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Pantaleo Corvino, Responsabile dell’Area Tecnica del Lecce, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha parlato dei suoi ricordi e dell’inizio di campionato contro l’Inter. 

SERATA MAGICA  

“Mettiamo l’abito della festa e torniamo a fare rumore. In Lecce-Pordenone di due anni fa c’era un silenzio assordante. Con soltanto la moglie del presidente, mia figlia e i dirigenti soli a fare rumore. Stavolta è tutto esaurito. Questo è il minimo che potevo fare per il mio territorio. Per il ritorno in Serie A. Dopo 600 partite torno in Serie A". 

MAROTTA 

“Con lui siamo partiti 30 anni fa. Lui al Varese, io al Casarano. Eravamo i primi ad aprire il nostro box al calciomercato”.

AUSILIO 

“Quando ero a Firenze mi disse che voleva venire con me a portarmi la borsa. Oggi se la borsa la portano a lui sono felice”.

DIFFERENZE TRA LECCE ED INTER 

“Le proprietà straniere hanno più attenzione a investire sulle strutture, quelle nostrane sui calciatori. Sarebbe bello che le cose fossero alla pari. Sticchi Damiani lo sento più di mia moglie. Questa è una proprietà figlia del territorio che ha tanta passione. C’è la voglia di dare il meglio. Sullo stadio siamo intervenuti. Siamo sempre in evoluzione, abbiamo fatto una palestra nuova. Allo stadio partendo dagli spogliatoiI, vogliamo aprire uno store e un museo. C’è la voglia di creare risorse pensando al presente e lavorando per il futuro. Con un club che punta sulle attrezzature ma pure sugli uomini". 

M908

 “E’ un’idea geniale del presidente e dei dirigenti che parte dal passato. Qui la gente va allo stadio con qualcosa del Lecce. E’ bellissimo”.

SCOMMESSE 

“I Falcone, Di Francesco, Bistrovic, Ceesay e il giovane colombo già li conoscono. Mi sento di scommettere su Gonzalez che è un centrocampista 2002 che viene dalla Primavera e l’esterno offensivo Banda dello Zambia che è del 2001″.

PUPILLI

“Voglio bene a tanti. Ma dico Zurkowski e Terzic che son alla Fiorentina. Gli ultimi prima di tornare a Lecce”.

COSA INFASTIDISCE CORVINO

“Che Paratici, Cherubini, Massara e Faggiano continuino a chiamarmi direttore. Forse lo fanno per rispetto”.

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