Taglio stipendi, Tommasi e Aic non ci stanno: "Decisione vergognosa"
L'assemblea della Lega Serie A ha approvato all'unanimità una serie di linee guida sul taglio degli stipendi dei calciatori, allenatori e di tutti i tesserati. Linee guida tutt'altro che accettate dall'Aic: "È una proposta vergognosa e irricevibile". L'Assocalciatori boccia senza mezzi termini la decisione della Lega Serie A sul taglio degli stipendi e il vicepresidente, Umberto Calcagno spiega: "È chiara l'indicazione che si vuol far pagare solo ai calciatori gli eventuali danni della crisi. L'unica parte rilevante del comunicato della Lega - prosegue - è l'inciso con cui si dice che le squadre dovranno negoziare le modifiche contrattuali con i singoli giocatori".
Serie A, accordo raggiunto per il taglio degli stipendi ai calciatori
Tommasi: "Tutto molto preoccupante"
"Se le societa' di Serie A si devono trovare in assemblea per dire che non pagheranno gli stipendi, quando in realta' a tu per tu con i giocatori i singoli club stanno cercando accordi di buon senso, è molto preoccupante". Il presidente dell'Aic, Damiano Tommasi, e' durissimo dopo che l'Assemblea di Lega ha votato un taglio di almeno due mesi di ingaggio. "Come ha detto Messi, non riesco a capire la logica imprenditoriale alla base di questo comportamento: mettere in cattiva luce i giocatori, principali protagonisti dello spettacolo, quando tutti o quasi stanno già discutendo con i club come uscire insieme da questa crisi. Mi pare una follia".L'Aic contro la Lega: la nota
"Il Consiglio Direttivo AIC, riunito oggi nel consueto incontro settimanale, a cui ha fatto seguito una riunione con i rappresentati delle squadre di Serie A, ha ritenuto irricevibile la proposta avanzata dalle Leghe di A e B giunta oggi. Il comportamento delle Leghe è incomprensibile in un momento come quello attuale. La volontà, neanche tanto implicita, di voler riversare sui calciatori, mettendoli in cattiva luce, l’eventuale danno economico derivante dalla situazione di crisi, è un fatto che fa riflettere sulla credibilità imprenditoriale di chi dovrebbe traghettare il sistema calcio in questo momento di difficoltà. Pensare che si debba ricorrere ad una delibera assembleare per decidere di non pagare più nessuno lascia senza parole. Gli stessi presidenti che vorrebbero decidere la sospensione degli emolumenti hanno mandato in campo le squadre fino al 9 marzo, fatto allenare i calciatori fino alla metà di marzo e tuttora monitorano e controllano gli allenamenti individuali svolti secondo le direttive dello staff tecnico. La discussione delle scorse settimane verteva sui termini di contestazione di mancati pagamenti da sospendere o posticipare, ma non si è mai andato oltre le brevi riunioni telefoniche.Ora capiamo perché non si voleva trovare un’intesa sulle modifiche tecniche all’Accordo Collettivo, la vera intenzione è non pagare. Il fatto lascia allibiti, inoltre, visto che parecchie squadre sono già sedute con i loro calciatori per discutere come aiutarsi in un momento come quello attuale. D’altro canto la notizia del nuovo DPCM che include atlete ed atleti del mondo dilettante tra i destinatari del contributo di 600 euro per il mese di marzo ci fa ben sperare che un minimo senso di condivisione e solidarietà possa nei prossimi mesi ribadire un concetto che abbiamo espresso fin dal primo momento: ognuno faccia la sua parte. A questo proposito il Consiglio Direttivo ha deliberato di destinare una contribuzione straordinaria ad un Fondo solidaristico che possa in questa emergenza aiutare le categorie più in difficoltà tra i nostri associati. I redditi più bassi vanno tutelati, soprattutto in situazioni come questa in cui il rispetto e il fare squadra dovrebbero essere principi cardine".
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