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Nel corso della puntata di PL Talk, trasmessa sul canale Twitch di PianetaLecce, è intervenuto il giornalista de Il Quotidiano di Puglia, Francesco De Pascalis. Al centro del suo intervento, la storica terza salvezza consecutiva conseguita dal Lecce ieri sera.

Sulla storica salvezza

Io ho una mia tesi, non so se è fiabesca, ma la vita ti da tutto quello che semini. E' come un albero di frutta e se lo curi, ti dà i frutti sperati. I frutti di questa gloriosa società, nata nel 1908, si legano sempre e soltanto a delle imprese che come ha definito ieri Giampaolo, che penso rimarrà nella storia per l'approccio e la nomea, sia l'ennesima fiaba di questa terra del rimorso e dell'orgoglio, perché non poteva non finire così.

La terra del rimorso e dell'orgoglio perché pensavo che se questa fosse stata la salvezza più facile da conseguire da questa società entrata nella storia, quella più facile da conseguire sul campo con uno o due acquisti, quella più semplice perché era quella della patrimonializzazione e degli introiti, quella più facile considerando le concorrenti che vincevano molto meno di noi, perché noi siamo stati pochissimo in zona retrocessione, se era tutto questo, perché non doveva finire così? 

Come tutte le storie che hanno un po' contraddistinto il Salento, nelle difficoltà questa terra riesce a trasferire i suoi sentimenti a chi accoglie ed a evidenziare quelli che sono i valori di un territorio difficile, di una terra a Sud del Sud. 

Però, sono quelle imprese che racconteremo ai nostri figli ed ai loro figli. Ci si ricorderà di questo campionato, non tanto per quanto abbiamo sofferto nel suo iter, ma quanto è stata bella la fine, dove tutti ci davano per spacciati. 

festeggiamenti lecce all'olimpico

Tre fotografie della stagione

Ho fotografato tre momenti di questo campionato: l'arrivo di Rebic, l'esonero di Gotti e l'arrivo di Giampaolo, nel mezzo l'infortunio di Marchwinski, e la morte di Graziano. In tutto questo, una serie di situazioni che hanno contraddistinto questa annata e la rendono particolare. 

La mia paura non era quella di andare in B, cosciente com'ero da tifoso e giornalista che segue le vicende del Lecce: è nella nostra storia, nel nostro DNA. La mia paura era che si potesse rompere quel legame, quei tre piedi che hanno retto questo sgabello forte: società, tifosi e squadra. 

Però come tutte le fiabe salentine e qualche angelo che ci guarda da lassù, questi piedi si sono rinforzati e resi granitici, d'acciaio. Ci hanno regalato un finale incredibile. Da Roma mi hanno detto: “Non vi ha regalato niente nessuno e nelle difficoltà vi siete dimostrati quelli che siete, tosti!”.

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