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Luca Gotti è entrato in punta di piedi nel Lecce di questa stagione, una squadra in crisi d’identità e di risultati.

Prima della sfida di Salerno, l’ex allenatore tra le altre di Spezia ed Udinese aveva avuto a disposizione soltanto 3 allenamenti per studiare la squadra e capire le caratteristiche degli uomini a sua disposizione. 

L’esperimento Piccoli esterno d'attacco 

Il tecnico nella prima frazione della sfida di Salerno ha schierato il Lecce con il 4231. Blin e Ramadani davanti alla difesa, Oudin con licenza d’agire un po' dove gli pareva, Piccoli a sinistra ed Almqvist a destra alle spalle dell’unica punta Nikola Krstovic. L’attaccante di proprietà dell’Atalanta non aveva mai svolto quel ruolo prima ad ora ma Gotti ha spiegato con queste parole la sua scelta, dando una chiave di lettura logica ed inequivocabile: 

Non c'è nessun problema dal punto di vista fisico. Volevo due giocatori con particolare feeling con il gol, anche se ho fatto partire Piccoli più dall'esterno. A lui ho detto: se Allegri lo faceva fare a Mandzukic e Mourinho ad Eto'o, Piccoli può fare l'esterno.

Nel secondo tempo poi ha deciso di passare al 442, riportando Piccoli nel ruolo di punta centrale, più a supporto di un solitario Krstovic per aumentare i centimetri nell’area di rigore avversaria.

Patrick Dorgu

L’esperimento Dorgu laterale di centrocampo 

A cavallo tra prima e seconda frazione, a dir la verità, Gotti ha inserito Dorgu per uno spento Oudin. Il tecnico giallorosso ha parlato molto con il giovane 2004, gli ha fornito indicazioni utili per il suo ingresso in campo ed infine lo ha abbracciato, cercando di infondergli coraggio. Atteggiamento quasi paterno ed una soluzione tattica differente, con l’esterno danese che si è posizionato davanti a Gallo, fungendo da laterale nel centrocampo a 4. Altro esperimento ed altra dimostrazione di duttilità da parte del gioiellino giallorosso, che sta crescendo con la consapevolezza di poter giocare in più ruoli e risultare più utile in diverse porzioni di campo.

Coraggio e versatilità 

Luca Gotti, dal canto suo, ha subito messo a fuoco i problemi di questo Lecce e, nonostante i soli 3 allenamenti con la squadra, ha saputo coinvolgere tutto il gruppo, variando sistema di gioco in base alle situazioni della gara. Dal 4321 al 433, passando per un 442 che in fase di non possesso si è anche trasformato in un 4411. Blin e compagni hanno bisogno di certezze ma per cercare di mettere in difficoltà gli avversari è anche necessario dimostrarsi camaleontici ed abili a cambiare in corsa. 

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