Tardelli attacca: "Perché l'AIC non ascolta il pensiero dei calciatori?"
Ospite di Radio Punto Nuovo, Marco Tardelli, candidato alla presidenza dell'AIC, ha dato seguito alle parole spese negli scorsi giorni sulle colonne di TMW: “In questo momento non posso prendere nessuna decisione, non faccio parte di nessuna componente. Orari della ripartenza? Sono 10 partite su 120 che si giocano un po' più al caldo, si può fare. Proposta di Ulivieri? Ho fatto il calciatore ed ho avuto infortuni con la temperatura sotto zero ed a 35°C. Si può dire tutto, sono tutte posizioni credibili, ma dire che a 35° ci sono meno infortuni, non lo so. I giocatori che arrivano più preparati, saranno sicuramente meno esposti, ma certamente allenarsi a casa è diverso. Contratti? Quando farò parte di un tavolo, darò le mie idee. Fondo solidaristico? Dai bilanci si evince che l'AIC aveva a disposizione abbastanza fondi e quindi doveva mettere qualcosa in più del milione".
Tardelli prosegue: "Non guido l'AIC, sicuramente conoscono le loro risorse. Hanno pensato che questa fosse un'alternativa valida. Bisogna capire perché l'AIC non ascolta il pensiero dei giocatori. Quarantena obbligatoria? L'Italia è un Governo diverso da quello spagnolo o tedesco. È una decisione del Governo e bisogna seguire il loro protocollo. C'è stata molta confusione, siamo giunti ad un accordo tardi, ma adesso si parte e speriamo che la fortuna sia dalla nostra parte. Stadi parzialmente aperti? Sarebbe bello capire come decidere di portare 8.000 persone e non 60.000. Se decideranno per la parziale apertura, lo accetterò, ma come fai a scegliere chi deve andare e chi no? Io non ho mai giocato a porte chiuse".
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