Andrea La Mantia: non è mai troppo tardi per dirti grazie
Scusaci Andrea. Si, davvero, se puoi fallo. Scusaci perché non abbiamo dato il giusto peso al tuo goal, non ti abbiamo celebrato come avresti meritato, non abbiamo esultato come tu ci avevi abituato a fare.
Eravamo accecati dalla rabbia. Eravamo e siamo delusi da come ci hanno trattato, colpito ed affondato. Non vogliamo passare per vittime ma è stato cosi ed al tuo goal non abbiamo avuto la forza di ringraziarti per l’ennesima palla che hai messo dentro.
È stato il tuo goal, quello che ormai possiamo ribattezzare “rete alla La Mantia”. Un cross al centro, quando ci sei tu in area, diventa pericolo costante ed a Roma, se ancora ce ne fosse bisogno, hai dimostrato che i tuoi colpi possono servire anche in A, perché quando uno segna in tutte le categorie non lo fa mai per caso.
Sei partito da Marino con una valigia piena di speranza e sogni. Sei arrivato qui, dopo aver girato, lottato ed inseguito quello che finalmente lo scorso anno hai ed abbiamo raggiunto.
L’esordio non è stato facile. L’approccio alla Serie A è tremendo e tutte le certezze possono venire meno. A Milano, cosi come a Bergamo e nei pochi spezzoni di gara che hai giocato, non era mai arrivata la palla giusta, quella da spingere in porta alla tua maniera.
L’occasione, però, prima o poi sarebbe arrivata, lo sapevi o, forse, te lo sentivi. Petriccione ha messo una palla perfetta, ti sei avventato su quella sfera da rapace dell’area di rigore e l’hai scaraventata in porta, ancora, come sempre.
Hai visto la rete gonfiarsi e per un attimo ci è parso di intuire che volessi esultare. Poi hai capito che non era il momento, che era più logico prendere il pallone in fondo al sacco ed andare a centrocampo per ricominciare subito il gioco, il gruppo conta più del singolo, lo sai. Noi, da casa come allo stadio, avevamo smesso di crederci, avevamo visto troppo e la rabbia per un attimo ha cancellato la gioia del tuo goal.
Scusaci Andrea e grazie. Non per la rete o, almeno, non solo. Grazie per l’impegno, per la volontà e per l’insegnamento che ci dai da un anno e mezzo a questa parte: si può partire dal basso ed arrivare in cima, basta solo volerlo veramente.
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