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Il presidente dell'AIA Carlo Pacifici ha parlato in UniSalento nell'incontro di studi “la funzione dell'arbitro tra rispetto delle regole e nuove tecnologie” organizzato dal Corso di laurea in Diritto e Management dello Sport

Carlo Pacifici sull'intervento del VAR

“Penso che il VAR rappresenti un passo in avanti nel calcio moderno. Noi siamo assolutamente allineati con quelli che sono i protocolli FIFA e UEFA. L'utilizzo secondo me è coerente con quello che è successo durante il campionato. I risultati sono estramamente positivi, soprattutto se pensiamo che il VAR ha cambiato le decisioni arbitrali per lo 0,41% a partita. Secondo me sta sanando una situazione di errore fisiologico e si trova a supporto degli arbitri in un campionato difficile come il nostro. Si può discutere di alcuni episodi, siamo completamente aperti alla comunicazione e sappiamo benissimo che il nostro gruppo partecipa ogni settimana alla trasmissione Open VAR su DAZN per spiegare le dinamiche che ci sono rispetto alle decisioni arbitrali. Ricordiamo che il VAR è uno strumento giovane, nel nostro campionato è arrivato nel 2017 ed è in corso di valutazione. è logico che interviene su un certo tipo di gare, sappiamo che in C e nei campionati giovanili non c'è supporto tecnologico. Tutte le 207 Federazioni che fanno parte della Fifa stanno lavorando in tal senso e c'è un protocollo che può essere pian piano cambiato. Stiamo intraprendendo una strada che non ci porterà indietro. Come abbiamo visto abbiamo sempre più ex arbitri, che hanno lasciato il campo, che diventano specialisti del VAR”. 

Abisso

Carlo Pacifici sullo step on foot

“Se guardiamo alle 17 regole, ci rendiamo conto che sono poche pagine. Poi c'è l'interpretazione che viene data dagli organismi internaazionali e noi ci atteniamo alle loro disposizioni. Come Italia abbiamo un rapporto privilegiato perchè a capo di questi organismi internazionali ci sono due italiani: Collina e Rosetti. C'è un contatto diretto e, al momento, l'interpretazione è questa e ci atteniamo a quanto ci viene detto da questi organismi. Un arbitraggio europeo, come quello italiano, ha portato tre squadre italiane a giocarsi i trofei europei con 3 finali. Questo è frutto di un modo europeo di arbitrare in Italia.Quando arbitravo io, fine anni 90, non avevamo il supporto del VAR e vi assicuro che gli errori erano molto evidenti. A Roma ancora si parla del gol di Turone e con il VAR la polemica non ci sarebbe stata”. 

Carlo Pacifici sulla nuova regola del fuorigioco 

"C'è in corso una sperimentazione in Italia, lo abbiamo provato nei settori giovanili. Ora l’Ifab dovrà scelgliere se riproporre la luce nelle condizioni di fuorigioco, così come anche le dinamiche riguardanti il tempo effettivo e l’espulsione per proteste a tempo. Tutte queste ipotesi sono vagliate dall'IFAB e delle potenziali novità per il calcio, così come il tempo effettivo”.

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