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Gotti: "Ho trovato un Lecce vivo. Stravolgimenti? Non sarebbero saggi"

Le prime dichiarazioni del nuovo tecnico della squadra giallorossa

Pierpaolo Verri /

Le prime dichiarazioni del nuovo tecnico della squadra giallorossa

Pierpaolo Verri /

Il responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino e il direttore sportivo Stefano Trinchera, a partire dalle 13, presenteranno Luca Gotti, il nuovo tecnico del Lecce. Segui qui la diretta dalla sala stampa del “Via del mare”.

  • Gotti sugli stimoli per questa nuova sfida

    La lotta salvezza quest'anno è avvincente. Ci sono tante squadre in pochi punti. Quando ci sei dentro le cose le vedi in un modo diverso. Le tensioni hanno un peso specifico diverso. Non vorrei tanto parlare di me. Per me il 2023 è stato difficile dal punto di vista fisico, ho avuto due operazioni invasive, una a luglio che mi ha impedito di accettare le offerte che mi sono state fatte, sorprendentemente tante. Ho fatto 7-8 mesi di stampelle lo scorso anno, ora comincio a tornare alla normalità. Ero ancora sotto contratto, avrei potuto aspettare. La telefonata del direttore Corvino l'ho accolta non per convenienza economica. Da fuori ho visto una squadra giovane e fresca, che a un allenatore come me può dare soddisfazione. In società ci sono persone che non conosco ma di cui mi hanno parlato benissimo e non sono aspetti secondari. Questo è un territorio che non conosco, ma tante delle cose che mi sono state dette mi piacciono. Questa cornice era indispensabile per capire i perché della mia scelta. Ora c'è l'avventura sportiva, non facile, come per nessuna delle squadre impegnate nella lotta salvezza. Dobbiamo affrontarla con la consapevolezza di chi sa che il mare non sarà sempre tranquillo. Ci aspettano dieci partita importanti. 

     

  • Corvino sul Lecce di D'Aversa

    Veniamo dipinti come integralisti, che si fermano a un solo modulo. Siamo responsabili, abbiamo il dovere di guardare quello che ci succede intorno. Ognuno si fa un'idea su un allenatore ed è giusto, ma io devo pensare anche a chi la pensa diversamente. Con D'Aversa non siamo mai stati nelle ultime tre. Forse abbiamo perso la nostra dimensione, se ci salviamo in Serie A abbiamo fatto un miracolo. L'importante è che ci sia equilibrio finanziario, la settimana scorsa la Covisoc mi ha fatto i complimenti, dicendo che non c'è altro club in Italia come il Lecce. Noi vogliamo dimostrare che si può fare un calcio in un certo modo. Come posso pensare di mandare via un allenatore che sta sempre fuori dalla zona salvezza. Perché dovrei mandare via l'allenatore? Perché la squadra non gioca bene? Quali sono le squadre che giocano bene. Ho visto il Verona vincere come l'anno scorso, con un solo tiro in porta. 

  • Gotti su D'Aversa

    Permettetemi di parlare di Roberto D'Aversa. Oltre ad essere un ragazzo di personalità è una persona con un cervello che funziona. Quello che è capitato domenica non sta a me giudicarlo, ma è abbastanza chiaro che è frutto di una frustrazione, di una situazione dovuta a una contingenza. Lo conosco da tanti anni, è una persona che ha il cervello che funziona molto bene. 

  • Gotti sul modo di rapportarsi con la squadra

    Essere l'allenatore del Lecce è diverso dal tenere una lezione o dall'educare i figli. Ho piena consapevolezza del fatto che serviranno bastone e carota. La Serie A è impegnativa, impone scelte alle volte impopolari. Alle volte vai tu in una direzione ostinata e contraria e devi avere la forza di perseguirla, non devi cercare il consenso. 

  • Gotti sulle palle inattive

    Il Lecce è ultimo nella classifica delle palle inattive. Bisogna valutare anche la struttura della squadra, ci sono tanti brevilinei. Il Lecce regala chili e centimetri ad altre squadre e questo si riflette poi sulle palle inattive. Lavoreremo sull'aspetto strategico, considerando però anche le caratteristiche dei singoli. 

  • Gotti sulla classifica

    Se avessimo un punto in meno non cambierebbe nulla. Dobbiamo giocare un mini torneo di dieci partite. Abbiamo un punto di vantaggio su tre squadre e ci mancano punti rispetto ad altre squadre. Cercheremo di essere padroni del nostro destino. Non guardiamo gli altri, lavoriamo su noi stessi.

  • Gotti sulle partite del Lecce finora

    Per un certo tipo di società è innegabile far migliorare dei giocatori e venderli per costruire un cerchio virtuoso. Ho visto tante partite del Lecce. Sono venuto in macchina dal mio veneto. Ho fatto dieci ore di auto e ho rivisto le ultime partite. Ho fatto un corso accelerato per cogliere alcuni aspetti. Mi sembra di poter dire che dall'inizio del campionato il Lecce è sempre stato sopra la linea di galleggiamento della retrocessione, spesso anche di tanto. Come atteggiamento la squadra è mancata solo poche volte, l'atteggiamento c'è sempre stato. C'è un dato che dà prova di questo. In 28 partite il Lecce è primo per contrasti vinti, non è un dato da sottovalutare. Magari è ultima in altre cose su cui metteremo le mani. I tanti stranieri? 

  • Gotti sulle caratteristiche del Lecce

    Ci sono giocatori che hanno già espresso nel corso della loro carriera delle cifre notevoli. Questi giocatori sono mixati a ragazzi di grande prospettiva. Non è un caso se ci sono alcuni campioni d'Italia della primavera dello scorso anno e ora piano piano si stanno attraversando nel calcio dei grandi. E' bellissimo vedere questo per un allenatore. 

  • Gotti sulla corsa salvezza

    In queste situazioni bisogna stare calmi. C'è un orizzonte di dieci partite. La componente bellissima di un grande seguito è un carico importante su un gruppo di giovani, può portare a perdere la testa. Arriva in fondo chi sta più calmo. La prima cosa da fare è non guardare cosa fanno gli altri, perché ci sono troppo squadre coinvolte. La cosa importante è non perdere la testa, avere alcuni concetti condivisi molto chiari. 

  • Gotti sul centrocampo

    Ci sono tanti ragazzi che sono delle risorse, non avrò pregiudizi o preconcetti. Da fuori uno si fa delle idee, poi va in campo e vede altre cose. Nel calcio moderno stiamo andando nella direzione per cui vanno utilizzate tutte le risorse. C'è sempre meno un undici di base. Ognuno è titolare del proprio minuto. 

  • Gotti sulla difesa a tre

    La difesa a a tre mi ha accompagnato quasi sempre in Serie A, ma per contingenze, per quelle che ritenevo essere le caratteristiche del gruppo a disposizione. Qui ci sono dieci partite da fare, non sarebbe saggio fare stravolgimenti concettuali. Dobbiamo tenere tutto il buono che è stato espresso e mettere mano alle cose che non sono andate nella direzione giusta. Nel corso della mia carriera ho usato tanti sistemi di gioco. 

  • Gotti sulla squadra

    Ho trovato un gruppo elettrico. Non ho trovato un gruppo spento. Una partita come quella con il Verona e le vicende che ne sono seguite hanno scosso il gruppo. Un cambio di allenatore porta a svegliare qualche animo sopito. Dal punto di vista calcistico ho visto una squadra viva. Non ho ancora parlato coi singoli, ma è molto più importante guardare le cose di campo. 

  • Gotti racconta un aneddoto

    Ho detto “Pantaleo, non sono venuto qui per un contratto”. Il direttore insisteva, dicendo che doveva darmi forza, mentre io gli dicevo di non preoccuparsi riguardo al contratto. 

  • Corvino sul contratto di Gotti

    Abbiamo siglato un contratto fino a giugno con l'obbligo di rinnovo in caso di salvezza.

  • Gotti sulle affinità con l'avventura a Udine

    Non è la mia prima esperienza al sud, nei primi anni 2000 formalmente ero il vice di Mazzarri alla Reggina. Fra questa esperienza e quella a Udine ci sono analogie, la principale è quella che consiste nell'entrare in un gruppo in difficoltà. Per me però è una prima volta considerando che arrivo a dieci partite dalla fine. Le cose vanno ponderate sul breve termine. Questo mi spinge a modificare alcuni dei comportamenti. L'approccio e l'attitudine non possono essere quelli del primo giorno di ritiro. 

  • Gotti sugli stimoli per questa nuova sfida

    La lotta salvezza quest'anno è avvincente. Ci sono tante squadre in pochi punti. Quando ci sei dentro le cose le vedi in un modo diverso. Le tensioni hanno un peso specifico diverso. Non vorrei tanto parlare di me. Per me il 2023 è stato difficile dal punto di vista fisico, ho avuto due operazioni invasive, una a luglio che mi ha impedito di accettare le offerte che mi sono state fatte, sorprendentemente tante. Ho fatto 7-8 mesi di stampelle lo scorso anno, ora comincio a tornare alla normalità. Ero ancora sotto contratto, avrei potuto aspettare. La telefonata del direttore Corvino l'ho accolta non per convenienza economica. Da fuori ho visto una squadra giovane e fresca, che a un allenatore come me può dare soddisfazione. In società ci sono persone che non concordo ma di cui mi hanno parlato benissimo e non sono aspetti secondari. Questo è un territorio che non conosco, ma tante delle cose che mi sono state dette mi piacciono. Questa cornice era indispensabile per capire i perché della mia scelta. Ora c'è l'avventura sportiva, non facile, come per nessuna delle squadre impegnate nella lotta salvezza. Dobbiamo affrontarla con la consapevolezza di chi sa che il mare non sarà sempre tranquillo. Ci aspettano dieci partita importanti. 

  • Corvino sulla scelta di Gotti

    Gotti è stato il primo nome che abbiamo valutato e scelto. Non abbiamo avuto altri colloqui. Anche la società non ha avuto esitazioni.

  • Corvino sull'episodio di D'Aversa e sulle critiche

    Quello che è successo domenica mi ha colpito. Conosco D'Aversa da vent'anni, non è un violento, è una persona per bene. Non ha fatto quello che ha fatto perché è violento. Dobbiamo essere giudicati dalle tante persone che ci stimano, non dalle poche persone che girano sui social. 

  • Corvino su Gotti e la piazza

    Lo conosco da anni. Gli ho proposto una sfida e l'ha accettata. Lo ha detto perché crede nella squadra e nel suo lavoro. Gli ho detto che qui c'è una passione smisurata che non ha pari in Italia. Noi non siamo all'altezza della passione dei nostri tifosi, ma facciamo gli sforzi che possiamo con quello che ci dà la società. Facciamo quello che c'è sul mercato con le nostre risorse. La cultura delle cadute ci deve essere. Dobbiamo abituarci alle cadute, alle sconfitte, perché se cadiamo come lo facciamo noi possiamo rialzarci.

  • Corvino sulla società

    Sono arrivato qui e mi è stato chiesto di mettere a posto il bilancio. Ho accettato una situazione del genere dopo aver fatto la Champions League, l'ho fatto per il mio territorio. Nessuno mi ha chiesto di vincere. Abbiamo vinto la Serie B e ci siamo salvati in Serie A. Gli allenatori però lavorano in un ambiente dove se perdono due partite devono andare via. Siamo orgogliosi di avere un club in Serie A senza debiti. Facciamo investimenti oculati per non creare debiti. Appena non arrivano i punti si criticano la società e gli allenatori. Si può lavorare così?

  • Corvino sulla scelta degli allenatori

    Baroni ha vinto il campionato di B e si è salvato in A. D'Aversa oggi sarebbe salvo. Vuol dire che gli allenatori che abbiamo scelto sono stati all'altezza. Nonostante quando ho preso Baroni i primi commenti erano negativi dopo le prime giornate di Serie B. Si diceva che non fosse allenatore di Serie A, e alla fine si è salvato in Serie A. Oggi sento che Baroni ha l'apprezzamento di molti. Fra D'Aversa e Baroni, in 66 partite disputate in Serie A, il Lecce non è mai stato nelle ultime tre posizioni in classifica. Nonostante i nostri allenatori abbiamo gestito un gruppo con un monte ingaggi da 8,5 milioni netti in Serie A. 

  • Corvino su D'Aversa

    Vogliamo come società rivolgere il ringraziamento a Roberto D'Aversa, per tutto l'impegno, tutto il lavoro, tutti gli sforzi fatti per dimostrare di essere all'altezza del compito che gli era stato affidato. D'Aversa si è dimostrato all'altezza di quello che chiedevamo, a lui va il nostro ringraziamento. 

  • Corvino descrive il momento in casa Lecce

    Nelle ultime ore ci siamo trovati ad affrontare situazioni improvvise, che non pensavamo di dover affrontare. I fatti accaduti domenica hanno portato la società a prendere decisioni inaspettate, in seguito al quale abbiamo avuto il problema di trovare il sostituto di D'Aversa. Sono state due situazioni molto difficili da affrontare. Lo sforzo del management è quello di proporre alla società il tecnico giusto. Abbiamo fatto tutto in poco tempo. 

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