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Uno degli ultimi tasselli mancanti in questo Lecce che è ritornato ad affacciarsi alla Serie A aveva un identikit ben preciso: un esterno destro, possibilmente di piede mancino, in grado di essere un’alternativa di valore a Strefezza, abbastanza pronto per i duri impegni del campionato e in grado di poter essere una carta da giocare nella rotazione degli attaccanti di fascia a disposizione di Baroni. A tutte queste necessità risponde l’ingaggio, con la formula del trasferimento temporaneo ‘secco’, di Remi Oudin, 25enne francese, proveniente dal Bordeaux (retrocesso lo scorso anno in cadetteria). In passato, l’esterno offensivo transalpino era stato cercato dalla Roma, così come dall’Udinese e dalla Lazio, come dal Getafe, dal Mallorca, dal Saint Etienne, dal Celta Vigo, dal Newcastle – con il manager di allora, Rafa Benitez, pronto a sganciare per lui ben 7 milioni di euro, dal Nizza e dal Watford, ma soprattutto dalla Fiorentina, che aveva praticamente chiuso l’affare l’ultimo giorno del mercato estivo di Agosto 2019 ma che poi ha deciso di arretrare, costringendo il calciatore ad attendere invano in stazione prima di prendere il treno per raggiungere l’Italia. Treno mai preso. Adesso, è arrivato quello con destinazione Lecce, realtà che lo ha accolto ben volentieri, visto che il calciatore era molto restio a scendere di categoria in Francia (dato che da diversi anni ha stabilmente giocato in Ligue 1) e che per il Bordeaux costituiva la maggiore uscita alla voce ‘stipendi’. Per un club di cadetteria come quello dei girondini, si tratta di un risparmio considerevole, tenuto conto che si sta parlando di 130.000 euro lordi mensili i quali, stando ai rumours, non dovrebbero comunque esser tutti corrisposti dai giallorossi.

 

Rémi Oudin nasce il 18 Novembre 1996 a Châlons-en-Champagne, cittadina della Marna, in Francia. Vive con la sua famiglia a Rémering-lès-Puttelange quando, a quattro anni, comincia a giocare a calcio, devastando letteralmente il giardino di un suo parente, dove giocava di notte con un cugino, immaginando di giocare le partite di Champions League. A partire dai sette anni, frequenta il settore giovanile dell’ASF93, club di Sarreguemines. Fa subito parlare di sé e, una volta approdato all'Under 13, riesce a giocare nei più grandi tornei internazionali giovanili. Durante uno di questi, viene subito notato dagli osservatori del Metz, i quali lo prelevano nel 2008. 

Ad un certo punto, però, il padre di Remi si trasferisce per lavoro a Reims. La famiglia quindi è costretta a spostarsi, ma ciò non spegne la voglia del piccolo Remi di giocare a calcio, di crescere e di diventare un professionista. Così, a 15 anni, nel 2011, entra a far parte del centro di formazione dello Stade de Reims. Qualcuno racconta ai responsabili tecnici del club cosa voglia dire per lui calciare il pallone e i sacrifici che la sua famiglia deve compiere per assecondare i suoi desideri. Così, viene preso a scatola chiusa, senza alcun provino. Lì, comincia a farsi le ossa sebbene non sia schierato così spesso sul rettangolo verde (‘Ho giocato poco e penso che quegli anni mi siano serviti mentalmente. Ho ricevuto molto aiuto dagli allenatori, Fred Izeda, Franck Chalençon e David Guion. Quegli anni sono stati difficili ma mi hanno aiutato a crescere. Questa è una parte importante del motivo per cui sono qui oggi’, confessa Remi) e dapprima viene aggregato alla selezione Under 17 di Corentin Bataille, poi passa a quella Under 19 dove, dopo un inizio molto difficile (‘nel primo anno dell'U19 non ha giocato. Gli mancava qualcosa mentalmente. Era un giocatore con il freno a mano tirato. Abbiamo visto qualità, abbiamo visto tante cose ma quando ha giocato non ha messo nulla in campo. Almeno, non vedevamo assist o goal. Era un giocatore come un altro. Poi ha deciso di ascoltarci, ed è cambiato tutto’, spiega Franck Chalençon) si fa fragorosamente notare e si afferma come uno dei giovani più promettenti dell’intero panorama calcistico transalpino, non solo perché nella stagione 2014-2015 arriva a toccare uno score di 22 gol e di 17 assist, ma anche perché in tandem con Jordan Siebatcheu (ora all’Union Berlino) trascina i suoi al successo del campionato, risultando decisivo nelle fasi finali, con una rete messa a segno in semifinale contro il Lille ed un’altra realizzata in finale ai danni del Nantes. Trova posto anche nella formazione B della sua società, realizzando 5 gol in 6 partite. Viene così soprannominato ‘Robin’, perché secondo molti elementi della squadra ricorda Van Persie, uno degli attaccanti più forti di sempre della sua generazione.

Nel 2015/2016, Oudin partecipa alla Uefa Youth League (ovvero la Champions delle formazioni Under 19), disputando le due gare del primo turno di eliminazione, entrambe contro il Middlesbrough: all’andata, due suoi gol e un assist sembrano spianare la strada alla qualificazione, visto il punteggio finale di 5-3; al ritorno, invece, la rocambolesca rimonta del Boro (3-0) estromette anzitempo (ed incredibilmente) lo Stade De Reims dalla competizione. Poi, approda in pianta stabile alla squadra B del suo club, in terza serie. E qui esplode definitivamente: da centravanti, realizza 19 gol in 24 partite, un bottino che gli vale la firma su un contratto di 3 anni a partire dal luglio seguente, ma già pre-firmato a Febbraio per evitare che qualche altra società possa accaparrarselo. La sua felicità è tanta, ma nel contempo sa che deve restare con i piedi per terra: ‘Ho un sacco di persone intorno a me che mi impediscono di fare il passo più lungo della gamba. E poi anche la mia personalità è così, non sono il tipo da entusiasmarmi troppo. Devo continuare a lavorare sodo. Allenarsi con dei professionisti è qualcosa di enorme se paragonato a quello che facevo prima, forse addirittura scioccante. Fisicamente è completamente diverso. Ci sono alcuni giocatori piuttosto impressionanti. In particolare Charbonnier nella finalizzazione o Fortes in termini di velocità. All'inizio mi sono sentito molto piccolo, ma poi sono stato accolto molto bene e mi sono subito messo in gioco come dovevo. Voglio iniziare bene, prepararmi bene, continuare ad allenarti con i professionisti per superare velocemente le fasi di crescita, fare un'ottima stagione e cercare di fare il meglio possibile’.

I tempi sono quindi maturi per un approdo di Oudin in prima squadra e ciò avviene nel corso della stagione 2016/2017, nella quale si alterna fra Reims B (con cui realizza 7 gol in 9 partite) e organico principale. Con quest’ultimo, debutta il 9 Agosto 2016 nel primo turno della Coppa di Lega: nonostante il suo assist, il Reims viene estromesso dalla competizione a causa della sconfitta per 2-5 contro il Le Havre. Arriva poi l’esordio in Ligue 2, quattro giorni dopo, subentrando a Pablo Chavarria nel pareggio esterno con il Valenciennes. Il primo gol con la maglia biancorossa ‘dei grandi’ giunge il 16 Agosto, in uno dei templi del calcio: il Santiago Bernabeu. Proprio contro il Real Madrid. Quel Real Madrid. ‘La partita al Bernabeu è il suo ricordo più importante. È stato il suo primo vero approccio con il professionismo. All'epoca non si rendeva conto di cosa gli stesse accadendo, soprattutto il giorno successivo. Ma quando ha capito di aver segnato il suo primo gol sul prato del Bernabeu, ciò lo ha reso molto felice. È qualcosa che non dimenticherà’, confessa emozionato un suo caro amico. A fine anno, sono 24 le presenze in campionato, corredate da 4 gol e un assist, più una gara disputata in Coppa di Francia contro il suo ex club, il Sarreguemines (persa per 1-2). 

L’annata 2017/2018 per Oudin si apre ancora una volta con un’alternanza fra team B e squadra principale, ma è un qualcosa che termina presto: dopo 4 gare (con altrettanti gol) con l’organico delle riserve, Remi è promosso definitivamente ed esclusivamente in prima squadra. E i numeri crescono: 24 presenze in Ligue 2, impreziosite da 6 gol e ben 7 assist. A fine anno è promozione nella massima serie, con un percorso schiacciasassi (15 punti di vantaggio sulla seconda, il Nimes). Ma non solo: vanta anche una presenza in Coppa di Lega e due in Coppa di Francia, l’ultima delle quali contro un Lens annichilito dal suo gol e dal suo assist in soli 50 minuti di gioco.

Chi crede, però, che Oudin non sia all’altezza di un campionato competitivo come quello della Ligue 1, deve subito ricredersi: il ragazzo ha talento. E tanto anche. ‘E' un giovane elemento con una buona tecnica e un vero fiuto per il gol’, asserisce entusiasta il suo allenatore, David Guion. ‘Ha un talento per essere nel posto giusto al momento giusto, è una vera risorsa nell'area avversaria’.

E’ perfettamente incastonato, da titolare, in una formazione capace di raggiungere l’8° posto finale da neopromossa nel campionato 2018/2019. Lui gioca 37 gare in totale, andando in doppia cifra (10 gol) e fornendo 4 assist. Validissimo anche il suo contributo nei tornei nazionali: due presenze (con una rete realizzata, ancora una volta al Lens) in Coppa di Francia e 16 minuti di presenza in campo nel match contro l’Orleans nella Coppa di Lega.

L’annata 2019/2020 si apre ancora una volta in maniera più che positiva per Oudin. La sua squadra sembra poter arrivare più in alto rispetto alla stagione precedente. E lui risponde presente, con 21 gare complessivi fra campionato e coppe, corroborate da 3 gol e 2 assist. A gennaio, però, il Bordeaux mette sul piatto una cifra monstre per accaparrarselo: 10 milioni di euro (la seconda cifra più alta mai pagata dal club acquirente), più un contratto di 4 anni e mezzo al calciatore. ‘Spero che questo sia solo l'inizio e che il mio valore aumenti sempre di più. Se sarà così, significherà che ho avuto buone stagioni qui a Bordeaux’, rivela Remi. Ci guadagnano tutti (anche se il Reims aveva inizialmente chiesto 15 milioni di euro, una cifra davvero ragguardevole). Così, avviene il trasferimento a titolo definitivo. Con i girondini esordisce l’11 Gennaio 2020 nella sconfitta interna contro il Lione. A fine anno, sono 8 le presenze in campionato con la sua nuova maglia (più un gol segnato al Metz – suo ex club – e un assist fornito a Jimmy Briand nel pareggio per 2-2 contro il Digione), più una gara in Coppa di Francia. A Febbraio però patisce un infortunio, fortunatamente non grave, che lo tiene ai box per una quindicina di giorni. Normale amministrazione.

Arriva la parentesi 2020/2021: Oudin è titolare inamovibile in una squadra piena zeppa di talento, dove fanno capolino giocatori come Adli, come Koscielny e come Ben Arfa. Il suo contributo complessivo non si discosta da quanto dimostrato nelle annate precedenti: prende parte a 38 gare di campionato, mettendo a segno 4 reti e sfornando 4 assist, più una di Coppa di Francia.

La stagione 2021/2022 di Oudin lo vede assoluto protagonista in un Bordeaux che, nonostante il suo apporto, termina l’annata con un’amara retrocessione in Ligue 2. Fortunatamente, il contributo di Oudin è altamente soddisfacente, soprattutto a livello personale: sono 33 le presenze in campionato (delle quali 20 dal primo minuto, per una media di 53 minuti di presenza sul campo a match), impreziosite da 4 gol (dei quali uno da fuori area e, complessivamente, tre di sinistro e uno di destro) e ben 5 assist. Il suo bottino di marcature avrebbe potuto essere più ampio se solo non avesse fallito ben tre grandi occasioni da rete. Dimostra comunque di vedere la porta, poiché offre 1,7 tiri di media per gara (dei quali, 0,5 nello specchio della porta avversaria). Senza dubbio, Oudin è più un rifinitore che un finalizzatore, dato che – nell’arco di tutto il torneo – crea ben 5 grandi opportunità per i compagni di squadra e offre 0,6 passaggi chiave di media per ciascun incontro, il tutto con soli 29,3 tocchi di palla di media per partita. La precisione dei passaggi è pari al 69%, non altissima in valore assoluto; sviscerando però tale statistica, ci si accorge di come l’accuratezza sulle palle lunghe tocchi il 41%, statistica di tutto rispetto. Porta a casa il 63% dei dribbling tentati. Sul fronte difensivo, Oudin è uno che non tira indietro la gamba, e lo testimoniano i tackle per partita (uno netto ad incontro), la percentuale dei contrasti vinti (55%), i falli commessi (0,4 ad incontro, praticamente li stessi che subisce) e, soprattutto, le 6 ammonizioni ricevute. Ha dalla sua, inoltre, 0,8 recuperi per match e 0,6 salvataggi per partita. Per il ruolo da lui rivestito, il conteggio dei possessi persi (9,2 per gara) è in linea con i parametri attesi.

La polar chart di Oudin, secondo la quale l'attaccante francese emerge per intercettazioni (con le quali ribalta la situazione e innesca le punte) e per conquista del pallone sui duelli aerei (sebbene non sia la specialità della casa), e l'heatmap riferita alla scorsa stagione: è praticamente un uomo ovunque (fonte: Soccerment)

 

La media voto di Remi Oudin per la scorsa stagione, secondo Sofascore, è di 6,90, ovvero il quinto miglior rendimento individuale fra i girondini, appena sotto quello di Yacine Adli (6,93), ora al Milan. E dire che a fine dicembre era rimasto fermo per una ventina di giorni a causa del Covid, dal quale si è ristabilito perfettamente.

Oudin arriva al Lecce con un curriculum di 134 presenze (con 22 gol e 16 assist) in Ligue 1, 48 gare disputate in Ligue 2 (con 10 marcature e 8 assistenze) e 13 match giocati nelle coppe nazionali (con altre due reti e altri due assist). Vanta inoltre, come detto in precedenza, 2 presenze nella Youth League (con due reti e un assist), più 37 caps nel Reims B (con ben 30 reti all’attivo). 

Oudin non ha mai avuto la possibilità di accedere a nessuna rappresentativa nazionale giovanile. Ha ‘compensato’ tale sfortuna con il fatto che, in carriera, non è mai incorso in infortuni degni di menzione.

Il profilo di Remi Oudin elaborato da Football Manager 2022 parla di un centrocampista offensivo di destra, ma di piede sinistro, alto 186 centimetri e con un peso forma di 81 chilogrammi. Dotato di personalità equilibrata, è descritto come un’ala. E in effetti il suo ruolo d’elezione è quello dell’ala destra a piede invertito. Può essere schierato anche come attaccante esterno o come trovaspazi; analogamente, può ricoprire la stessa posizione anche a sinistra, oppure in posizione più centrale, come regista avanzato, come centrocampista offensivo, come attaccante di sostegno o in qualità di rifinitore; può addirittura essere schierato, all’occorrenza, come seconda punta, come falso nueve, come attaccante che pressa oppure come centravanti (così come accaduto al Reims in alcuni frangenti, nel 2019, e in gioventù). Praticamente, si tratta di un calciatore che può svariare su tutto il fronte offensivo e per il quale l’ecletticità e la duttilità sono dei plus da tenere in debita considerazione.

Tutte le posizioni ricoperte da Remi Oudin nel corso della sua carriera. Come detto, la sua versatilità gli permette di poter essere impiegato ovunque in attacco, con una naturale predilezione per il ruolo di ala destra (fonte: Transfermarkt)

 

Oudin, stando al profilo disponibile nel videogame manageriale, non sembra avere grossi punti deboli; al contrario, ha svariati punti di forza dalla sua: sembra avere grande capacità di adattamento, è considerato un giocatore prestante, può giocare in un paio di ruoli, dimostra una spiccata abilità per i passaggi grazie alle sue capacità tecniche, è considerato un discreto atleta grazie ai suoi indici di forza e di resistenza, è un giocatore abbastanza costante, gli piacciono i big match ed è una persona equilibrata e normale.

Le qualità di Oudin per Football Manager 2022 non hanno sostanziali picchi, ma sono ben distribuite a seconda delle varie caratteristiche analizzate, segno che si tratta di un giocatore piuttosto completo e privo di lacune particolari (ovviamente, commisurate al ruolo che ricopre). Le principali peculiarità del calciatore sono da ricercarsi nella resistenza, nella forza, nell’integrità fisica, nella freddezza, nel gioco di squadra, nei passaggi e nella tecnica (tutte stimate in 14/20); buonissime anche quelle riferite a velocità, agilità, accelerazione, impegno, fantasia, coraggio, movimento senza palla, controllo di palla, cross, dribbling e tiri da lontano. Non eccelle sui calci piazzati né per finalizzazione (e infatti in carriera ha segnato forse meno rispetto all’atteso) e a volte dimostra di essere fuori posizione.

Le qualità tecniche, mentali e fisiche di Remi Oudin secondo Football Manager 2022

 

Dal punto di vista mentale, dimostra un’aggressività non particolarmente accentuata e non è un elemento fortemente carismatico; è però particolarmente ambizioso, dotato di grande compostezza e di concretezza; per nulla incline alle controversie e alle giocate sporche, non è eccentrico, anzi sembra essere tagliato per il lavoro di squadra ed ha un approccio altamente professionale. Dimostra fedeltà alla causa, sebbene non sia un vero e proprio trascinatore, quanto piuttosto un gregario al servizio dei compagni. E’ quindi un elemento che bada  al sodo e che preferisce effettuare una giocata costruttiva ed utile, piuttosto che una spettacolare e fine a sé stessa ma con per nulla adeguata al contesto. E’ anche una persona molto timida. Quando è circondato da persone che conosce, quando si sente a suo agio, si lascia andare ed è davvero uno stimolo positivo per tutti.

Fortunatamente, Oudin sembra essere poco propenso ad infortuni seri ed è in grado di utilizzare il piede destro in modo più che valido, sebbene sia un mancino naturale.

L’abilità attuale di Remi Oudin secondo il gioco manageriale è pari a 64/100, mentre quella potenziale si aggira su un valore di 70/100.

Understat mostra di Oudin una statistica interessante: dopo il suo passaggio dal Reims al Bordeaux, il suo indice di expected goal è progressivamente diminuito per fare spazio ad un incremento del valore degli assist attesi (il primo si è ridotto da 0,29 a 0,19, mentre il secondo è aumentato da 0,11 a 0,21), segno che il suo gioco si è più concentrato sull’altruismo che sulla realizzazione di marcature. E ciò è confermato anche dal numero di passaggi che hanno poi portato alla conclusione da parte di un compagno di squadra, saliti da 0,80 a 1,47 per gara nel giro di qualche mese. Allargando ulteriormente l’orizzonte, si scopre come Oudin preferisca rientrare spesso in posizione centrale prima di concludere verso la porta avversaria, evitando di tirare dai lati, in modo da massimizzare i pericoli causati verso le difese avversarie: dal 2018 ad oggi, infatti, sono state solo 3 le conclusioni scaturite dalla zona esterna laterale dell’area (tutte e tre, ovviamente, dal fianco destro), mentre ogni altro tiro è giunto da posizioni nettamente più centrali, sia dall’interno dell’area, sia dalla distanza.

Rappresentazione visiva di tutte le conclusioni di Remi Oudin verso la porta avversaria effettuate nel corso degli ultimi 4 anni: in viola, i tiri bloccati; in blu, i tiri parati; in rosso, i tiri fuori dallo specchio; in giallo, i legni colpiti; in verde, i gol (fonte: Understat.com)

 

Remi Oudin è un elemento estremamente interessante: ha una validissima visione di gioco che, unita ad una particolare lucidità, gli permette di effettuare il passaggio decisivo (o il cross) per la conclusione del compagno. Abile negli uno-due, sa rientrare sul sinistro per cercare la conclusione sul palo opposto (anche di potenza) oppure sul primo palo (con discreta precisione). Ha un perfetto timing negli inserimenti in attacco, peculiarità che è testimoniata dal fatto che spesse volte è in grado di sfruttare gli spazi centrali tagliando dall’esterno. Sa usare efficacemente anche il destro: quando non può concludere con il suo piede preferito, non ha grosse remore nell’utilizzare l’altro, che sfrutta calciando più di precisione che di potenza. Ha una buona gamma di passaggi, sebbene prediliga la giocata con palla a terra piuttosto che il lancio lungo o una verticalizzazione troppo ampia. E’ in possesso di un validissimo tocco di prima, con il quale si crea dello spazio per sé e per la sua giocata, oppure per un rapido cambio di versante. Sa usare benissimo l’esterno del piede, sia per passaggi corti sia per quelli a lunga gittata. Per le conclusioni dalla distanza, calcia impattando il pallone con la parte esterna del collo del piede, in particolare le tre dita laterali, lasciando andare la gamba. Non è per nulla egoista o individualista, tant’è vero che, se può, serve sempre il compagno libero, utilizzando il possesso palla per temporeggiare e trovare sempre la soluzione migliore per il disimpegno.

Il grafico che mostra la curva degli assist offerti da Oudin negli ultimi anni. Dopo un iniziale abbassamento del valore di riferimento, dalla scorsa stagione ha ricominciato a tornare sui livelli attesi (fonte: Soccerment)

 

Non è un giocatore ‘appariscente’, ma piuttosto molto, molto concreto, che è più portato alla giocata efficace che a quella spettacolare. Lui stesso dice di sé che ‘sono un giocatore piuttosto tecnico, mi piace avere la palla fra i piedi. Sono migliorato in potenza rispetto agli inizi e penso di avere un buon sinistro. Ritengo che mi manchi un po' di velocità e sono abbastanza bravo sotto porta. Posso giocare in molte posizioni offensive. Centrocampista offensivo destro, centrocampista offensivo sinistro, oppure da 10. Sono versatile’ .

Il grafico ‘a ragnatela’ delle peculiarità principali di Remi Oudin. Emerge per tecnica e passaggi, così come per disciplina. Un giocatore piuttosto completo (fonte: Calcio.com)

 

Oudin arriva al Lecce privo dei 90 minuti nelle gambe, in quanto era stato praticamente messo ai margini del club del Bordeaux per ‘incoraggiare’ una sua cessione. Si è comunque allenato con la formazione delle riserve e la sua condizione fisica è accettabile, anche se dovrà lavorare per potersi mettere al passo dei suoi nuovi compagni.

Quando arriverà al top della condizione, Oudin potrà essere una valida alternativa (se non qualcosa di più, data la sua qualità) a Strefezza. Il calciatore francese ha dimostrato di avere una solidità nel gioco e un apporto di gol, ma soprattutto di assist, di tutto rispetto. Può rivelarsi davvero micidiale rientrando dal fianco destro e aprendo la falcata per sparare con il piede sinistro. Sarà la sua prima esperienza in un calcio italiano (e, in generale, in un contesto differente da quello a cui è abituato) che può costituire un habitat naturale per il suo estro applicato alla praticità di una squadra che deve produrre un gioco di rimessa per poter sopravvivere. Oltretutto, è un mancino naturale: può essere un altro imprevedibile strale nella bisaccia che Baroni ha con sé per potenziare l’attacco di un Lecce che ha già dimostrato di poterci stare senza problemi in questa Serie A. E poi, si sa, ma nel Salento i calciatori di inventiva sono sempre stati celebrati ed osannati come hanno meritato: Oudin può tranquillamente rivelarsi uno di quelli. Certo, potrebbe segnare molto di più, perché le qualità le ha. Ma se riesce ad innescare i suoi nuovi compagni di squadra a dovere, ci sarà da divertirsi ugualmente. Paradossalmente, anche di più.

Bienvenue, Rémi!

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