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Nelle ultime stagioni, ogni qual volta gli attaccanti avversari puntavano la porta difesa da Gabriel, la paura di subire gol aumentava di pari passo alla certezza che la difesa avrebbe fatto fatica a respingere. 

In questa stagione, invece, la retroguardia giallorossa non trasmette più quell'insicurezza di un tempo ed anzi, per ora, è la meno battuta del torneo, insieme a quella del Perugia di Alvini, con soli 28 gol subiti in 33 partite. 

Di sicuro questi numeri sono merito di Baroni e del lavoro maniacale che il tecnico svolge rispetto alla fase difensiva. Come abbiamo sempre detto, quando una squadra subisce poco non è solo merito dei difensori e questo nel Lecce si nota ampiamente.

Innanzitutto, nella formazione giallorossa è indispensabile il lavoro compiuto dai due esterni offensivi che, in fase di non possesso, si trovano a difendere spesso sulla linea dei difensori.

Poi grandi meriti vanno attribuiti anche al centrocampo, con Hjulmand che è praticamente un muro davanti alla difesa e le due mezz'ali, al di là di chi giochi, che rappresentano dei veri e propri tuttocampisti, capaci di offendere e difendere allo stesso modo. 

Poi, ovviamente, non si può non parlare dei difensori e del loro grande lavoro. Lucioni, capitano e leader di questa compagine, in questa stagione è tornato decisivo come l'anno dell'ultima promozione, anche perché al suo fianco ha altri tre centrali di sicuro affidamento. 

Sugli esterni, poi, il Lecce può alternare giovani di prospettiva, come Gallo e Gendrey, a laterali difensivi ormai esperti e di categoria superiore, come Calabresi e Barreca, con Faragò che può fungere da vero e proprio jolly.

Adesso mancano 5 partite al traguardo e sarà fondamentale subire il meno possibile per continuare ad inseguire una meritata promozione. Il Lecce deve continuare a difendere attaccando, come ha fatto per tutto il campionato in corso. 

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