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L'emergenza coronavirus ha fermato i campionati e non si conosce ancora la data per il rientro. Sul punto è intervenuto il presidente del CONI Giovanni Malagò che giustamente sottolinea come la Serie A abbia una importanza economica di livello differente rispetto alle altre categorie del calcio e agli altri sport che si giocano in Italia: "Ho contatti frequenti con Gravina - ha sottolineato al Corriere della Sera - e lo ringrazio per gli aggiornamenti costanti. La Serie A è un mondo a parte, che ha situazioni economiche diverse da tutte le altre realtà. Giocherà la propria partita e io non posso far altro che rispettarla. Chiudere subito la stagione? Il calcio deve fare i conti con il virus. L'agenda la detta il Governo e al momento non ci sono certezze". Intanto ci sarà in giornata una riunione tra il sindacato dei calciatori e la Lega Serie A: sul tavolo i temi derivanti dal taglio degli stipendi alle ipotesi di ripresa delle attività. Anche Gabriele Gravina è tornato a parlare e questa volta è più cauto nello stabilire date per una possibile ripresa della stagione: "Una data oltre la quale è impossibile portare a termine la stagione? Dipende. L'Italia ha maggiore difficoltà nel recupero perché abbiamo 13 gare da recuperare e probabilmente si dovrà inserire le partite delle competizioni internazionali. Parlare di date non ha alcun senso. Dobbiamo essere consapevoli e coscienti che per definire il nostro campionato ci servono 45-60 giorni. Se ci vengono concessi il mese di luglio e quello di agosto, così come si sta orientando la Uefa e tutte le federazioni, potrebbe quello il periodo di riferimento. Al di là di come andrà a finire, ne parliamo perché è giusto farlo, ma dobbiamo concentrarci innanzitutto sul fatto che a partire dal campionato 20/21, il calcio possa ricominciare con entusiasmo e una nuova filosofia".
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