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L'attaccante del Lecce, Gianluca Lapadula, ha partecipato a una videochat con gli Autogol che si è trasformata in una vera e propria intervista. Questo il suo pensiero“Nella quotidianità sono indaffarato con le mie bimbe. Le stiamo aiutando a scuola. Ammetto che sto mangiando qualcosa in più, mi toccherà bruciare dopo però mangio anche delle serie tv. Dei consigli? Peaky Blinders. A Lecce mi trovo bene, c’è il sole, sono spesso in giardino. Qui si sta benissimo, la piazza ama il calcio, si respira nell’aria il calcio ogni giorno. Da bambino mi rendevo conto di essere più forte? Più forte no, mi accorgevo di avere voglia di giocare a calcio, ero instancabile, avevo una grande passione. Ero focoso in campo già da bambino. Sulla tecnica ci ho lavorato, ma da piccolo ero già così caratterialmente. Il mio idolo? Essendo cresciuto a Torino ed essendo di Torino direi Del Piero. Cercavo di fare i tiri a giro come lui ma non ci riuscivo mai. Il mio compagno più forte in carriera? Ho giocato con Pepito Rossi, un talento puro. Qualità, inventiva, fantasia. Sono ancora innamorato di lui. Contro? Dico un difensore: Chiellini. Lui ostico? E’ riduttivo (ride, ndr). Il mio gol preferito? Il più bello lo devo ancora fare. Ricordo con affetto il primo in Serie A, col Milan a Palermo. L’emozione più forte in campo? Il primo gol tra i pro, in un Ravenna-Salernitana in C. Ho fatto 80 metri di scatto solo per esultare. Pasticciotti o rustici? Mi piacciono assolutamente. Il primo giorno a Lecce l’ho subito assaggiati in un bar. Cosa mi ha spinto a venire a Lecce? Fin da subito la situazione mi entusiasmava, lo rifarei tuttora e le origini della mia famiglia, di Fasano, hanno inciso. Sapevo che mi sarei trovato molto bene”.
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