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A volte non basta avere talento e nemmeno segnare tanti gol in continuazione. A volte bisogna avere due cose per sfondare davvero nel mondo del calcio: fortuna, o meglio la capacità di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, e personalità, ossia la forza di affrontare le peripezie della vita e della propria carriera senza abbattersi troppo.

La storia che vi vogliamo raccontare oggi ha come protagonista un ex attaccante del Lecce che nel Salento non ha lasciato buoni ricordi, sia a causa di un rendimento non esaltante che per via di un atteggiamento parso troppo poco in linea con le aspettative dei tifosi giallorossi.

Khouma Babacar qualche anno fa è stato inserito da Don Balón nella lista dei giocatori più promettenti nati dopo il 1989. Il suo era ed è un talento purissimo ed a Firenze se ne sono accorti subito.

Il 14 gennaio del 2010, a soli 16 anni, 9 mesi e 28 giorni, il centravanti senegalese ha segnato il suo primo gol da professionista con la Fiorentina, in un match valevole per gli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Chievo, diventando di fatto il più giovane marcatore della squadra viola in una partita ufficiale.

Quel gol è stato accompagnato da altre reti e da diversi trofei a livello giovanile, come il campionato nazionale Under 17 e la Supercoppa Italiana Primavera. Pantaleo Corvino, in quel tempo ds della Fiorentina, ha subito carpito il talento del ragazzo e lo ha portato in Toscana per soli 35 mila euro, compiendo un incredbile affare.

Con il passare del tempo, però, la fortuna e la personalità non hanno sempre accompagnato Babacar, che ha vissuto periodi bui e giorni felici, diventando l’idolo di Modena e di contro prendendo parecchie critiche dai tifosi di Racing, Padova, Sassuolo e Lecce.

Nel Salento è arrivato con entusiasmo, sebbene al termine di una trattativa infinita che è durata un’estate intera. Si è presentato bene ma il calcio di rigore sbagliato con la Lazio ha complicato maledettamente tutto. Traverse, gol sbagliati e porta vuota e diversi stop fisici, tutto questo ha condizionato l’avventura del centravanti classe ’93, che alla fine ha chiuso con 3 sole reti in campionato in 25 presenze.

Forse con la piazza salentina non è mai scoccata la scintilla, Babacar non si è sentito coccolato e non ha reso al meglio. La sosta forzata a casa della pandemia ha fatto poi il resto, costringendolo diverse volte a scendere in campo in una condizione fisica precaria. 

Dopo Lecce è andato in Turchia, ha vestito la maglia dell’Alanyaspor ma lì, più che per i gol, lo ricordano per il grande spavento dovuto ad uno spasmo cardiaco durante un allenamento, che lo ha costretto ad un periodo di stop ed ha spaventato un po' tutto lo staff medico.

A gennaio l’ex Sassuolo ha deciso di cambiare ancora, trasferendosi in Danimarca ed indossando la maglia del Copenaghen. Ha segnato all’esordio contro l’Odense ed altre due volte ma nemmeno lì ha inciso come ci si aspettava.

Qualche ora fa ha pubblicato un post, scrivendo di un intervento perfettamente riuscito. Babacar parla di titolo danese e Champions League, ha voglia di tornare in campo presto per dimostrare il suo valore. 12 anni fa entrava nella storia della Fiorentina con un gol in una fredda sera di gennaio. Adesso, a 28 anni, deve ritrovare la sua strada, quella nella quale troppe volte si è perso nonostante il suo talento. In fondo quest’ultimo conta poco senza fortuna e personalità. 

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