Blog | Corini si, Corini no
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di Rocco CagnéE' molto facile parlare ora, dopo la sonante vittoria di ieri. Certamente. Come è anche molto facile e riduttivo chiedere l'allontanamento di un allenatore quando i risultati sperati non arrivano. Molto più difficile è invece analizzare il suo lavoro, togliendoci per un attimo gli abiti da tifoso.
Dopo aver appena messo piede a Lecce, dopo l'improvviso distacco da Liverani, la società ha fatto capire al mister come l'obiettivo primario non fosse quello della riconquista immediata della serie A, bensì quello di costruire una squadra di giovani per lavorare in prospettiva. Bravo Corvino ad individuarli, certo... Ma poi ci deve pensare l'allenatore a valorizzarli, nonostante questi giovani non parlino la lingua italiana, non conoscano il calcio italiano e, per giunta, una parte di essi arrivi infortunata, fuori forma e da disciplinare tatticamente. E se ora questi giovani hanno un valore, qualche merito ce l'avrà Corini?
Ti trovi poi a impostare una squadra partendo da un'ossatura forte, formata da alcuni veterani che dovrebbero far fare il salto di qualità; ma poi questi stessi iniziano ad avvertire continui mal di pancia, a comportarsi da prime donne e/o magari decidono (vedi Majer) di aspettare 29 giornate di campionato per esprimersi secondo le proprie potenzialità.
Per non parlare poi di quei continui infortuni che ti impediscono di appoggiarti su elementi importanti (Dermaku su tutti). E nonostante tutto ciò, e potrei continuare ancora, siamo quinti in classifica, in piena zona playoff, e con la possibilità di agguantare la promozione diretta. Sia chiaro, tutti auspichiamo sempre un gioco brillante e vittorie sonanti.
Ma una cosa è auspicarle, ed un'altra è PRETENDERLE. Ed a Lecce siamo abituati a pretendere. E' bastato un anno (quello di B) scintillante con Liverani per farci dimenticare chi siamo e da dove veniamo, per farci perdere quella modestia che 6 anni di campi polverosi avrebbero dovuto iniettarci. 6 anni in cui prendevamo batoste in campi come Salò, Lumezzane, Ischia etc etc. Se qualcuno lo avesse dimenticato, od in quegli anni avesse abbandonato i colori giallorossi per tifare le grandi squadre del nord, un giro su Youtube a riguardare quei match può ancora farlo.
Torniamo modesti. Pensiamo sì al presente, ma non dimentichiamo che, promozione o non promozione, bel gioco o meno, con questa società e questo staff abbiamo un futuro. E di questi tempi, non è poco!!!"