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Quando il Lecce capitolò 0-1 alla seconda giornata contro l’Hellas Verona, si pensò da più parti che la squadra giallorossa avesse perso uno degli scontri salvezza più importanti del campionato. Fu sicuramente un brusco stop per la formazione di Liverani, ma gli osservatori più attenti riuscirono forse a notare come la formazione scaligera vista al Via del Mare sembrasse qualcosa in più di una squadra che avrebbe annaspato nelle parti basse della classifica. E anche chi non ebbe quell’impressione quella sera di settembre, se ne accorse di lì a poco.

I NUMERI

I gialloblu sono attualmente al decimo posto in classifica, hanno conquistato 26 punti e sono la squadra più sorprendente dell’intera Serie A. I numeri della squadra allenata da Ivan Juric sono impressionanti. Gli scaligeri segnano poco ma subiscono ancor meno. Hanno totalizzato fino ad ora 22 reti e sono il secondo peggior attacco fra le prime dieci squadre della classifica generale. Per dare un’idea, Napoli, Fiorentina, Sassuolo e anche Lecce, tutte formazioni che seguono i veneti in classifica, hanno segnato di più. Tuttavia, l’Hellas subisce anche molto poco: 22 gol in totale, esattamente lo stesso numero delle reti segnate. Quella scaligera è la quarta miglior difesa del torneo, dopo Inter, Lazio e Juventus, le tre contendenti allo scudetto. Ma come fa una squadra costruita per salvarsi e data da molti per spacciata in estate, ad avere questi numeri subito dopo il giro di boa del campionato?

L’ORGANIZZAZIONE TATTICA

Corsa e organizzazione, sono le chiavi della squadra di Juric. I gialloblu possono contare su una preparazione atletica formidabile, che permette ai giocatori di macinare chilometri durante la partita (sono la quarta squadra della serie A per Km in media a match) senza mai perdere il ritmo. Dal primo al novantesimo minuto, il Verona corre e pressa a tutto campo, come un moto continuo, ed è una delle poche squadre della serie A che riesce ad imprimere un’intensità così elevata al suo gioco. Ad una straripante forza atletica, l’Hellas ha aggiunto anche un’ottima organizzazione di gioco. Merito di un tecnico fin troppo bistrattato ma dalle brillanti idee come Ivan Juric. Il tecnico croato è cresciuto sotto l’egida di Giampiero Gasperini, dal quale ha saputo estrapolare alcuni principi calcistici. Il modulo praticato dal Verona è un 3-4-2-1 piuttosto compatto. Le variazioni principali Juric le effettua nel reparto offensivo, dove finora si è alternato un falso nueve ad un attaccante di ruolo, ma il punto di forza del Verona, come detto, non è l’attacco. I gialloblu sono una delle squadre peggiori della serie A per numero di tiri effettuati verso la porta avversaria ed sono nelle ultime posizioni nella graduatoria delle squadre per percentuale di passaggi riusciti a partita. Il punto di forza degli scaligeri sta nella fase difensiva. Da buon “gasperiniano”, Juric fa praticare ai suoi uomini la marcatura a uomo in fase di non possesso. Ipotizzando che il 3-4-2-1 dell’Hellas si trovi ad affrontare un 4-3-1-2, ci saranno due punte a marcare i due centrali di difesa, i laterali di centrocampo sui terzini, una mezzapunta sul regista, i centrali di centrocampo sulle mezzali e i tre di difesa ad accettare l’uno contro uno contro il tridente avversario. Un pressing asfissiante e orientato, finalizzato a conquistare la palla in avanti, senza schiacciare il proprio baricentro. In sostanza, l’Hellas Verona pratica il proprio calcio distruggendo quello altrui. Non a caso, i gialloblu e il difensore Rrahmani sono rispettivamente la squadra e il giocatore ad aver effettuato più recuperi nell’intera serie A, laddove per recuperi si devono intendere le situazioni di palla recuperata per contrasto su un avversario che ne aveva il possesso, oppure per intervento su una traiettoria di passaggio finalizzando il recupero del pallone.

I GIOCATORI

Sulla carta, la rosa del Verona non impressiona per i nomi. La realtà è che la formazione scaligera ha giocatori più “giusti”, che “forti” in senso assoluto. Elementi che calati nel contesto riescono a rendere il doppio delle loro reali possibilità. Ma soprattutto il Verona può contare nei ruoli chiave della squadra sui giocatori dal tasso tecnico maggiormente elevato. Soprattutto in mezzo al campo, la coppia di centrali è composta da Miguel Veloso e Amrabat: il primo è il metronomo della squadra dal piede vellutato, il secondo è un motorino instancabile abile a tutto campo. Sull’out sinistro gioca Lazovic, uno degli esterni migliori della serie A, per corsa, tecnica, ma soprattutto per capacità di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. La difesa a tre, dove giocano i pezzi pregiati del mercato Rrahmani e Kumbulla, lavora bene di reparto e può contare su elementi veloci e fisici. Zaccagni sta vivendo la stagione migliore della sua giovane carriera e assieme a Pessina e Verre completa una batteria di mezzepunte abili a non dare riferimento. Mettendo insieme tutti questi elementi viene fuori l’Hellas di Juric, una delle squadre più interessanti della serie A, che è partita ad agosto per salvarsi e che a fine gennaio intravede all’orizzonte l’Europa.
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