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Dopo il pareggio contro l'Udinese e le tre vittorie consecutive ottenute contro Atalanta, Sampdoria e Lazio, il punto di La Spezia non può che essere considerato positivo.

Il Lecce ottiene un pareggio a reti inviolate al “Picco” che è un terreno di gioco (sintetico) insidioso, per di più sotto una pioggia battente che ne ha messo a dura prova il sistema di drenaggio e di conseguenza la stabilità degli atleti.

Spezia-Lecce è uno scontro diretto, c'è poco da fare e, nonostante si possa accettare di buon grado il pareggio, siamo dell'idea che ai punti la formazione giallorossa meritasse qualcosa in più, se non altro per i due legni colpiti a portiere avversario battuto e per le azioni pericolose che ha sviluppato soprattutto nella prima frazione di gioco. Però siamo in serie A e non dobbiamo mai dimenticare che esistono anche gli avversari, nella fattispecie ben allenati, che hanno ribattuto colpo su colpo, prendendo per alcuni tratti anche il predominio del gioco anche se non si sono mai resi realmente pericolosi a parte un tiro a giro di Nzola nel secondo tempo sul quale il portiere giallorosso è intervenuto da par suo.

Merito della fase difensiva su cui Baroni lavora tanto e bene, con Baschirotto e Umtiti a fare da guardiani all'ottimo Falcone, considerando anche che davanti lo Spezia può schierare appunto il vice capocannoniere del campionato.

Il tecnico giallorosso sulla scia della partita vinta contro la Lazio manda in campo nove/undicesimi della formazione di mercoledì scorso con i due centrali a proteggere il portiere e sugli esterni Gallo e Gendrey; sostituisce lo squalificato Hjulmand (si è sentita poco la sua mancanza e questo è un bene) con Maleh, spostando Blin in cabina di regia, l'italo/marocchino interno a sinistra e Gonzalez mezz'ala destra col compito di offendere; davanti ancora fiducia a Colombo e Strefezza, mentre Di Francesco, dopo l'exploit contro la Lazio, è preferito a Banda.

Il Lecce parte forte e sfiora il gol del vantaggio in più occasioni: sul tiro a giro di Strefezza è bravo il portiere avversario, sulla fucilata di Colombo anche, mentre la doppia traversa colpita dai giallorossi (Blin di testa e Gonzaez di destro) lascia un po' l'amaro in bocca. Gli uomini di Baroni danno la sensazione di poter passare da un momento all'altro, il pressing è ben coordinato e si gioca prevalentemente nella metà campo dei liguri però il risultato non si sblocca e pian piano viene fuori l'organizzazione dello Spezia che prende campo ed inizia a diventare insidioso. Nel prosieguo della gara il rischio che le squadre possano allungarsi e che si possa assistere ad una partita di ping-pong è alto, così come, di contro, è altrettanto alto quello che con il terreno pesante e la stanchezza incombente, si possa giocare al “chi segna vince”, praticamente una beffa per chi non segna, con i contendenti impossibilitati a recuperare il risultato viste le condizioni meteo e gli strascichi delle partite giocate appena tre giorni prima.

Finisce in parità come detto e forse è il risultato più giusto.

Le note positive sono date dal fatto che Blin ha sostituito egregiamente Hjulmand, svettando spesso di testa in fase difensiva, tamponando le incursioni avversarie e dando equilibrio alla squadra; altro spunto ci viene dalla prestazione di Bistrovic: ormai abbiamo capito che il ragazzo non è la mezz'ala che si cercava in estate, non ha lo strappo nelle sue corde, non ha il cambio di passo, non è un centrocampista “box to box” insomma, però ha fisico, tecnica, piedi vellutati e la sua posizione naturale è proprio quella di centrocampista centrale. Buttato nella mischia al posto di uno stremato Maleh, nella seconda frazione di gioco, si è appropriato immediatamente del ruolo di regista (Blin è passato interno destro e Gonzalez a sinistra) e si è imposto con personalità. Il Lecce potrebbe aver trovato in casa l'alternativa al danese, con il francese che riesce a disimpegnarsi ottimamente anche da mezz'ala. Non abbiamo da raccontare “note negative” perchè questa squadra è ormai diventato un gruppo solido con gli atleti che giocano l'uno per l'altro, si aiutano e non lesinano energie.

I complimenti vanno al nocchiero, Marco Baroni, perchè è riuscito a creare un'alchimia magica ed i risultati, ma soprattutto le prestazioni, sono ben visibili. La strada è ancora lunga, non ci stancheremo mai di ripeterlo, arriveranno le partite meno fortunate ed anche le sconfitte, però il Lecce la sta percorrendo con grande professionalità, volontà e l'entusiasmo dettato dall'essere la squadra più giovane del torneo.

Ora testa al Milan che verrà nel Salento sabato prossimo, una sfida emozionante che i giallorossi meritano di giocare al meglio e, siamo sicuri, lo faranno a testa alta.

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