Acerbi rifiuta la convocazione e rischia una squalifica: ecco cosa dice il regolamento

Una norma che però potrebbe non essere presa in considerazione
Con la finale di Champions League si è ufficialmente conclusa la stagione agonistica per molti calciatori, ma non per quelli convocati dalle rispettive nazionali. A giugno, infatti, si giocheranno le partite di qualificazione al Mondiale del 2026, che si disputerà in USA, Canada e Messico.
Anche se il girone di qualificazione è cominciato a marzo, l’Italia farà il suo esordio solo venerdì 6 giugno nella difficile – e fredda – trasferta di Oslo contro la temibile Norvegia. La squadra scandinava può contare su giocatori di livello internazionale come Haaland, il capitano dell’Arsenal Ødegaard e il centravanti dell’Atletico Madrid Sørloth.
Oltre al valore degli avversari, l’Italia dovrà fare i conti con il clima rigido e con i campi in sintetico, che storicamente hanno creato non pochi problemi ai club italiani: basti pensare alla Lazio, sconfitta 2-0 dal Bodo/Glimt quest'anno, o alla Roma, travolta 6-1 dallo stesso club norvegese due stagioni fa. La seconda partita, almeno sulla carta, è molto più abbordabile: lunedì 9 giugno a Reggio Emilia contro la Moldavia.
Battibecco tra Spalletti e Acerbi
Per preparare queste due sfide, il CT Luciano Spalletti ha convocato 27 giocatori. Tuttavia, ha già dovuto rinunciare a Buongiorno, difensore del Napoli, sostituito dal capitano della Fiorentina Ranieri, alla sua prima convocazione in azzurro.
A tenere banco, però, è il caso Acerbi. Il difensore dell’Inter, reduce dalla pesante sconfitta per 5-0 nella finale di Champions League contro il PSG, è stato comunque convocato da Spalletti, probabilmente per la sua abilità nella marcatura a uomo, che in passato lo ha reso un autentico incubo per Haaland – in particolare nella finale di Champions League del 2023 e nella fase a gironi di quest’anno. Tuttavia, secondo quanto dichiarato dallo stesso Spalletti in conferenza stampa, Acerbi avrebbe rifiutato la convocazione.
C'è da fare una precisazione, Acerbi non ha risposto alla convocazione. Ha ripensato a ciò che è successo attorno a lui. Io lo avevo convocato per quanto fatto vedere in questo periodo. Chiaro che con Acerbi avevo parlato prima. Sms e telefonate. Non voglio pensare nulla: io devo dare forza alle cose che accadono. Stamattina via sms mi ha detto di no. Io gli ho risposto. Poi ci siamo sentiti al telefono, e di corsa ad allenarci perché chi c’è merita attenzione.

La risposta del difensore non si è fatta attendere: attraverso un post sulla propria pagina Instagram, ha motivato la sua decisione parlando di “mancanza di rispetto” da parte del CT, dichiarando di non avere più stimoli a rappresentare l’Italia con chi non gli riconosce il rispetto meritato.
Dopo una profonda riflessione, ho comunicato oggi al ct di non accettare la convocazione in Nazionale. Non è una scelta presa a cuor leggero, perché vestire la maglia azzurra è sempre stato un onore e un orgoglio per me. Tuttavia, ho ritenuto che, alla luce degli ultimi avvenimenti non esistono ad oggi le condizioni proseguire serenamente questo percorso. Io non cerco alibi né favori, ma pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte.
Non sono uno che si aggrappa a una convocazione: ho sempre dato tutto, ma non resto dove non sono più voluto davvero ed è chiaro che non faccio parte del progetto del ct. Questa è la mia decisione, e come ho detto stamattina al ct, non è definitiva né dettata dalla rabbia, né tanto meno dalla “depressione” per una finale Champions persa, ma solo da un bisogno di fare un passo indietro. Auguro il meglio alla Nazionale e come ai miei compagni: continuerò a tifare per loro con lo stesso attaccamento che ho sempre dimostrato in campo
Cosa rischia adesso Acerbi?
La polemica è esplosa anche sui social, dove la stragrande maggioranza dei tifosi ha criticato la scelta di Acerbi, ritenendola una mancanza di rispetto verso la maglia azzurra. Mancanza di rispetto che rischia di costare cara all'ex Lazio, che a giugno sarà impegnato nel Mondiale per Club con l'Inter. La norma organizzativa interna della FIGC, infatti, stabilisce all'articolo 76 che
I calciatori e le calciatrici che, senza provato e legittimo impedimento, neghino la loro partecipazione all'attività delle Squadre Nazionali, delle Rappresentative di Lega nonché delle Rappresentative dei Comitati sono passibili di squalifiche da scontarsi in gare ufficiali della loro Società.
In tali casi, il Presidente Federale, i Presidenti delle Leghe, il Presidente del Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica, i Presidenti dei Comitati e delle Divisioni, hanno potere di segnalazione dei calciatori e delle calciatrici - e delle Società, ove queste concorrano - ai competenti organi disciplinari, ai fini di un eventuale deferimento.
Una norma che, stando alle indiscrezioni interne del sito TMW, non dovrebbe essere applicata verso il calciatore interista, ma la cosa sicura è che questo caso farà ancora parlare, e tanto, in questi giorni.