Accoglienza, arriva l'intesa per la gestione dei braccianti stranieri a Nardò

Sindacati, istituzioni e imprese definiscono il nuovo modello di gestione del campo per braccianti stranieri a Nardò
È stata raggiunta l’intesa tra istituzioni, parti datoriali e sindacati per la gestione sperimentale pubblico/privata del campo di accoglienza per lavoratori agricoli stranieri di Boncuri, alle porte di Nardò. La struttura, già attiva da lunedì scorso con 85 persone ospitate, sarà regolata da un protocollo condiviso che definisce le modalità di accesso, i servizi offerti e gli impegni di tutti gli attori coinvolti.
Il documento, sottoscritto da Regione Puglia, Comune di Nardò, Prefettura, Arpal Puglia, organizzazioni datoriali e sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil) e di categoria (Flai, Fai, Uila), ha accolto le osservazioni presentate dalle rappresentanze dei lavoratori. Tra i punti salienti, il ticket giornaliero di 2 euro previsto per i lavoratori sarà in parte compensato grazie all’intervento dell’ente bilaterale Cassa Amica, che coprirà anche una parte dei costi per le aziende che applicano il Contratto Provinciale di Lavoro (Cpl).
Decisiva la modifica dell’articolo 7 del protocollo, che inizialmente legava il riconoscimento di un marchio di qualità al solo inserimento delle aziende nella Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Su richiesta dei sindacati, tale riconoscimento sarà ora separato, permettendo comunque alle imprese virtuose di ricevere un "bollino" relativo alla qualità dell’accoglienza offerta ai lavoratori, in particolare a chi sostiene la Dote di integrazione sociale alloggiativa (DISA), pari a 100 euro al mese per ogni lavoratore ospitato.
Grazie all’intervento sindacale, il protocollo è stato inoltre ampliato per includere due importanti novità a tutela dei braccianti:
Il campo potrà rimanere aperto anche oltre la stagione estiva, su segnalazione delle imprese.
I lavoratori in cerca di impiego (per un massimo di 15 giorni), o colpiti da malattia o infortunio, potranno continuare a soggiornare nella struttura.
Le istituzioni hanno anche manifestato apertura verso soluzioni abitative più stabili e dignitose, impegnandosi a individuare immobili pubblici da destinare all’accoglienza, grazie anche ai fondi del FESR Puglia. Si punta così a superare il modello attuale della foresteria in favore di alternative più inclusive e durature.
Sul piano operativo, resta da valutare l’effettiva applicazione del regolamento, che prevede, oltre all’alloggio e al servizio mensa (attivo da sabato), anche orientamento al lavoro, supporto legale, servizi socio-sanitari e trasporto da e verso le aziende.
Le parti torneranno a riunirsi a settembre per un bilancio della gestione 2025 e per impostare con anticipo il lavoro in vista del 2026.
I sindacati esprimono soddisfazione per l’accordo raggiunto, sottolineando come il dialogo territoriale e il coinvolgimento delle parti sociali possano produrre risultati concreti e positivi. “Non siamo contrari per principio alla sperimentazione pubblico/privata – fanno sapere Cgil, Cisl, Uil e le rispettive categorie – ma quando tutti gli attori giocano la loro parte, è possibile costruire un modello di agricoltura davvero sostenibile, anche dal punto di vista dei diritti”