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“Cos’è, cos’è, dai cos’è. Non è fallo, non è fallo”. Abbiamo visto circa una decina di volte l’ultimo quarto d’ora di Monza-Lecce e le parole riportate sopra sono quelle di Federico Baschirotto, subito dopo l’intervento da rigore commesso ai danni di Colpani. Il difensore giallorosso non si dava pace, sebbene con l’aiuto del Var il penalty sembrasse netto. 

Bloccate le immagini nel momento preciso in cui Falcone para il calcio di rigore. Vedrete Baschirotto esultare e gonfiare il petto esattamente come quando realizza un gol. La gioia che ha provato in quel momento probabilmente è la stessa che ha sentito circolare nelle vene dopo le reti siglate in questa stagione, una scossa di adrenalina che vaga per tutto il corpo ed è necessario sfogare in qualche modo.

Federico c’è stato dopo ogni gol. Sembra incredibile ma ogni volta che il Lecce segna una rete, insieme all’autore della marcatura, c’è sempre lui, pronto ad esultare davanti ai tifosi giallorossi in festa.

Federico c’è stato per tutta la stagione, saltando solo la trasferta di Milano contro l’Inter. Ha vissuto un sogno ad occhi aperti, ha realizzato tutto quello che ha sempre desiderato e lo ha fatto con il sorriso stampato sul volto, lo stesso che ha un bambino sull’altalena al parco giochi. 

Federico ha conquistato la Nazionale. Ha ricevuto la chiamata di Mancini e il riconoscimento da parte di tantissimi addetti ai lavori, tutti entusiasti delle sue prestazioni in campo. Di solito le storie come la sua durano due o tre mesi e si interrompono al primo errore, per colpa del quale tutti dimenticano il passato e cambiano idolo. A Federico questo non è successo. Di errori ne ha commessi pochi ma anche quelli fanno parte del gioco ed aiutano a crescere, a maturare, a migliorare. 

Su una cosa, però, vogliamo dissentire. In molti dicono che Federico Baschirotto sia un ragazzo come tanti, uno del “popolo” da imitare per raggiungere i propri sogni. Non è vero o, tutt’al più, è vero solo in parte. Il difensore giallorosso è un ragazzo speciale e non lo diciamo noi, ma tutti i suoi compagni di squadra. È uno che non molla mai, uno di quelli che lavora il doppio rispetto agli altri per raggiungere i propri sogni, un ragazzo con una forza di volontà ed una tenacia fuori dal comune. In pochi, pochissimi, sono così. 

In questi mesi, ci ha regalato un insegnamento fondamentale: non esistono limiti. E se prima il suo obiettivo era la Serie A, adesso è inutile chiedersi dove porterà la prossima fermata. 

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