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Il Lecce non muore mai. Lo si è detto più volte esaltando la capacità della squadra allenata da Roberto D’Aversa di restare aggrappata alle partite e di riuscire, talvolta, a pescare il coniglio dal cilindro nei minuti finali di gara. Non è un caso, insomma, se il gol che ha regalato i tre punti contro il Frosinone sia arrivato a pochi secondi dallo scoccare del novantesimo. 

Il bolide di Ylber Ramadani che si è insaccato in rete ha improvvisamente scacciato via quella maledizione che vedeva il Lecce non vincere da ben dieci giornate. Sono tornati i tre punti e sono arrivati contro un avversario tutt’altro che banale, perché il Frosinone è a ragion veduta una delle più grandi sorprese di questa prima metà del campionato. 

Considerando che mancano tre giornate alla fine del girone d’andata e che ci sono ancora da affrontare Inter, Atalanta e Cagliari prima del giro di boa del campionato, a questo punto si può esaltare una statistica che testimonia la solidità della squadra giallorossa. Il Lecce, infatti, è imbattuto negli scontri diretti contro le squadre che si trovano nella parte destra della classifica. E si sa che i punti ottenuti contro le dirette rivali nella lotta salvezza alla fine valgono doppio. 

Contro il Frosinone è stato premiato il coraggio della squadra, che ha dimostrato ancora una volta di non volersi mai tirare indietro e di andare sempre a caccia della vittoria, talvolta a discapito anche dell’equilibrio. Sull’1-1, pur concedendo qualcosa agli avversari, la prima preoccupazione non è mai stata proteggere il pari, ma cercare il gol del 2-1. E alla fine è stato premiato il coraggio anche di mister D’Aversa, che nel secondo tempo le ha provate davvero tutte dal punto di vista tattico per stravolgere l’equilibrio della gara. Prima ha invertito Oudin e Strefezza, mettendo quest’ultimo in una posizione da trequartista nella quale ha saputo rendersi pericoloso. Infine, nel momento decisivo della partita ha sparigliato le carte in tavola schierando assieme Piccoli e Krstovic con Banda e Sansone sugli esterni. 

Roberto D'Aversa

Un 4-2-4 a trazione offensiva che alla fine ha pagato perché ha fatto abbassare il baricentro al Frosinone e ha permesso al Lecce di prendere sempre più campo. Ha convinto anche il modulo iniziale, con Ramadani e Blin ad agire da frangiflutti davanti alla difesa che hanno permesso a Oudin di tenere più alto il suo raggio d’azione sulla trequarti. Molto importante anche il rientro di Kaba, che nei minuti finali ha messo muscoli in mezzo al campo ed è un giocatore ottimale per continuare sulla strada del 4-2-3-1. 

Infine, un momento che è stato sicuramente molto emozionante è avvenuto a fine partita, ed è stata l’esultanza di Ramadani, dopo il triplice fischio, sotto la curva nord. Il centrocampista albanese è l’undicesimo giocatore diverso ad andare in gol fra le file del Lecce e in quell’esultanza c’era tutta la sua voglia di essere decisivo con la maglia giallorossa. In quel suo aprirsi con le braccia verso i tifosi, quasi a volerli abbracciare tutti, se vogliamo c’è un po’ quella che è la forza della squadra giallorossa, ovvero l’unione di tutte le componenti, fra società, squadra e tifosi. Solo così, d’altronde, si possono raggiungere traguardi importanti quale appunto è la salvezza.

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