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Tre indizi fanno una prova. Lo abbiamo scritto nel titolo di questo pezzo e lo ripetiamo qui, per confermare la nostra tesi e sviscerarla attraverso numeri e concetti.

Ylber Ramadani ha giocato 3 grandi partite in Serie A e, in soli 270 minuti, ha oscurato il ricordo di Morten Hjulmand, l’ex capitano giallorosso che pensavamo di dover rimpiangere maggiormente dopo il suo trasferimento allo Sporting Lisbona. 

Certo, piedi per terra e poche certezze ancora. È presto, prestissimo, per esprimere giudizi e farsi portatori di convinzioni. Eppure, il talento e la personalità emergono presto, figli di mamma passione e papà sacrificio. 

L’ex centrocampista dell’Aberdeen è nel Salento da circa un mese, ma pare qui da sempre. È dentro il gruppo, lo spogliatoio, la città e la tifoseria intera. È un trascinatore nato, un leader d’altri tempi, uno di quelli che nel momento del bisogno corre e pressa ancora di più, quasi come se la fatica non esistesse. Ad un certo punto domenica sera, mentre la Salernitana attaccava a spron battuto, Ramadani ha incitato il Via Del Mare a farsi sentire ancora di più, ad alzare i decibel per aiutare lui ed i suoi compagni: ha capito la difficoltà ed ha chiesto una mano. Semplice.

Non vogliamo, però, che passi un messaggio sbagliato. Il centrocampista albanese non è solo garra e temperamento. Ha geometrie, qualità, senso della posizione e dell’anticipo ed anche una ottima capacità di verticalizzazione, utilissima per allungare le difese avversarie e sfruttare la rapidità degli esterni giallorossi. Tra l’altro, in queste prime giornate, ha lasciato intravedere buone doti anche nel tiro dalla distanza, sebbene purtroppo non sia riuscito ancora a fare centro ed a realizzare il suo primo gol in maglia giallorossa.

Ramadani, i numeri delle sue prime 3 partite 

3.7 tiri a partita, 52 tocchi in media, con il 79% di precisione dei passaggi ed il 75% di dribbling riusciti. Sono questi alcuni dei numeri totalizzati da Ramadani nelle tre partite disputate fino ad ora. Nonostante la sua verve combattiva, non ha subito ancora ammonizioni ed ha vinto il 67% dei contrasti compiuti, una cifra considerevole al suo primo anno di Serie A. 

L’aspetto sul quale deve migliorare è certamente quello relativo ad alcune situazioni di gioco in fase difensiva, dato che in alcune occasioni non ha seguito l’inserimento del centrocampista avversario, lasciando voragini molto pericolose per la retroguardia giallorossa. 

Lavoro, voglia e consapevolezza. Alla sua età è arrivato qui certo di potersi giocare le sue carte nel migliore dei modi. Ha respirato quasi aria di casa e, soprattutto, grande fiducia da parte della società. Sempre vicina a chi arriva da lontano ed ha bisogno di sentirsi protetto.

Adesso in molti lo stanno scoprendo. Ed il difficile viene proprio ora. Lui, dalla sua parte, dovrà continuare così, dando tutto e divertendosi. Lecce è la sua occasione e, per ora, la sta sfruttando alla grande. 

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