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Il sindaco di Lecce in serata ha pubblicato un lungo pensiero sui suoi canali social, commentando quanto avvenuto fuori dallo stadio prima della partita contro il Bologna.

Il post Facebook di Salvemini

Il mio stato d’animo oggi ha due volti. Quello della felicità per il goal in extremis che ha consentito al Lecce di pareggiare una partita che non avrebbe meritato di perdere, tantomeno nel giorno in cui si ricordavano Ciro e Michele a 40 anni dalla loro tragica morte. E quello della mortificazione per la sassaiola che ha investito il pullman di tifosi rossoblu scesi alla stazione e diretti allo stadio.

Non riesco a non pensare alle telefonate che mi aggiornavano dell’accaduto in diretta. Alle foto che documentavano il blitz. Per fortuna senza feriti. Ho provato amarezza, disagio, rabbia. Perché non è questo il nostro modo di vivere il calcio, la competizione per il risultato, l’orgoglio dei propri colori e bandiere.

Non sono ingenuo. È che proprio non riesco a considerare normale che una domenica mattina un pullman con cittadini in trasferta a Lecce - tali sono ancor prima di essere tifosi - debba essere scortato da volanti della polizia. E nonostante questa precauzione essere oggetto di un attacco premeditato da parte di un gruppo di giovani e meno giovani - armati di pietre e bastoni.

So bene che queste scene si consumano ogni domenica in tante città d’Italia durante lo svolgimento dei campionati di calcio. Chi oggi è stato aggressore è stato in passato aggredito. Che è complicatissimo sradicare una cultura che è diffusa non solo nel nostro Paese ma ovunque. Ma è una constatazione che non mi consola. Perché appunto è questa rassegnazione che ha trasformato l’eccezionale in ordinario.

Corvino e Salvemini

Mi piace credere che anche su questo fronte la nostra città, grazie al lavoro fatto dall’ U.S. Lecce per riportare famiglie allo stadio, possa offrirsi come modello e riferimento per tutti. Perché conosco l’anima profonda dei tifosi leccesi che gremiscono gli spalti con spirito non violento e so che hanno sensibilità e intelligenza per accogliere gli avversari sportivi con cori ironici e striscioni originali. Non con le pietre.

Le scuse di Salvemini

Avrei potuto sorvolare su quanto accaduto. Decidere di rubricarlo come ordinaria amministrazione. Ma da sindaco non riesco a voltarmi dall’altra parte. La scelta del silenzio equivarrebbe per me ad una sconfitta, una resa. Per questo ho deciso di dare voce al mio stato d’animo. Per quanto accaduto stamattina vicino allo stadio porgo le mie scuse, a nome della città, ai tifosi bolognesi, e vicinanza al personale SGM.

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