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La Guardia di Finanza, su ordine della Procura di Potenza, sta compiendo perquisizioni e sequestri nell’ambito di un dossier coordinato dal pm Vincenzo Montemurro, che ipotizza a carico di sette persone, a vario titolo e secondo le relative responsabilità, le ipotesi di corruzione, concussione e induzione indebita.

La vicenda è la seguente: un vice procuratore onorario in servizio nel Tribunale di Lecce e un avvocato dello stesso foro avrebbero forzato alcune persone a pagare allo scopo di interrompere indagini forse create ad-hoc.

Il vice procuratore, residente in provincia di Taranto, e l’avvocato nato a Mesagne e residente a Manduria, tra aprile e gennaio avrebbero acquisito 12mila euro da un imprenditore nato in Svizzera (anch’esso indagato) per interrompere «presunte» azioni giudiziarie nei suoi confronti. Per persuadere l’uomo a pagare avrebbero anche programmato un controllo pattuito da parte di una pattuglia di carabinieri.

Secondo l’accusa, il magistrato onorario si sarebbe fatto garantire denaro anche da altre persone allo scopo di coprire le indagini.

Nomine e incarichi in cambio di regali e favori: arrestato ex giudice del Tribunale fallimentare di Lecce

Non è il primo caso a Lecce. Lo scorso maggio, infatti, è stato arrestato un il magistrato pugliese fino a poco tempo fa in servizio presso la sezione fallimentare del Tribunale di Lecce, ed ora giudice in attività a Bologna. Il magistrato è finito ai domiciliari insieme ad altri quattro professionisti salentini che secondo l’accusa beneficiavano degli incarichi dati dal magistrato. L’inchiesta fu coordinata sempre della Procura di Potenza. Le misure cautelari sono state eseguite dalla Guardia di Finanza, mentre sono complessivamente dieci gli indagati. Il magistrato era già indagato nel procedimento per corruzione e turbativa d’asta. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari, turbata libertà degli incanti, tentata concussione. Contestata anche una presunta interferenza in un’asta giudiziaria in cambio di favori. L’inchiesta partì lo scorso anno dopo un esposto anonimo riguardante un giro di nomine e incarichi pilotati al Tribunale fallimentare di Lecce. 

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