temporali per evitare incendi. Una giornata di sole (ride, ndr). Si vedranno e si parleranno. Ho espresso la mia opinione ma non ho mai condizionato Pantaleo nell'analisi della stagione. Sono due persone intelligenti e quando si parleranno si sapranno dire qual è la situazioni migliori.

  • Sulla sterilità offensiva

    Io capisco perfettamente, perché ho un direttore che va a fondo dell'analisi dei dati, non improvvisa. Per me il Lecce di quest'anno, analizzando il reparto offensivo, credo sia una delle squadre più prolifiche. Il tema è come mai questa squadra non ha proposto niente per gli altri giocatori. Siamo arrivati a fine anno per poter vedere i gol dei centrocampisti e Baschirotto. Perché non sono arrivati prima? E se la risposta fosse che per molti mesi questa squadra non è stata decifrata. Quando è stata decifrata segnano attaccanti, centrocampisti e Baschirotto. Sono prudente nell'analizzare questa squadra.

  • Quanto è stato destinato al mercato lo scorso anno?

    Prima si ragionava su un budget predeterminato, mentre oggi è cresciuto tanto. Se ci sono cose da fare io lascio che sia il direttore a dirmi “C'è da fare questa cosa e costa tanto”. Se l'operazione ha dei numeri diversi a quelli a cui siamo abituati e mi spiega che quell'investimento maggiore ha senso, oggi il club se lo può permettere. E' un momento storico in cui se c'è qualcosa da fare, il club non ha motivo per dire di no. Ho un direttore che ragiona sapendo bene qual è il club e se c'è da fare qualche sacrificio, il club può farlo.

  • Ha sempre creduto nella salvezza?

    Dopo Lecce-Como? Io ci ho sempre creduto nella salvezza. Le partite davvero brutte di quel periodo sono state contro Fiorentina e Genoa, in cui non ho riconosciuto la squadra. Le altre le abbiamo sempre giocate. Facevo forza su questi convincimenti, poi finché la classifica non mi condanna io non mollerei mai. Il confronto con l'allenatore lo lascio a Pantaleo. Giusto che decida l'area tecnica e che ci si confronti sulle idee.

  • Le aspettative dei tifosi

    Non può cambiare la difficoltà dell'obiettivo da raggiungere, ma il fatto che gli investimenti debbano portare ad una crescita del club sotto tutti i punti di vista, è un'aspettativa legittima. Non mi sottraggo da questo impegno. Se la società opera bene è giusto che il tifoso si aspetti di vedere investimenti nel club di varia natura. Tutte le risorse verranno reinvestite nel club. Tutte. 

  • Perché si è dovuto arrivare ad una tragedia per vedere una squadra libera di testa?

    E' chiaro che Graziano e la sua vicenda ci ha riportato tutti alla realtà, mettendo da parte tutti i personalismi, e parlo di tutto l'ambiente. Ad un certo punto l'ambiente si è compattato lasciando perdere le cose inutili pensando solo alla sostanza. E' un gruppo che non è mai decollato se non da quel ritiro in poi. Prima non era un gruppo che è decollato, l'ho visto pronto a ragionare così solo da aprire. Da presidente ho bisogno di fare una riflessione: come mai questo gruppi ha avuto così tante criticità? 

  • Cosa non ha funzionato in questa stagione?

    Ad un certo punto si era creato il convincimento che il Lecce dovesse arrivare ad una facile salvezza. A volte vedevo coinvolto nei pronostici anche il Como, che per arrivare al decimo posto ha investito nei due mercati prima 100 milioni e poi altri 100 milioni. Poi sugli aspetti tecnici, questa squadra l'abbiamo decifrata solo nell'ultimo periodo. L'errore della stagione è che cambiare un allenatore alla 12^ giornata è stato un errore di valutazione che ti porti per tutto il campionato. Questa squadra è stata decifrata tardi, e non parlo solo del valore ma anche degli equilibri. 

  • Quanto ha influito la chiave tattica cambiata dopo Bergamo?

    Secondo me si, c'è stata una evoluzione tattica importante ma ve lo dirà meglio Pantaleo Corvino. L’intuizione di avanzare Coulibaly è stata importante, rendendolo offensivo. Quando Pantaleo prese Coulibaly disse che una delle opzioni per il suo ruolo era quella. Alla fine è stato straripante. Anche Ramadani. Alcuni giocatori, non so per quale motivo, sono finiti ai margini. Con Giampaolo il Lecce nelle prime partite ha raccolto più di quanto meritava. Alla fine credo Giampaolo abbia compreso gli equilibri di questa squadra. Una cosa però ci è mancata: il tempo. Un ritiro precampionato è troppo importante per capire, conoscerci. 

  • Le voci su nuovi soci

    Rispetto ai soci, non ci sono nuovi soci. Non c'è nessuno che al 51% sta decidendo di rilevare il Lecce prima di una partita importante, ma abbiamo solo una compagine che è motivatissima dal punto di vista societaria e dell'area tecnica. Ciò non toglie che siamo pronti a migliorare e crescere.

  • Sul nuovo Store dell'U.S. Lecce

    Dal 1 luglio apriamo il nostro Store ufficiale. Abbiamo avuto un'ottima collaborazione con Salentinamente, giusta per il marchio M908, ma ora che ci siamo consolidati ed il contratto concluso, abbiamo deciso di andare da soli. Apriremo uno store molto bello ed importante a via Trinchese che sarà già pronto il 1° luglio e che sarà la vera casa del Lecce con eventi collegati alla promozione del nostro marchio. Sarà un negozio Unione Sportiva Lecce. Un ulteriore costo di cui siamo molto contenti.

  • Sul Centro Sportivo

    Stiamo procedendo speditamente. Al ritorno dal ritiro estivo la squadra andrà già nel centro sportivo. Il primo campo sarà pronto al rientro del ritiro. Ad ottobre sarà pronto il secondo, quindi avrà a disposizione due campi, uno di fianco all'altro.

  • Sui lavori allo stadio

    Stiamo iniziando subito, tra qualche giorni, i lavori per il nostro stadio che consocerà questo restyling importantissimi. Cominceremo i lavori strutturali ed abbiamo chiesto alla Lega di giocare la prima partita fuori casa. Quest'anno la partenza del campionato coincide con la festa di Sant'Oronzo quindi l'avremmo fatta comunque fuori. A Marzo lo stadio subirà interventi molto invasivi e stiamo cercando di crearci questo mese con due partite fuori casa unite alla sosta della Nazionale. Abbiamo comunicato ciò alla Lega per cercare di non avere disagi per i nostri spettatori. Poi la copertura è una operazione veloce, quindi il sogno di vedere lo stadio pronto entro un anno è vero.

  • Sulla prossima stagione

    E' chiaro che vogliamo migliorare su tutti i fronti: tecnico, amministrativo, strutture, persone. Ogni anno è un'occasione per migliorare, ma ricordiamoci che siamo in quel gruppo lì: 50% di possibilità di salvarsi, è una rincorsa da fare tutti insieme. Chi vuole il decimo posto o l'Europa League non si abboni, non venga allo stadio. Nei prossimi giorni mi vedrò con Corvino e Trinchera per mettere in pista la prossima stagione, che vedrà un Lecce solido, strutturato, carico e motivato sapendo che ci aspetta un'impresa ardua, ma siamo tutti motivatissimi, io Pantaleo, i soci, i dirigenti.

  • Sugli scontri diretti e sul tema calendario

    In questo campionato il Lecce negli scontri diretti è stato straordinario. Se vedete le ultime squadre in classifica abbiamo tolto a tutte 4 punti, tranne il Cagliari. Non esiste una squadra nella storia del calcio che vince tutti gli scontri diretti e retrocede. L'anomalia è stata fare pochi punti con le medio-grandi. Sul calendario, noi non abbiamo avuto la possibilità di giocare, se non una volta, ed in sede di calendari si può preventivare, con squadre stanche dalle coppe europee. Abbiamo avuto una sola possibilità contro la Juventus ed abbiamo pareggiato 1 a 1. E' un vantaggio effettivo e deve essere distribuito equamente. Noi solo con la Juventus in casa abbiamo avuto quest’opportunità e pareggiando. Ad altre è capitato sei o sette volte. 

  • Sull'arbitraggio di Lazio-Lecce e su Fabbri

    Voglio parlare di Lazio-Lecce. Abbiamo subito una espulsione per doppio giallo inaccettabile, perché è un giallo che non si può dare in virtù di un contatto inconsistente, in più un episodio da rigore cancellato, omesso, che avrebbero potuto anche decretare la nostra retrocessione dopo un percorso con errori come questo. C'è un tema che deve essere oggetto di particolare attenzione. In occasione dell'ultima partita il Lecce è stato incomprensibilmente multato. Abbiamo fatto comunicazione scritta ai vertici arbitrali per via di questi episodi e per il trattamento ricevuto da parte del direttore di gara che era molto, molto, molto nervoso e molto, molto, molto maleducato, sfogando il suo nervosismo scrivendo un referto completamente falso. Perché io, e chiederò che questo signore non venga più ad arbitrale il Lecce, sono andato a salutarlo e da lui sono stato trattato con maleducazione, infierendo con un referto arbitrale che è inaccettabile, e che ho visto troppo troppo inspiegabilmente nervoso.

  • Sugli episodi arbitrali a sfavore

    Quest'anno ci siamo salvati subendo tantissime ingiustizie. Gli episodi arbitrali avuti a sfavore rappresentano un unicum. Non hanno niente a che fare col fatto che siamo nella parte rossa (a Sud, ndr). Però se noi ci dimentichiamo che questa stagione è stata caratterizzata ad una sfortuna enorme rispetto agli episodi arbitrali…ne abbiamo a bizzeffe. Il Lecce non è così più forte rispetto a questi episodi. C'è stato un tema arbitrale molto pesante quest'anno, che non ricollego a nessun pregiudizio legato all'essere piccoli, del Sud, influenti o meno, ma dobbiamo prendere atto che gli episodi sono stati tanti e nonostante la somma di questi episodi siamo riusciti a venirne a capo. Non si può non tener conto che mancano diversi punti figli di questi episodi. Quando le cose vanno male sul piano sportivo, gli episodi arbitrali non vengono considerati rilevanti. Io ho fatto di tutto, nelle sedi e nei modi che ci sono consentiti per rappresentare questo.

  • La geografia della Serie A 25/26

    E' una Serie A in cui a sud compaiono solo due squadre: una che ha vinto lo scudetto, onore al Napoli, ed una è il Lecce che ha centrato una salvezza clamorosa. Perché ciò e così emblematico? Perché esprime al difficoltà enorme di fare calcio al sud. Il sud fa fatica ad attrarre capitali e quindi la Serie A è molto concentrata a nord. Quello che stiamo vivendo è un vero e proprio miracolo sportivo frutto di una organizzazione capillare, attenta ma migliorabile. Non voglio fare io il conto, ma contate quante squadre saranno impegnate nella lotta per non retrocedere. Io ogni anno le conto e sono sempre di meno. Dobbiamo prendere atto di questo e leggere le difficoltà di una stagione. Questa stagione è stata di una difficoltà assoluto. E' giusto che il tifoso faccia l'analisi di quello che vede, ma quest'anno abbiamo subito tante ingiustizie.

  • L'aspetto da migliorare

    Dobbiamo fare una riflessione sulla comunicazione che abbiamo dato, comunicazione su cui il club deve migliorare. Mi piacerebbe che quando si parla e si spiega al tifoso, mi piacciono toni sobri, di condivisione e compartecipazione. Lo ribadisco sempre, siamo un unico grande popolo che sta cercando di misurarsi con qualcosa di gigantesco. Se il dibattito intorno al Lecce è diventato diviso vuol dire che qualcosa l'abbiamo sbagliata pure noi. I toni si devono abbassare, perché il dibattito divisivo non ci ha aiutato in questi anni. Posso parlare per conto della società e si deve impegnare ancora di più per essere più sobria nelle analisi. Tutti quanti, nessuno escluso. Sperando che tutti quanti comprendano cosa stiamo provando a fare.

  • Sul tema dell'asticella alzata

    Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera, che in questi cinque anni hanno raggiunto una finale playoff, una promozione in Serie A e tre salvezze, soprattutto il consolidamento del club dal punto di vista economico che ci ha consento di crescere nelle strutture, ciò è straordinario. Dover discutere di questo punto oggettivo mi sembra fuori luogo. Mi rendo conto che probabilmente se ci sono state incomprensioni da parte di minoranze, mi pongo il problema se sia stata data una buona comunicazione da parte nostra l'inizio della stagione scorsa. Non vorrei che all'inizio la società sia stata fraintesa e mi riferisco alla famosa asticella. Su questo tema io ho capito una cosa: se uno usa il termine asticella sta dicendo Europa League, declinandolo come decimo posto o Europa League. E' stato un grave errore di comunicazione da parte della società sebbene sia stato usato in maniera propria ma male interpretato. Abbiamo detto che il campionato quest'anno sarebbe stato così difficile rispetto al precedente che dovevamo provare ad alzare l'asticella, perché senza alzare l'asticella dell'organico non avremmo raggiunto l'obiettivo che era quello dell'anno prima. Il tema che da presidente mi devo porre è che se aver comunicato male può aver generato incomprensione da parte dei pochi che hanno ritenuto non valido il lavoro svolto dall'area tecnica. Cancelliamo il termine “Asticella” per la prossima stagione, perché sono temi che quando si comunica male, l'effetto è provocare giudizi poco seri rispetto a chi, a mio avviso, ha lavorato bene. 

  • Il mercato di gennaio

    Per me il mercato di gennaio è stato un mercato in cui il club ha fatto operazioni di mercato significative, perché abbiamo comprato a titolo definitivo giocatori come N'Dri, Danilo Veiga, Tiago Gabriel, abbiamo preso in prestito Karlsson e Sala. Il tutto senza aver incassato un euro dalla cessione di Dorgu perché i primi soldi sono arrivati il 30 di marzo. E' stato un mercato in cui tra cartellini e stipendi abbiamo speso 7,4 milioni. Un mercato fatto con la volontà di dare un'ulteriore mano alla squadra. Può piacere o non piacere questo mercato, ma l'intenzione di non tenerci, non è vero. Il club ha fatto operazioni logiche in quel momento storico. Il Lecce fa le operazioni sul mercato le fa acquisendo cartellini e pagandoli subito. Noi vendiamo con pagamenti pluriennali ma cerchiamo di comprare con pagamenti immediati perché garantisce vantaggi. Questo non per dire che abbiamo fatto bene o male, ma per smentire in maniera categorica che il club non abbia voluto o cercato di fare il massimo per completare l'organico. Questi sono gli scenari di questa stagione.

  • Altri ostacoli della stagione e la cessione di Dorgu

    Abbiamo affrontato cose non semplici: l'episodio della cena di Natale con conseguente fermo di un nostro giocatore. Una cosa che mai avrei pensato di vivere e che ha messo in grande imbarazzo il club. E' stato uno dei tanti ostacoli di questa stagione. Il famoso mercato di gennaio che ha generato critiche. E' stato un mercato nel quale è intervenuta questa cessione di Dorgu, molto commentata ma che ha dato lustro al Lecce perché è la sintesi di un percorso cominciato nella Primavera e che è arrivato al Manchester United. Lì il club fa una scelta e su questo tema devo anche delle mie scuse ai tifosi, perché in buona fede avevamo detto che il giocatore al 100% non sarebbe stato ceduto a gennaio ma ciò non si è verificato, e per questo devo delle scuse ai tifosi. In quel momento lo dicemmo in totale buonafede ma pensavamo che qualsiasi trattativa di gennaio sarebbe stata spostata a giugno. Non immaginavamo questa ipotesa, ovvero che una squadra come lo United lo volesse in quel momento, rispetto anche ad un giocatore informato della trattativa e che voleva andare. Ciò ha portato alla chiusura della trattativa a gennaio, non prevedendo questa ipotesi. 

  • Sul cambio in panchina e su Giampaolo

    E' una stagione che ci ha visto cambiare subito guida tecnica. E' chiaro che qualcosa si è sbagliato se si cambia alla 12^ giornata. Quando si prosegue una stagione con un allenatore con cui non si è condivisa la gestione della squadra, la genesi non è mai semplice. Da qui, la chiamata di Giampaolo e del suo staff che si è reso artefice di questa impresa epica, che ha connotati di una dimensione storica importante. Ho bisogno di spendere due parole per Giampaolo e lo staff: abbiamo preso un allenatore che il calcio aveva messo subito da parte perché il calcio e spietato ed etichetta le persone. Invece abbiamo preso un allenatore che ha preso una squadra non costruita secondo le sue caratteristiche svolgendo un ottimo lavoro, con uno staff di professionisti eccellenti. Tutti hanno fatto un ottimo lavoro con delle difficoltà, ad esempio le 6 sconfitte consecutive in cui la squadra ha avuto una flessione. Un calo ma anche sconfitte in cui la squadra non ha mai sfigurato, perché alla fine sono state tutte di misura. Di Giampaolo ho scoperto l'uomo ed uno staff di persone di intelligenza, sensibilità e correttezza. Non ho mai sentito una parola sulla rosa non costruita secondo le loro esigenze. Ci ha sempre messo la faccia facendosi carico di grandi problemi. Ne ho apprezzato l'onestà intellettuale e sono felice che questa salvezza sia arrivata anche per lui, perché è un riconoscimento che il calcio gli deve. Non mi sembrava giusto che la sua carriera da allenatore potesse finire senza un riconoscimento del genere. Potrà finire con noi o senza di noi e vi anticipo che è un tema di cui non abbiamo ancora discusso. Sullo scegliere quello che faremo in futuro, partiamo da una cosa talmente bella per tutti quanti.

  • Su Joan Gonzalez

    Volevo tracciare con voi un bilancio di questa stagione prima di lasciare spazio alle domande. E' stata una stagione in cui abbiamo affrontato tante difficoltà, che tute insieme, in una sola annata è difficile vivere, uscendone con un risultato storico che entrerà negli annali di questo club. Una stagione iniziata con un primo grande ostacolo che è stata la brutta notizia di Joan Gonzalez che non ha superato le visite mediche e su questo vi posso dare un aggiornamento: non ha avuto l'idoneità temporanea, dopo un anno lo abbiamo richiamato per una visita e la situazione è rimasta identica quindi con grande dispiacere devo dirvi che Joan non avrà l'idoneità in modo definitivo e devo fare due considerazioni: un plauso al nostro staff medico ed al nostro cardiologo, il dottore Tondo, che hanno individuato una patologia di difficile verificabilità. Un caso di studio scoperto con grandissimo anticipo che ha salvato la vita del ragazzo, anche se ce lo ha tolto come giocatore perché non potrà più continuare a svolgere attività sportiva, ma sono in costante contatto con lui ed è sta svolgendo studi economici in Spagna. Diventerà un ottimo manager nel mondo della gestione aziendale. Quando ad un ragazzo di 22 anni accade questo , è uno sconvolgimento della propria vita. 

  • Su Graziano Fiorita

    Parto da quello che ha caratterizzato questa stagione. Prima di parlare dell'aspetto sportivo io non posso che partire da Graziano Fiorita a cui questa salvezza storica, che era l'obiettivo ed il sogno, è dedicata. E' stato il grande artefice per una parte del campionato accanto a noi vivendo la quotidianità e per l'ultima parte guidandoci da lassù. Abbiamo sempre percepito la sua presenza. E' stato un evento che ha stravolto non solo la stagione ma continua a stravolgere le nostre vite perché perdere un compagno di viaggio così giovane con una straordinaria moglie e dei bellissimi figli durante un ritiro che la società aveva deciso di fare a mille e passa chilometri da casa sua ha delle implicazioni umane inimmaginabili. Un ritiro che decidemmo di fare dopo la sconfitta col Como e che abbiamo deciso di svolgere a Coccaglio e a cui io stesso ho partecipato perché volevo dare un messaggio ai ragazzi che non fosse punitivo. E qualora fosse interpretato così, non era esente la società o il presidente. E' il motivo per il quale ho deciso partecipare con i ragazzi al ritiro. Devo dire che proprio quel ritiro, dopo una sconfitta così pesante, era scattata una molla che ci era mancata in tutto il campionato, dove ci siamo detti cose che non ci eravamo mai detti, stare insieme come non avevamo mai fatto ed i primi giorni sono stati meravigliosi. In quei momenti sentivo che qualcosa era scattato e che si poteva ripartire. Nemmeno il tempo di fare questo pensiero ed invece quella mattina abbiamo dovuto affrontato qualcosa di gigantesco, a migliaia di chilometri da casa e sostanzialmente soli, in cui nessuno ci ha supportato pur essendo una società di Serie A. La scomparsa di Graziano è servita a dare una serie di messaggi di cui il calcio aveva bisogno, unendo tutta Italia e non solo perché intorno alla sua figura, quella del fisioterapista, è ancora più importante di un calciatore, di un presidente e di chi ha più visibilità, per il lavoro che presta, la cura e l'attenzione. Ciò ha unito un po' tutti intorno ad un tema di umanità, rispetto a temi aridi spesso incentrati alle questioni economiche, quel ritornare alla dimensione umana ha fatto bene a tutti, non solo a noi, anche se per far emergere certi valori abbiamo dovuto sgomitare in quei giorni. Alla fine credo siano convenuti tutti, tifosi e sportivi, ed anche le istituzioni sportive, intorno al fatto in cui il calcio ha bisogno di maggiore umanità. Quell'episodio forse ha compattato tutto l'ambiente, che era un po' disunito intorno a noi, e ci ha dato forza e coraggio per affrontare un finale di campionato che ci ha portato a questa impresa epica e clamorosa. Noi tutti siamo tutti in contatto quotidiano con la famiglia di Graziano perché non va lasciata sola e perché rappresentava una istituzione del nostro spogliatoio. Certe persone si dedicano a spiegare i valori del club ai nuovi arrivati e Graziano era dedicato a questo, perché il Lecce era la sua fede. Era quello che più di tutti trasmetteva questi valori nello spogliatoio. Mi piace pensare che la partita con la Lazio dava sensazioni profonde emotivamente, e la percezione era quella che ci fosse una sorta di protezione che veniva da lui. Un evento del genere ognuno lo declina come vuole, ma la squadra ha avuto un coraggio che deriva da Graziano. Nello spogliatoio ho sentito dire dai calciatori cose mai sentite in questi mesi e questa è la declinazione terrena di quello che Graziano ci ha voluto lasciare, in una partita incredibile in cui tutta Italia ci dava per retrocessi e per vincere bisognava battere una squadra molto quotata contro la Lazio lasciandola fuori dalle competizioni europee in uno stadio colmo e caldo.

  • Il motivo della conferenza

    Buongiorno a tutti e grazie per essere venuti così numerosi per tirare un bilancio della stagione appena conclusa. Erano alcuni mesi che avevo deciso di non parlare e concentrarmi su una stagione che diventava complicata e faticosa. In questi mesi ho messo tutto me stesso insieme ai soci ed ai collaboratori per arrivare al risultato. Sono stato molto vicino alla squadra ed ai calciatori vivendo la quotidianità di questi mesi complicati cercando di evitare commenti perché qualsiasi parola rischiava di essere fraintesa e male interpretata. Oggi credo fosse necessario ritrovarsi per fare il punto sulla situazione appena conclusa.

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