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“Innanzitutto, volevo salutare la città di Lecce ed i suoi tifosi”. 

Marco Baroni, ormai ex tecnico del Lecce, si era presentato così due anni fa, nella prima conferenza stampa della sua gestione. All’epoca aveva detto di no alla proposta della Reggina per accettare il Lecce e sposare il progetto illustratogli da Pantaleo Corvino, una sfida ambiziosa che era piaciuta fin da subito al tecnico toscano. 

Baroni conosceva la piazza, la città, la tifoseria e la sua mentalità: chi onora la maglia resta per sempre nel cuore di questa gente.

Ha iniziato a lavorare ed ha combattuto con le prime difficoltà. Forse senza quella rimonta nel finale contro l’Alessandria, alla quarta giornata del campionato cadetto, la sua avventura nel Salento sarebbe durata pochissimo. Invece, da quel momento la storia è cambiata, la sua e quella del Lecce, ed i giallorossi hanno iniziato a macinare risultati ed avversari, raggiungendo una storica e, per certi versi, inaspettata promozione. 

È riuscito a trasmettere i valori al suo gruppo e lo ha fatto sia in Serie B che in Serie A, coinvolgendo giocatori d’esperienza e giovanissimi, esordienti e campioni del Mondo. Il suo gioco ci ha divertito ed anche rassicurato. Il Lecce ha proposto un’idea di calcio nuova, con una pressione alta che andava ad aggredire l’avversario già nella propria metà campo. Il Lecce di Baroni non ha subito imbarcate e caterve di reti da nessun avversario e la cura quasi maniacale della fase difensiva ha rappresentato forse il pregio più evidente dell’era del tecnico toscano. 

L’allenatore ex Benevento ha chiesto un contratto più corposo, maggiore fiducia dopo due imprese conquistate attraverso il lavoro. Il Lecce, però, ha stabilito una politica societaria chiara, che non fa eccezioni per nessuno, nemmeno per un allenatore nel quale la dirigenza ha sempre creduto parecchio, dimostrandolo con i fatti e non con le parole. Baroni, in queste due stagioni, non è stato mai a rischio, per merito suo certamente ma anche grazie ad una società che è sempre stata vicina al suo tecnico, difendendole nei momenti di difficoltà. 

A Lecce ha ritrovato la Serie A ed è riuscito a riprendersi la sua rivincita, in una categoria nella quale non aveva ottenuto risultati soddisfacenti prima di arrivare nel Salento. Adesso ha delle offerte e le valuterà con calma.

Lecce è un ricordo ma non può rimanere solo tale. Quest’avventura è stata, senza forse, la più importante da quando allena. Nessuno potrà mai cancellare due anni di vittorie e la salvezza ottenuta all’ultimo minuto in quel di Monza. Sarà piacevole ritrovarsi da avversari dopo aver percorso un pezzo di strada insieme, momenti che resteranno nella storia di questo club. 

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